“Sono felicemente sconvolta”, ha affermato la Janeczek pochi minuti dopo la proclamazione ufficiale della vittoria al Ninfeo di Villa Giulia. 54 anni, nata a Monaco, la Janeczek è di origine ebrea-polacca, naturalizzata italiana, ed è al suo sesto libro. La ragazza con la Leica è incentrato sulla vita della fotografa Gerda Taro, la compagna del collega Robert Capa
Il Premio Strega 2018 è donna. Helena Janeczek è la vincitrice della 72esima edizione con La ragazza con la Leica, edito da Guanda. Due sorprese in una. Intanto era dal 2003 che non vinceva una scrittrice (Melania Gaia Mazzucco – Vita). In secondo luogo è la prima volta che Guanda vince lo Strega. Fondata nel 1932 la casa editrice nata sulla via Emilia non è proprio un’indipendente – è parte dal 2005 del grosso gruppo editoriale Mauri Spagnol (Corbaccio, Garzanti, Longanesi, Nord, Ponte alle Grazie, Salani, TEA, Vallardi) – ma va a spezzare un dominio incontrastato del gruppo Mondadori/Rizzoli/Einaudi, che assieme al vecchio marchio Bompiani (vincente nel 2006 e nel 2011) inglobato fino al 2016 in Rizzoli, e all’outsider Feltrinelli (2005, 2001, 1996) avevano sbancato lo Strega oramai da oltre trent’anni.
“Sono felicemente sconvolta”, ha affermato la Janeczek pochi minuti dopo la proclamazione ufficiale della vittoria al Ninfeo di Villa Giulia. 54 anni, nata a Monaco, la Janeczek è di origine ebrea-polacca, naturalizzata italiana, ed è al suo sesto libro. La ragazza con la Leica è incentrato sulla vita della fotografa Gerda Taro, la compagna del collega Robert Capa, morta a 26 anni, nell’agosto del ’37, durante la guerra civile spagnola. Il romanzo ha un prologo abbastanza atipico. Nella prima pagina appare una foto di due miliziani antifascisti seduti al sole che sorridono beati. Lo scatto degli eroi giovani e belli è della Taro. Nella pagina successiva gli stessi soggetti sono fotografati da Capa, lì con lei. In poche pagine rotolano coincidenze e avvenimenti storici, idealità e utopie, lotta armata per la libertà e si spalanca un Novecento gravido di morte.
Dopo l’introduzione dell’autrice ecco il racconto romanzato della vita di Gerda presentato da tre punti di vista diversi: Willy Chardack (un innamorato non corrisposto della protagonista), Ruth Cerf (un’amica), e Georg Kuritzkes (il fidanzato precedente a Capa). Poi ancora un epilogo con nuove foto in bianco e nero. Gerda e Capa che sorridono speculari ed intimamente identici alla coppia del prologo. “Ha vinto Gerda, senza di lei non sarei mai arrivata fino a qui”, ha spiegato la Janeczek, golfino turchese, gonna arlecchino, mentre emozionata, seduta su un gradino sotto al tabellone dei voti dello Strega, si è rilassata tracannando a collo tre quattro dita del celebre liquore sponsor. La ragazza con al Leica ha battuto, non senza patemi, l’altro ottimo concorrente allo Strega 2018: Resto qui di Marco Balzano (Einaudi). Un testa a testa tra i due autori nei primi due scrutini della finale, ma poi il divario a favore dell’autrice Guanda ha preso il largo attorno allo scrutinio dei 300 votanti e si è concluso 196 voti per la Janeczek e 144 per Balzano. Al terzo posto Sandra Petrignani con La corsara (Neri Pozza); al quarto Carlo D’Amicis con Il gioco (Mondadori), al quinto Lia Levi con Questa sera è già domani (Edizioni E/O).