Non si può ancora provare a tirare fuori i 12 ragazzini rimasti intrappolati in una grotta in Thailandia. La conferma che tutti speravano non arrivasse è uscita dalla bocca di Narongsak Osottanakorn, governatore della provincia settentrionale thailandese di Chiang Rai. Per tutta la giornata si erano rincorse le voci che una via alternativa per recuperarli fosse stata trovata o che almeno si fosse pronti per provare a far partire le immersioni. Ma è troppo presto: “I ragazzini hanno già imparato ad usare le maschere da sub, ma non son ancora in grado di immergersi. L’operazione di salvataggio deve essere testata per garantire un rischio minimo“, ha affermato il governatore, citato dal Guardian. Le operazioni di recupero sono molto pericolose, tanto che in mattinata il sommozzatore volontario Saman Kunan, ex membro dei Navy Seal di 38 anni è morto mentre era impegnato negli interventi di salvataggio. Un altro dei segnali che “bisogna fare in fretta perché il livello di ossigeno sta calando”, hanno fatto sapere le autorità. E così ha confermato Narongsak Osottanakorn: “Stiamo cercando di definire il piano migliore. Se il rischio sarà minimo, tenteremo. Siamo preoccupati per il meteo e il livello di ossigeno nella grotta”. Nel pomeriggio era stato individuato anche un cunicolo a 200 metri dalla parte della grotta dove si trovano i giovani. Ma, malgrado le speranze, non si è riusciti a trivellarlo “I ragazzi sono entrati dall’ingresso principale e da lì usciranno”, ha concluso. In un primo tempo i giornalisti erano stati convocati per una conferenza stampa del ministro dell’Interno, ma l’appuntamento è slittato di varie ore. E alla fine si è presentato solo il governatore.
Tanti i tentativi che sono stati fatti fino a questo momento per far uscire i ragazzi. Nelle scorse ore i soccorritori hanno posato un tubo lungo cinque chilometri che immette ossigeno nella cavità dove il gruppo è bloccato. La possibile carenza di ossigeno è il timore principale ormai da più di 48 ore, ed è causata anche dall’alto numero di persone che si alternano nei cunicoli semi-sommersi per arrivare fine ai ragazzi.
La morte del subacqueo solleva però seri dubbi sulla sicurezza del tentativo di portare fuori tutti attraverso i passaggi angusti della caverna profonda e in alcuni tratti anche coperta d’acqua, attraverso un percorso lungo oltre due chilometri. Ma il comandante della marina thailandese, che coordina le operazioni, ha detto che i soccorritori potrebbero avere poca scelta considerato l’arrivo del monsone e il fatto che appunto nella grotta si stia riducendo l’ossigeno.
Il soccorritore morto si chiamava Saman Kunan, ed era un Navy Seal che si era congedato da poco per lavorare come addetto alla sicurezza all’aeroporto di Bangkok. Si era unito ai soccorsi nella grotta come volontario, e contribuiva alla fornitura di bombole di ossigeno per i ragazzi e i soccorritori. Il suo corpo è già stato trasportato all’esterno della grotta. L’uomo ha perso conoscenza per la mancanza di ossigeno sulla via del ritorno alla caverna che fa da base intermedia prima del tratto finale per raggiungere i ragazzi, lungo 1,7 chilometri. Per tale distanza, ogni soccorritore deve utilizzare tre bombole di ossigeno.
Il percorso – Ci vogliono 11 ore per compiere il tragitto di andata e ritorno tra l’entrata della grotta e il punto dove i 12 e il loro allenatore sono bloccati. In particolare, mentre il primo tratto consente ormai di camminare con i piedi nell’acqua, l’ultimo chilometro abbondante viene percorso in circa tre ore. È improbabile che l’intero percorso venga liberato dall’acqua prima del weekend, quando sono previste nuove piogge. Anche per questo, all’esterno della grotta altre squadre di soccorritori continuano a perlustrare la giungla sulle pendici della montagna, nella speranza di individuare un’entrata alternativa.
I soccorsi – Il piano A rimane quello di estrarre più acqua possibile dalla grotta, in modo da scongiurare gli enormi rischi di una prolungata immersione per ragazzi debilitati che non sanno nemmeno nuotare. I soccorritori sono però preoccupati per il previsto ritorno delle piogge, che potrebbero tornare ad allagare le cavità ora asciugate dall’azione delle pompe e dalle deviazioni ad alcuni ruscelli che alimentano il flusso d’acqua nella grotta. La squadra dei Seal che è con i ragazzi, dovrà accompagnarli passo passo lungo i cunicoli, alcuni dei quali sommersi, attraversati, non senza difficoltà dagli stessi soccorritori per raggiungerli.