Scarcerate l’ex presidente Luis Inacio Lula da Silva. È quanto ordinato da una Corte d’appello brasiliana in merito alla posizione dell’ex capo di Stato, in carcere da aprile per corruzione. Lula potrebbe essere liberato nelle prossime ore poiché la decisione dei giudici stabilisce che la liberazione debba avvenire “secondo il regime d’urgenza nella data di oggi, presentando questo ordine a qualsiasi autorità di polizia presente sul luogo della polizia federale di Curitiba“. Qui, infatti, è incarcerato l’ex presidente e fondatore del Partito dei lavoratori (PT). Lula, tuttora in testa ai sondaggi in vista delle elezioni presidenziali di ottobre, si è sempre dichiarato innocente, nonostante sia stato condannato a 12 anni e un mese per corruzione legata a un appartamento con vista mare, il ‘Triplex de Guarajà‘, sul litorale di San Paolo. L’accusa è che abbia ricevuto l’appartamento in cambio di favori a un’impresa edile. Condannato in secondo grado per corruzione e riciclaggio di denaro, Lula ha cominciato a scontare la pena il 7 aprile in un carcere di Curitiba, nel Paranà. Intanto, i suoi legali hanno presentato nuovi ricorsi in tribunale, chiedendo la scarcerazione. Secondo la legge Ficha limpa, approvata dallo stesso governo Lula nel 2010, chi sia stato condannato in secondo grado non può presentarsi alle elezioni.
IL GIUDICE CHE HA CONDANNATO LULA: “NON VA SCARCERATO”
Il giudice Sergio Moro, che ha condannato l’ex presidente brasiliano, nel frattempo si è opposto alla scarcerazione, affermando che il magistrato che l’ha decisa non ne abbia la competenza. La decisione è stata presa da uno dei giudici Tribunale regionale federale della 4° regione, di Porto Alegre, corte d’appello che aveva aumentato da 9 anni e 6 mesi a 12 anni e un mese la condanna al carcere nei confronti dell’ex presidente. Si tratta del giudice Rogério Favretto, che ha deciso di accettare una domanda di Habeas corpus presentata venerdì da vari deputati del PT. Quest’ultimo, a sua volta, ha parlato di “decisione motivata e di rispetto allo Stato democratico di diritto. Comincia a essere ripristinato il processo legale”. Lo ha scritto su Twitter Gleisi Hoffmann, senatrice brasiliana e presidente del Partito dei lavoratori (PT) fondato da Lula. A proposito dell’opposizione del giudice Sergio Moro, Hoffman ha parlato di “manifestazione politica”, affermando che “Moro non può non rispettare o interferire in una decisione di grado superiore“.
SCONTRO TRA GIUDICI, LULA RESTA IN CARCERE (PER ORA)
Non si è fatta attendere la presa di posizione della ex presidente brasiliana, Dilma Rousseff, che su Twitter ha scritto: “Un giudice della Corte d’appello del TRF4 ha deciso il rilascio immediato di Lula, concedendo l’Habeas corpus. La decisione del giudice deve essere obbedita, anche se contraria la posizione del giudice federale del Paranà che ufficialmente è in ferie e non potrebbe esprimersi. #LulaLivreAgora (Lula libero adesso)”. Resta il fatto che la polizia federale brasiliana non intende per ora applicare l’ordine di scarcerazione. Il motivo? Proprio le parole del giudice Sergio Moro, secondo cui – come detto – il magistrato che ha ordinato la liberazione non ne abbia la competenza. La polizia del Paranà, che è solita lavorare in sintonia con Moro, intende attendere – come vuole Moro – la decisione del responsabile del caso, il giudice di secondo grado João Pedro Gebran Neto. Quest’ultimo, che è relatore del processo Lava Jato in secondo grado, a sua volta ha stabilito che non sia eseguito l’ordine di scarcerazione deciso dal magistrato Rogério Favreto: “Stabilisco che l’autorità applicante e la polizia federale del Paranà si astengano da qualsiasi atto che modifichi la decisione” sulla carcerazione di Lula, ha scritto, secondo quanto riporta Globo.