Il sociologo che in questi anni è stato spesso vicino al M5s sarà nell'organismo insieme ad altre personalità come il costituzionalista Azzariti, lo scrittore De Giovanni e molti tra attivisti, sindacalisti e amministratori. Grasso: "Ha ragione Gentiloni, con Renzi dialogo imbarazzante"
C’è anche il sociologo Domenico De Masi, specialista di problemi del lavoro, nel Comitato promotore che porterà alla trasformazione di Liberi e Uguali da lista elettorale in partito. Lo ha annunciato il presidente Pietro Grasso, all’insediamento del Comitato a Roma. De Masi negli ultimi anni è stato collocato spesso vicino al M5s, ma dopo l’accordo di governo con la Lega se ne è allontanato. Nei giorni scorsi, in un’intervista al Corriere della Sera, aveva detto tra l’altro che “con il decreto dignità si rischia di aumentare la disoccupazione” e che “Salvini si sta mangiando il Movimento. I Cinque Stelle sono un mucchio di sabbia, sono friabili, meno compatti, rischiano di sgretolarsi”.
All’Ansa, oggi, De Masi spiega: “Cerco la sinistra dove spero di trovarla, con la stessa curiosità che mi spinse a cercare nei Cinquestelle”. Il sociologo ricorda la sua delusione per M5s – del quale è stato consulente – dopo l’accordo con la Lega. “Sono di sinistra e la sinistra è al punto più basso di sempre – dice De Masi – anche perché una sua parte molto importante ha sposato il neoliberismo economico. Ho accettato l’invito di Pietro Grasso perché voglio ascoltare e capire con chi mi sento in sintonia e quale contributo posso dare”. Secondo il sociologo, specializzato sui temi del lavoro, “la disoccupazione si vince solo riducendo l’orario e aumentando la produttività, ma nessuno si è battuto per questo in questi anni, preferendo invece la flessibilità, che produce più disoccupazione”. “Il decreto Dignità di Di Maio? Un timidissimo tentativo di contrastare il Jobs Act, anche se alcuni aspetti di quello li contrasta – dice De Masi – E’ bastato per scatenare l’ira di dio a destra, dove sono attentissimi alle proprie conquiste, non come la sinistra con lo Statuto dei lavoratori“.
Del comitato faranno parte tra gli altri il costituzionalista Gaetano Azzariti, il filosofo Michele Prospero, lo scrittore Maurizio De Giovanni e molti tra professori, giornalisti, sindacalisti e soprattutto attivisti tra ex parlamentari e amministratori come i sindaci Ottorino Ferilli (Fiano Romano) e Lorenzo Falchi (Sesto Fiorentino). Tra i componenti del comitato anche Silvia Prodi, nipote dell’ex presidente del Consiglio Romano.
A margine dell’insediamento del comitato Grasso ha ripreso le parole attribuite al Corriere della Sera (e non smentite) all’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, definendo “imbarazzante” Matteo Renzi, che non favorisce “un percorso di consenso e di unità” nel Pd e nella sinistra. “Da quello che è venuto fuori dalle cronache, prendo una definizione data dall’ex presidente del Consiglio Gentiloni – dice Grasso – C’è stato un dialogo imbarazzante soprattutto da parte del segretario dimissionario, che non ha certamente favorito un percorso di consenso e di unità”.
“Oggi inizia finalmente il percorso costituente che abbiamo deciso di intraprendere il 26 maggio scorso” dice Grasso aprendo i lavori del comitato. La prima fase sarà una discussione aperta sulle idee e sui temi, la seconda prevede un congresso “per una dirigenza rinnovata e scelta dagli elettori”, ha detto Grasso. In platea i leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e di Mdp Roberto Speranza, parlamentari ed ex parlamentari come Laura Boldrini, Guglielmo Epifani, Stefano Fassina, Loredana De Petris, Nico Stumpo e Arturo Scotto, esponenti di associazioni giovanili di sinistra.
“Pazienza, fantasia e coraggio” le parole chiave indicate da Grasso. “Ci vorrà tempo, non dobbiamo negarlo – ha detto l’ex presidente del Senato – Ci vorrà pazienza per riannodare i fili, per riconnetterci sentimentalmente con i cittadini che un tempo credevano nelle nostre idee e le sostenevano”. “In queste settimane qualche nostro dirigente ha chiesto di ‘andare oltre’ Leu – ha detto Grasso – Non sono d’accordo, non è stata d’accordo la nostra assemblea nazionale che ha preso una decisione ben precisa ma, soprattutto, non è d’accordo la storia”. “Credo che gli elettori considererebbero questa una operazione decisa solo da qualche dirigente”, ha detto. “Non siamo disposti ad aspettare congressi, distruzioni o ricostruzioni di altri partiti per decidere cosa fare con Liberi e Uguali. Nè possiamo aspettare che tutti siano d’accordo”.