Il problema non sono solo le ong per il governo Conte: l’esecutivo M5s-Lega – su spinta del ministro dell’Interno Matteo Salvini – vuole bloccare anche le navi italiane che si trovano a salvare migranti dai naufragi nel Mediterraneo. Una strategia che Salvini ha inaugurato nella notte con un ulteriore salto di livello, visto che già nel fine settimana si era scontrato con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta sull’approdo delle navi europee previsto da una missione internazionale, Sophia. Nel pomeriggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riunito un vertice con SalviniTrenta, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. “Quello dell’immigrazione – dice la Trenta – è un problema da affrontare tutti insieme ed è importante per l’Italia farlo in maniera coordinata come stiamo cercando di fare costantemente”. Moavero Milanesi assicura: “Salvini è anche leader politico e quindi usa un linguaggio da leader politico, il ministro degli Esteri non ha una forza politica e usa un linguaggio di tipo più istituzionale, ma non vedo differenze tra noi. In tutta franchezza non credo ci siano divergenze di posizione in seno al governo. Mi confronto quotidianamente con i colleghi. Sulla migrazione c’è un contatto quotidiano tra il ministro degli Esteri e ministro degli Interni”. La questione, però, ora diventa che al vertice per fare il punto sulla questione migranti Salvini non ci sarà perché, come aveva anticipato ieri, è impegnato in Calabria. Toninelli alla fine del vertice a Palazzo Chigi spiega: “Ho sentito Salvini questa mattina e ci siamo chiariti: lui pensava che fossimo di fronte a un ennesimo soccorso in mare, io gli ho spiegato che era un intervento di ordine pubblico perchè c’erano state alcune minacce di morte all’equipaggio. C’è stato totale allineamento”.

 Video di Lucio Musolino

Una strategia, quella indicata nella notte dal Viminale, che alla fine è saltata per il caso della Vos Thalassa, un rimorchiatore d’altura battente bandiera italana che fa servizio alla piattaforma petrolifera della francese Total. Un cambio di linea dovuto al fatto che a bordo, dopo il recupero dei migranti, si sono registrati momenti di tensione. Due dei 67 migranti salvati – secondo quanto racconta la Guardia Costiera italiana – hanno infatti avuto “atteggiamenti minacciosi nei confronti dell’equipaggio” della Vos Thalassa “all’arrivo in zona della Guardia Costiera libica“. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli parla di “minacce di morte” e di “condotte che hanno messo a repentaglio la vita” dei 12 marittimi del rimorchiatore italiano. E’ per questo che la Guardia Costiera ha deciso di mandare in zona la nave Diciotti (la stessa che aveva partecipato al convoglio che lo scorso mese ha portato i 630 dell’Aquarius a Valencia) oltre a un elicottero della Marina Militare. I 67 migranti (58 uomini, 3 donne e 6 minori) sono stati trasbordati sulla Diciotti che essendo una nave delle Capitanerie sbarcherà in Italia, verosimilmente nella notte. Al momento non si sa ancora dove: “Stiamo ragionando – dice Salvini –  Se qualcuno ha fatto qualcosa che va contro la legge appena sbarca in Italia finisce in galera e non in un centro di accoglienza”.

I “facinorosi” che hanno minaggiato l’equipaggio del rimorchiatore sono due e rischiano di finire in carcere: un ghanese ed un sudanese. I 67 provengono da diversi Paesi: 23 pakistani, 4 marocchini, 4 algerini, un bengalese, un ciaddiano, 2 egiziani, un ghanese, 10 libici, un nepalese, 7 palestinesi, 12 sudanesi e uno yemenita.  “In quali di questi Paesi c’è guerra?” twitta polemico Salvini. La risposta, facilmente documentabile, è “in parecchi“: con gradazioni diverse ma ci sono scenari di guerra (civile e non) in Palestina, Sudan, Yemen, Libia, Nepal e in alcune zone del Pakistan, dell’Algeria, del Ciad, dell’Egitto. Questo a prescindere dal fatto che l’asilo si concede anche per altri motivi, come recita l’articolo 10 della Costituzione.

Il divieto che in un primo momento il Viminale aveva opposto alla Vos Thalassa era dovuto al fatto che, dopo il naufragio avvenuto domenica, si erano già attivate e si stavano avvicinando le motovedette della Guardia Costiera libica. Una tesi che Salvini ha ribadito più volte durante la mattinata: “Il principio è che in acque libiche intergono i libici. Quindi è sacrosanto salvare le vite umane però fino a che noi aiutiamo gli scafisti la gente continuerà a morire nel Mediterraneo”. In realtà l’equipaggio del rimorchiatore ha deciso di intervenire quando ha visto che il barchino sul quale erano i 67 migranti stava affondando in acque internazionali, anche se di competenza di area di soccorso affidata alla Libia. “La Guardia costiera italiana non può sostituirsi a quella libica, soprattutto se i colleghi africani sono già entrati in azione” aveva ribadito il Viminale. Tuttavia nelle situazioni di emergenza le regole del mare dicono – come ormai è stato ricordato tante volte in queste settimane – che il soccorso è obbligatorio.

Video di Lucio Musolino

Nel frattempo Salvini su facebook rilancia la sua linea sulle ong, pubblicando una cartina dell’Europa in cui indica dove si trovano le navi delle organizzazioni non governative che fino alle scorse settimane hanno recuperato i naufraghi delle traversate nel mar Mediterraneo. “Grazie all’intervento deciso mio e del governo le navi delle ong sono finalmente lontane dagli scafisti – scrive – Ora sto lavorando perché anche le altre navi, private o militari, non aiutino i trafficanti di esseri umani a guadagnare altri soldi. Meno partenze significa meno morti in mare. Possono minacciarmi, ma io non mi fermo”.

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