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Migranti, dibattito tra Borgonzoni (Lega) e vescovo di Bologna. Ma lei si alza, va via e non ascolta la replica: “Impegni”

Sull'incontro, nella basilica di San Petronio, nel capoluogo emiliano, c'era molta attenzione. La sottosegretaria avrebbe dovuto confrontarsi con Zuppi (da sempre favorevole all'accoglienza) sul tema dell'immigrazione. "Ho un treno da prendere" ha detto la senatrice prima della risposta dell'arcivescovo

L’incontro era così atteso che decine e decine di persone sono rimaste fuori dalla sala, al sole, senza poter entrare. L’avevano chiamata la “sfida“. Da una parte lei, che veniva direttamente da Roma e, nemmeno tanto idealmente, da quel governo gialloverde insediato da poco e del quale ricopre il ruolo di sottosegretaria della Cultura (ancorché, come affermato dalla stessa protagonista a Radio1, non legga un libro da tre anni). Dall’altra lui, col ruolo del padrone di casa, visto che di Bologna è l’arcivescovo. Doveva essere il match tra la leghista di ferro e il “prete di strada”, colui che organizza preghiere per i profughi, va alle feste della Fiom e visita i centri sociali. Ma “match”, o confronto, non c’è stato.

Già, perché Lucia Borgonzoni, bolognese, senatrice della Lega, ha lasciato spettatori, sala e dibattito prima che monsignor Matteo Zuppi prendesse la parola (e potesse, di conseguenza, ribattere). L’occasione per l’incontro, in uno spazio adiacente alla basilica di San Petronio, era la presentazione di un volume dedicato al cardinale Giacomo Biffi. Al centro della discussione, il tema migranti e, ovviamente, ciò che l’esecutivo sta facendo e vorrebbe fare.
“Mi spiace che qualche giornale abbia dipinto questo evento come una sfida” ha esordito Borgonzoni che, col senno di poi, aveva tutte le ragioni per dirlo. “Non si può accogliere tutti” ha aggiunto la sottosegretaria, secondi cui “da quando le Ong si avvicinano alle coste libiche, i morti sono aumentati”.

Peccato, però, che l’arcivescovo non abbia potuto replicare. E che non ci sia stato nessun faccia faccia. “Scusate, devo andare. Ho un treno che mi aspetta e a Roma ho alcuni impegni istituzionali”. Sopresa tra il pubblico, brusio, delusione. Niente da fare: il confronto non si fa più e si va avanti senza uno dei protagonisti.

“Le Ong non sono complici degli scafisti. Se stanno lì vuol dire che c’è un problema. Non si deve mai rinunciare all’intervento umanitario – ha detto Zuppi, senza che Borgonzoni lo ascoltasse – perché oggi continuano a morire centinaia di persone: inaccettabile, come lo sarebbe anche se ne morisse una sola. Chi sta in mezzo al mare va soccorso, questo lo dice la legge .Una delle possibili risposte a questo problema possono essere i corridoi umanitari. La risposta deve essere unitaria da parte dell’Europa e la posizione dell’Italia nel chiedere un impegno degli altri Paesi sarà ancora più forte se difende fino in fondo la vita di qualcuno che è nella disperazione”.

Borgonzoni, su Facebook, ha dato la colpa a Zuppi: “È arrivato in ritardo. Avevo avvisato che oltre una certa ora non sarei potuta rimanere. Se lui fosse stato puntuale…”.