Il vicepremier leghista dopo il vertice con il Presidente del Consiglio in vista della riunione dei ministri dell’Interno Ue a Innsbruck: "Nel governo linea comune". La situazione per i 67 migranti a bordo dell'imbarcazione, tuttavia, rimane un caso. Di Maio: "Non è immaginabile chiudere l’ingresso a una nave italiana". Intanto Conte, atterrato a Bruxelles: "Da Medio Oriente e Nord Africa rischi per il terrorismo"
Nel giorno in cui Matteo Salvini prepara la riunione dei ministri dell’Interno Ue a Innsbruck, rimane aperto il caso della nave Diciotti della Guardia costiera italiana. Dopo le tensioni e i successivi chiarimenti con il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, la situazione per i 67 migranti a bordo si è sbloccata solo a metà giornata: nella notte l’imbarcazione ha proseguito la navigazione verso nord, senza ricevere l’indicazione del porto di sbarco dal Viminale. Ora invece “viaggia in direzione Trapani”, ha comunicato il Mit, dove dovrebbe arrivare nel pomeriggio. Da una parte c’è Salvini che dice: “Prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori che dovranno scendere dalla Diciotti in manette“. Il riferimento è a due dei 67 migranti responsabili dei disordini sulla Vox Thalassa che hanno costretto al trasbordo sulla Diciotti. Dall’altra Toninelli e Luigi di Maio, che a Omnibus su La7 questa mattina ha usato parole diverse: “Non è immaginabile chiudere l’ingresso a una nave italiana”.
Il ministero dell’Interno ha parlato anche all’uscita da Palazzo Chigi, dove ha incontrato il premier Giuseppe Conte proprio per preparare il vertice di Innsbruck: “Non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti finiscano in galera“. Il suo bilancio del faccia a faccia con il presidente del Consiglio è un ribadire il fatto che nel governo “c’è una linea comune“, un modo anche per smentire le distanze con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta dopo la sua intervista ad Avvenire. In Austria Salvini avrà il compito di impostare con gli altri Paesi Ue il principio di condivisione dei flussi migratori con soluzioni operative condivise, riferiscono fonti del governo. “Rafforzare la sicurezza dei cittadini cittadini italiani, ponendo al centro del dibattito europeo il fatto che non possiamo essere lasciati soli“, riassume il vicepremier e leader della Lega al termine del vertice.
CONTE: “DA SUD PERICOLI DI FOREIGN FIGHTER”
In tarda mattinata il Presidente del Consiglio è atterrato a Bruxelles per il vertice Nato dove, parlando coi giornalisti, rispolvera un vecchio cavallo di battaglia di Salvini. E cioè che dall’immigrazione “potrebbero arrivare rischi e pericoli di foreign fighter“, aggiungendo che “le minacce sul fronte Sud per quanto riguarda il terrorismo sono molto significative“. Tanto che, dopo l’incontro con il ministro dell’Interno, fa capire di essere in linea con il proprio vicepremier leghista: “A breve assumeremo iniziative italiane per dare continuità alle conclusioni del vertice Ue di giugno”, ovvero quello tra i leader dei 28 Paesi dell’Unione europea sulla gestione del flusso dei migranti.
“Ci accingiamo a questo incontro Nato – continua Conte – per ribadire la nostra fedeltà all’Alleanza atlantica. Siamo qui per prendere atto dei passi fatti per l’allargamento a Est dell’Alleanza, ma siamo qui anche per ribadire l’interesse degli italiani a rafforzare il fronte Sud. In questa prospettiva l’hub di Napoli, che sarà sviluppato, è un passaggio molto importante, perché è un rafforzamento del fronte Sud” da cui, appunto, secondo il primo ministro, “provengono minacce considerevoli”.
Salvini, intanto, rivendica il fatto che “grazie al mio lavoro”, ci sono “dati buoni sugli sbarchi: 21mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. E quindi ribadisce la linea dura anche sul caso che ha creato tensioni nel governo, quello della nave Diciotti con a bordo 67 migranti, fatti salire dopo essere stati recuperati in mare dal rimorchiatore battente bandiera italiana Vos Thalassa in acque Sar di competenza libica. “Se su quella nave c’è gente che ha minacciato ed aggredito, non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera: quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese”, ha detto Salvini. Quanto ai tempi, “conto di andare a Innsbruck questa sera avendo risolto il problema“, ha chiuso il ministro.
I 67 migranti ora a bordo della nave Diciotti erano stati inizialmente salvati dalla Vos Thalassa, un rimorchiatore d’altura battente bandiera italana che fa servizio alla piattaforma petrolifera della francese Total. Dopo il recupero, si sono registrati i momenti di tensione a cui fa riferimento Salvini. Due migranti – secondo quanto racconta la Guardia Costiera italiana – hanno infatti avuto “atteggiamenti minacciosi nei confronti dell’equipaggio” della Vos Thalassa “all’arrivo in zona della Guardia Costiera libica“, preoccupati dalla possibilità di essere internati in Libia. E’ per questo che la Guardia Costiera ha deciso di mandare in zona la nave Diciotti
Un “problema”, per usare le parole di Salvini, che martedì ha creato tensioni tra Toninelli e lo stesso vicepremier leghista, intenzionato a non far sbarcare la nave Diciotti della Guardia costiera italiana. Toninelli ha invece autorizzato l’attracco dell’imbarcazione. Un chiarimento e la situazione sembrava sbloccata, fino a questa mattina.
DI MAIO: “NAVE ITALIANA, BISOGNA FARLA SBARCARE”
“Non vorrei un altro titolo contro il ministro dell’Interno”, ha specificato Di Maio parlando questa mattina alla trasmissione Omnibus su La7. E ha ribadito che con Salvini “condividiamo le stesse perplessità” rispetto alla situazione del Mediterraneo. E anche sulla gestione di questo tipo di emergenze il governo M5s-Lega, stando a Di Maio, ha una linea comune: “Prima viene la guardia costiera libica“, poi “interveniamo noi”, ma “se si tratta di una missione europea allora i migranti devono essere distribuiti nei vari Paesi”, ha spiegato. “I nostri porti – ha continuato – non sono chiusi, ma lo sono per quelle Ong che non rispettano regole“. Però Di Maio ha sostenuto la linea Toninelli sulla questione della Vox Thalassa e della nave Diciotti: “Se si tratta di una nave italiana, intervenuta in una situazione da chiarire, bisogna farla sbarcare. Non è immaginabile chiudere l’ingresso a una nave italiana”.