Fn e il partito di estrema destra National Radical Camp hanno organizzato una "passeggiata" sulle spiagge della Romagna scortati dalle forze dell'ordine con tanto di foto celebrativa dove dove lo scorso agosto vennero stuprati due ragazzi polacchi. Il questore Maurizio Improta replica alle lamentele per i controlli. Il sindaco Pd: "Buffonata in camicia nera di dieci scappati di casa"
Ronde sulle spiagge, passeggiate lungomare e una foto di gruppo nel punto in cui lo scorso agosto, a Rimini, avvenne lo stupro di due ragazzi polacchi. Il tutto con la collaborazione dei rappresentanti del National Radical Camp, partito che in Polonia si rifà esplicitamente a un movimento di ispirazione fascista attivo negli anni ‘30. L’iniziativa, organizzata della sezione locale di Forza Nuova Rimini, è stata pubblicizzata con forza dagli stessi esponenti di estrema destra sui propri account social. L’amministrazione esprime tutto il suo dissenso, con il sindaco del Partito democratico Andrea Gnassi che al fattoquotidiano.it parla di “una buffonata in camicia nera da parte di dieci scappati di casa che si sono messi in fila per un selfie fascista”. E dalla Questura arriva un messaggio chiaro, dopo che gli esponenti di Forza Nuova hanno detto di non aver gradito la presenza delle forze di polizia al seguito (“Dispiace per il disagio arrecato dalle forze di polizia al nostro seguito”, ha dichiarato il dirigente Fn Mirco Ottaviani): “È una frase pesante ed è la dimostrazione che la sicurezza la fa lo Stato, non il cittadino che decide di fare la passeggiata”, replica il questore Maurizio Improta.
Le ronde nere sono state il culmine di cinque giorni di incontri, presidi e conferenze organizzate da Forza Nuova, in un gemellaggio politico con gli omologhi polacchi dell’Onr (Obóz Narodowo-Radykalny), che sono rimasti in città dal 5 al 9 luglio: “Si è conclusa con successo la prima operazione europea per la sicurezza – scrive Fn in una nota stampa – le nostre spiagge, i nostri parchi e i nostri mezzi pubblici hanno visto l’assidua presenza dei patrioti polacchi ed italiani”. Le iniziative politiche sono state contestate da diverse associazioni antifasciste locali, ma a far più clamore sono state le foto che ritraggono i militanti vestiti di nero, con un atteggiamento squadrista, in fila sulla spiaggia a rivendicare una funzione securitaria. “Il Comune ha già segnalato il fatto e le autorità competenti sono in azione da giorni per le procedure del caso”, dice il sindaco Gnassi. Il primo cittadino ci tiene poi a ridimensionare il ruolo dei militanti: “Sono un gruppo di scappati di casa che non conosce nulla della storia di questa città. Diventano i soldati penosi di un clima italiano intollerante e privo di memoria che va contrastato”.
L’iniziativa non è certo una novità per Rimini. Nella città romagnola Forza Nuova organizza queste “passeggiate” a cadenza regolare dal 2015, con piccoli gruppi di militanti armati di pettorina catarifrangente e torce luminose che attraversano di notte i quartieri e le stazioni “contro il caos e il degrado”. Episodi che hanno portato a uno scontro netto con l’amministrazione: “Lo scorso anno abbiamo denunciato messaggi pubblicati sul profilo Facebook di Forza Nuova Rimini, ottenendo il parziale oscuramento della pagina e nove rinviati a giudizio per insulti e minacce”, racconta Gnassi.
Dal canto suo l’assessore alla sicurezza Jamil Sadegholvaad, raggiunto dal fattoquotidiano.it, parla di incontri per nulla tranquilli con gli esponenti di estrema destra: “Ci siamo trovati a discutere con queste persone, siamo stati minacciati e sono partite denunce nei loro confronti. Sono dei mitomani che devono autocelebrarsi”. E sull’alleanza con i polacchi, l’assessore non ammette intrusioni: “Io sono stato al fianco dei due ragazzi aggrediti lo scorso anni da mezz’ora dopo lo stupro, quando sono arrivati in ospedale. Noi non abbiamo bisogno né dei neonazisti polacchi né di Forza Nuova”.
Ma erano stati altri, prima di Forza Nuova, a rispolverare la pratica della sicurezza fai da te in Italia. Era il 2009 e la Lega, ancora e convintamente Nord, si batteva per quelle che venivano definite le ‘ronde della legalità’. In prima linea c’era l’allora titolare del Viminale Roberto Maroni, che cercò di regolarizzare queste passeggiate della sicurezza. Il tentativo però fu fallimentare. Prima dell’intervento del ministro se ne contavano oltre 70 in tutta Italia, in gran parte sparse nei centri di Lombardia e Veneto. Ma il decreto Maroni, istituendo appositi albi presso le prefetture e prevedendo rigidi requisiti per gli aspiranti volontari, ebbe in realtà l’effetto di far scomparire quelle che già esistevano.
L’idea di pattugliare in modo privato le città però non è scomparsa, ma ha cambiato colore e nome. Alle camicie verdi, presenti soprattutto dal Po in su, si sono sostituite in tutta Italia le magliette nere di Forza Nuova, che ormai da anni organizzano e mettono il marchio su queste ronde. Iniziative sbandierate dagli organizzatori sui social network e accompagnate dai simboli del movimento, proprio come successo a Rimini.
Uno dei casi più controversi e noti è quello che ha riguardato Bologna e in particolare il quartiere “rosso” della Bolognina. In quella zona la tensione era salita a gennaio 2016 dopo che un gruppo di cittadini non identificati e armati di manganelli aveva compiuto nella notte un raid punitivo contro alcuni spacciatori africani. E alle volontà di commercianti e residenti di organizzarsi in ronda aveva risposto Forza Nuova, estendo le sue passeggiate cittadine anche in quel quartiere. Rispetto a quando il comando era di stampo leghista, con Forza Nuove le ronde hanno sfondato i limiti geografici e sono arrivate fino a Palermo, dove lo scorso inverno un gruppo di militanti è salito a bordo degli autobus diretti in stazione con l’obiettivo di garantire la sicurezza a bordo. Forza Nuova non è però l’unica a intestarsi questo tipo di iniziative. A Scafati una proposta di istituire dei volontari della sicurezza era arrivata dal segretario locale del movimento Noi con Salvini, secondo cui la criminalità arriva dai comuni napoletani che circondano la città, situata in provincia di Salerno. A Crescentino, comune del Vercellese, era stato l’assessore alle politiche sociali di Fratelli d’Italia a lanciare l’iniziativa delle ronde direttamente dalla sua pagine Facebook, con un riferimento neanche troppo velato al carattere che le avrebbe voluto far assumere: “Cercasi uomini di buona volontà e armati dello sport (baseball) per salutari passeggiate di controllo”, aveva scritto l’assessore per sollecitare la cittadinanza a partecipare.