Carles Puigdemont verso l’estrazione. La corte d’Appello dello Schleswig-Holstein ritiene che la consegna dell’ex presidente catalano, fermato in Germania il 25 marzo scorso, alla Spagna sia ammissibile per il reato di malversazione, ma non per quello di ribellione. La decisione finale spetterà comunque alla Corte di giustizia federale. Puigdemont era stato fermato dalla polizia tedesca mentre attraversava in auto la frontiera fra la Danimarca e la Germania, proveniente dalla Finlandia e diretto in Belgio, dove risiedeva dopo l’incriminazione per ribellione da parte dell’autorità spagnola emessa dopo la dichiarazione di indipendenza della Catalogna da parte del Parlament che aveva così sancito i risultati dle referendum del 1 ottobre. “Lotteremo fino alla fine” scrive su Twitter Puigdemont: “La giustizia tedesca contesta che il referendum del 1 ottobre fosse ribellione”.
Hem derrotat la principal mentida sostinguda per l’Estat. La justícia alemanya nega que el referèndum del 1 d’octubre fos rebel·lió. Cada minut que passen els nostres companys a la presó és un minut de vergonya i injustícia. Lluitarem fins al final, i guanyarem!
— Carles Puigdemont ? (@KRLS) 12 luglio 2018
Solo ieri la Corte Suprema spagnola aveva ordinato la sospensione di Puigdemont e di altri cinque esponenti indipendentisti dal parlamento regionale, dopo aver concluso un’indagine sulla dichiarazione di indipendenza della regione firmata lo scorso 27 ottobre. In una nota, la Corte aveva fatto sapere che il giudice Pablo Llarena aveva ordinato “la sospensione di Carles Puigdemont e altri cinque parlamentari accusati del reato di ribellione”. Un totale di 25 leader separatisti sono sotto inchiesta: 13 di loro sono accusati di ribellione e rischiano fino a 25 anni di carcere. Nove si trovano in custodia preventiva in Spagna mentre altri quattro sono fuggiti all’estero e sono ricercati. Puigdemont quindi attende la decisione finale tedesca. Pur non potendo prendere parte alle sessioni parlamentari a Barcellona, i sei deputati avevano mantenuto il loro posto dopo essere stati rieletti a dicembre, delegando i loro voti a colleghi. Con la sospensione, i loro partiti dovranno sostituirli se vogliono mantenere la maggioranza assoluta di 70 dei 135 seggi dell’assemblea. “Questa decisione mette in evidenza la qualità della democrazia dello stato”, aveva scritto su Twitter Puigdemont. “I voti dei cittadini” sono “frantumati” da un sistema giudiziario “che continua a impegnarsi in politica”. La sentenza era arrivata all’indomani dell’incontro tra il nuovo presidente della Catalogna, Quim Torra, e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.