Proprio ieri Miss Ferragni ha pubblicato un post, scritto in inglese, per esaltare l'uso del latte non naturale: "Quando sono in viaggio, mi manca enormemente il mio bambino. Mi rassicura sapere che però ha avuto un miglioramento. Solo il meglio per il mio Leo. Ho scelto (marchio) perché è simile al latte materno e è anche la scelta numero uno raccomandata dai pediatri negli USA". Ma il post è stato rimosso poco dopo
Proprio ieri Miss Ferragni ha pubblicato un post, scritto in inglese, per esaltare l’uso del latte non naturale: “Quando sono in viaggio, mi manca enormemente il mio bambino. Mi rassicura sapere che però ha avuto un miglioramento. Solo il meglio per il mio Leo. Ho scelto (marchio) perché è simile al latte materno e è anche la scelta numero uno raccomandata dai pediatri negli USA“, ha scritto mamma Chiara, citando un marchio molto famoso e accompagnando il messaggio dalla parola “advertising”.
Insomma, pubblicità: ormai da mesi è obbligatorio specificare quando un post è nato dalla collaborazione – ovviamente ben retribuita – con un’azienda o un brand ben preciso. Apriti cielo. Le mamme di mezzo mondo hanno cominciato a riempire il post di commenti critici, tanto che poche ore dopo è magicamente sparito dal profilo della fashion blogger.
Il tema del latte artificiale, d’altronde, è sempre stato molto delicato e discusso: sono tante le mamme che lo contestano. E un punto di riferimento globale come Chiara potrebbe far trasparire un messaggio sbagliato. La stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms) consiglia l’utilizzo del latte materno per i primi mesi di vita del neonato. Mentre Altroconsumo nel 2016 ha bocciato 10 prodotti su 13 in quanto composti da contaminanti pericolosi per i piccoli. In più, dal 2009, reclamizzare il latte artificiale per neonati in Italia è illegale: va bene che i Ferragnez si dividono tra il Bel Paese e gli Stati Uniti (dove invece è legale pubblicizzare prodotti di questo tipo), ma diventa difficile stabilire il Paese di competenza per un post pubblicato sui social.