Dopo l’exploit dei “nuovi” la conferma dei moderati. È finito lo spoglio delle elezioni per i 16 membri togati del Consiglio superiore della magistratura. Gli ultimi ad essere eletti sono i 10 giudici di merito che faranno parte del nuova composizione di Palazzo dei Marescialli: Magistratura Indipendente avrà 5 posti, due in più rispetto all’ultima legislatura, cinque i seggi anche per Unicost che non muta la sua consistenza numerica, Autonomia e Indipendenza, la corrente di Piercamillo Davigo, ne guadagna uno passando quindi a due, mentre Area, il cartello delle correnti di sinistra (formato da Magistratura democratica e Movimento per la giustizia), perde tre rappresentati su sette.
Nello spoglio per i giudici i due più votati sono stati con 733 voti Marco Mancinetti di Unicost, giudice al Tribunale di Roma, e Paola Maria Braggion, di Magistratura Indipendente, giudice a Milano, con 720. Dopo il grande successo di Piercamillo Davigo, primo degli eletti tra magistrati di Cassazione, non passano invece due candidati di Autonomia e Indipendenza.
Gli altri eletti sono Giovanni Zaccaro, di Area, giudice a Bari, che ha avuto 671 voti; Gianluigi Morlini, Unicost, giudice del Tribunale di Reggio Emilia, 651 voti; Corrado Cartoni, Magistratura Indipendente, giudice a Roma, che ha ottenuto 614 preferenze; Michele Ciambellini, di Unicost, giudice Napoli, 598 preferenze; Alessandra Dal Moro, di Area, giudice a Milano, con 589 voti; Mario Suriano, di Area, giudice a Napoli, 567 voti; Paolo Criscuoli, Magistratura indipendente, giudice a Palermo, 540 preferenze e Concetta Grillo, Unicost, presidente di sezione al tribunale di Caltagirone, che ha avuto 522 voti. Sono rimasti fuori Giuseppe Marra, di Autonomia e Indipendenza, magistrato al massimario della Cassazione con 490 voti; Ilaria Pepe, sempre di Autonomia e Indipendenza, consigliere presso la Corte d’Appello di Napoli, con 485 voti e Bruno Giangiacomo, di Area, presidente del Tribunale di Vasto, 387 preferenze.
Quattro candidati per quattro posti, invece, tra i pm: ogni corrente quindi ottiene un seggio con il voto che serve ai vari gruppi solo per contarsi. I rappresentanti degli inquirenti che siederanno al Csm sono dunque Sebastiano Ardita, attuale procuratore aggiunto a Catania, il pm del processo Mafia Capitale ed ex segretario dell’Anm Giuseppe Cascini (Area), i sostituti procuratori Antonio Lepre di Magistratura Indipendente che lavora aPaola e Luigi Spina di Unicost, pm a Castrovillari.
Si conclude dunque un turno elettorale che era stato caratterizzato dal dibattito e dalle polemiche sulla deriva del correntismo interno alla magistratura e sulla lottizzazione delle nomine. Un percorso di avvicinamento al voto che alla vigilia era stato letteralmente incediato dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone. “Mi auguro che ci sia una forte imparzialità e che anche in magistratura siano sempre meno presenti le correnti. In particolare le correnti di sinistra”, aveva detto l’esponente della Lega, scatenando le repliche del vicepresidente Giovanni Legnini e di tutti i gruppi presenti all’interno di Palazzo dei Marescialli. Proprio per questo motivo aveva fatto notizia, nello spoglio riservato ai membri della Cassazione, avevano fatto notizia le mancate elezioni dei candidati della corrente centrista Unicost (Carmelo Celentano) e di Area (Rita Sanlorenzo), da sempre di centrosinistra.
Alla fine, però, le correnti di centrosinistra non sono andate bene neanche nello spoglio per i posti occupati da giudici e pm: alla fine Area vede quasi dimezzata la sua quota di eletti al Csm. Esulta invece Magistratura Indipentente: “Non ha vinto né la destra né la sinistra della magistratura, categorie che, già in crisi nel mondo della politica, mal si attagliano al mondo della magistratura, nonostante il reiterato e tenace tentativo di alcuni organi di stampa nel voler classificare i magistrati, anche in maniera strumentale. Ha vinto un gruppo di magistrati che ha una gloriosa tradizione e valori e principi sempre attuali, abituati a lavorare in silenzio, ma fermi difensori della dignità del loro ruolo e del loro lavoro”, dice il gruppo guidato da Antonello Racanelli e Giovanna Napoletano.