Giuseppe Conte ha ordinato lo sbarco dei 67 migranti a bordo della nave Diciotti, a cui nelle scorse ore era stata data l’autorizzazione a entrare nel porto di Trapani. Poco prima il presidente del Consiglio aveva ricevuto la chiamata di Sergio Mattarella. Secondo fonti del governo, nel corso della telefonata il premier ha rassicurato il Capo dello Stato spiegandogli di avere “la situazione sotto controllo e costantemente monitorata”. Di fatto il Colle, proprio nelle stesse ore in cui si preparava a firmare il decreto Dignità, ha voluto essere informato del caso. E soprattutto avrebbe sottolineato la situazione dei minorenni, delle donne e delle persone con problemi di salute che si trovano a bordo, ribadendo l’opportunità che fossero fatti sbarcare dalla nave. Conte ha quindi chiamato i ministri dell’Interno e dei Trasporti Salvini e Toninelli e, ha fatto sapere, “ha comunicato loro la decisione, già assunta, di far sbarcare le persone a bordo della nave della Guardia costiera italiana“. I due ministri sono stati informati da Conte anche dei contatti con il Colle. Dal Viminale hanno fatto sapere di accogliere con “stupore” l’intervento di Mattarella e con “rammarico” la scelta della procura. Poco dopo il leader del Carroccio ha comunque esultato: “Due indagati, scafisti individuati, tutti fermati e interrogati. È finita la pacchia!”.
Intorno alle 23.15 è iniziato lo sbarco. A bordo è salita la polizia scientifica, accompagnata da personale della squadra mobile, con lo scopo di eseguire rilievi. In particolare sono stati effettuati controlli su due giovani: secondo le prime ipotesi si tratta dei due migranti indagati dalla Procura per violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa: il sudanese Ibrahim Bushara e il ganese Hamid Ibrahim.
La vicenda non solo ha portato nei giorni scorsi all’accesa dialettica tra Salvini e il ministro responsabile dei porti Danilo Toninelli, ma viene additata dall’opposizione come un’ingerenza del titolare del Viminale in prerogative che sono proprie della magistratura, chiamata a verificare se ci sia stata un’aggressione di alcuni migranti ai danni dei marinai che li avevano salvati. E’ solo l’ultima puntata sulle tensioni tra il titolare del Viminale e il Colle. “Se qualcuno autorizza lo sbarco al mio posto se ne assumerà la responsabilità”, aveva dichiarato Salvini. Con toni che sempre secondo fonti parlamentari riportate dall’agenzia Ansa, poco possono aver fatto piacere al Quirinale. Il ministro solo lunedì è stato ricevuto da Mattarella per un incontro da lui fortemente voluto. Un incontro che aveva rischiato di saltare per toni e richieste del leader della Lega, che dal capo dello Stato auspicava un intervento a difesa del partito contro la sentenza sui fondi da restituire. Ora la vicenda della nave Diciotti ha di nuovo fatto finire le mosse del ministro all’attenzione del capo dello Stato. E ha indotto il presidente del Consiglio, chiamato più volte negli ultimi giorni a mediare tra i suoi ministri, a far valere la sua autorità nel governo.
L’imbarcazione trasporta 67 migranti soccorsi nei giorni scorsi dal rimorchiatore Vos Thalassa e poi trasbordati sulla nave della Guardia costiera italiana. Nelle scorse ore era stato accordato l’approdo nel porto di Trapani. In proposito il ministro dell’Interno aveva preso tempo: “Io non voglio farmi prendere in giro. Finché non c’è chiarezza su quanto accaduto io non autorizzo nessuno a scendere dalla Diciotti: se qualcuno lo fa al mio posto se ne assumerà la responsabilità“, aveva detto da Innsbruck. “O hanno mentito gli armatori denunciando aggressioni che non ci sono state e allora devono pagare o l’aggressione c’è stata e allora i responsabili devono andare in galera”, ha ribadito il vicepremier nella conferenza stampa dopo la riunione con i colleghi europei.
Secondo quanto scrive l’Ansa, la decisione di far aspettare la Diciotti in rada dipendeva dall’inchiesta in corso per identificare eventuali scafisti che potrebbero essere stati salvati assieme ai migranti, oltre che per chiarire quanto avvenuto a bordo della Vos Thalassa, visto che il comandante del mercantile aveva segnalato una situazione di “grave pericolo” per l’equipaggio richiedendo l’intervento della Diciotti, dopo le proteste di due persone a bordo. I due sono stati identificati e denunciati: impossessamento di nave, minacce e violenza sono i reati ipotizzati dalla squadra mobile della Questura e del Servizio centrale operativo (Sco) della polizia di Roma. Il rapporto non è stato ancora consegnato alla Procura di Trapani che dovrà decidere se e quali provvedimenti prendere. I reati sarebbero stati commessi nei confronti del comandante e dell’equipaggio della Vos Thalassa dopo che i migranti avevano scoperto che la nave stava dirigendosi verso la Libia. I destinatari potrebbero essere “i due facinorosi” citati da Salvini parlando di “un ghanese e di un sudanese“.
Intanto il procuratore capo Alfredo Morvillo aspetta gli atti della Polizia e dello Sco e soltanto dopo aver ricevuto l’informativa e dopo l’attracco nel porto di Trapani della Diciotti deciderà, avendo a quel punto la competenza in base alla legge, come procedere. Determinanti sono le testimonianze del comandante e dell’equipaggio per stabilire l’entità delle minacce fatte da alcuni dei migranti dopo che si erano accorti che stavano per dirigersi verso la Libia. La polizia ha anche acquisito mail e testi di messaggi che si sono scambiati in quei frangenti la Vos Thalassa e la società che la gestisce e le successive informazioni fornite al comando generale della Capitaneria di porto italiana che ha disposto l’intervento della nave Diciotti e il trasbordo dei migranti sulla nave della guardia costiera.
Ma indagini sono in corso anche per identificare eventuali scafisti dell’imbarcazione sulla quale si trovavano i migranti soccorsi la sera del 9 luglio scorso. Successivamente la Guardia costiera è intervenuta perché il comandante del mercantile ha segnalato una situazione di “grave pericolo” per l’equipaggio, tutto composto da italiani, minacciato da alcuni migranti soccorsi all’arrivo in zona di una motovedetta libica. E per questo sono stati fatti trasbordare su nave Diciotti della Guardia costiera italiana dove quindi, assieme ai migranti, ci potrebbero essere anche degli scafisti.
Nel frattempo nel pomeriggio un sit-in di protesta contro il ministro dell’Interno Salvini è stato organizzato al porto di Trapani. E il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, questa mattina parlando all’Adnkronos ha attaccato Salvini: “Faccia il ministro. Gli spot elettorali li faccia dentro il suo partito e non governando il Paese che ha una Costituzione salda”. “L’eventuale privazione della libertà personale la dispone la magistratura in caso di violazioni di leggi italiane e non certo Salvini con un tweet“, ha detto Tranchida, replicando a distanza al capo del Viminale e alla sua frase: “I violenti dirottatori dovranno scendere dalla nave Diciotti in manette“. “E ovvio che le leggi valgono per tutti – ha aggiunto il primo cittadino trapanese – e chi ha sbagliato deve pagare, ma l’accertamento dei reati spetta alla magistratura e non al ministro. Salvini tenga bene a mente che sta governando un Paese e che non può farlo continuando un’eterna campagna elettorale“.