Si tratta di un batterio che viene contratto negli ospedali. I centri di controllo avvertono che potrebbe diffondersi in tutta Europa, in Italia non sono stati rilevati casi, ma il ceppo potrebbe essere già presente
Tredici turisti di nazionalità svedese e norvegese sono stati colpiti, tra gennaio e aprile, da un batterio contratto nell’ospedale di Gran Canaria, resistente agli antibiotici. Si chiama Klebsiella pneumoniae St392 e solitamente si contrae proprio nelle strutture sanitarie. La Klebsiella può provocare polmonite, infezioni nel tratto urinario e nelle ferite per quanto riguarda soggetti immunodepressi.
La notizia è stata data dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) che ora rivela che c’è un alto rischio che questo batterio si diffonda in Europa se non vengono prese le necessarie misure di prevenzione. La probabilità di rimanere contagiati è molto bassa per chi non entra in contatto diretto con la struttura sanitaria, ma c’è un alto rischio che il batterio si diffonda se viene diagnosticato nel luogo di residenza del turista e non nel luogo ove è stato contratto.
Per questo è importante che tutti gli ospedali dei Paesi Ue prendano in considerazione, al momento del ricovero di un paziente, la cronologia dettagliata di tutti i viaggi fatti nell’ultimo periodo e se c’è stato un ricovero ospedaliero in una struttura a rischio così da prevenire possibili contagi. Il batterio Klebsiella è stato identificato in Turchia nel 2003, in seguito sono stati registrati dei casi in Francia e Regno Unito. Probabilmente il ceppo osservato alle Canarie è già presente in Italia, ma al momento non sono segnalati casi. Gli ultimi dati dell’Iss sui casi di Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi segnalano almeno 2.000 casi l’anno. La resistenza è salita rapidamente dall’1,3% nel 2009 al 27% nel 2011 fino al 33% nel 2015.