"Manca totalmente la prova del dolo intenzionale" aveva dichiarato il sostituto procuratore generale Giancarlo Moi, che il 10 maggio scorso aveva chiesto l'assoluzione del sindaco "per mancanza degli elementi costitutivi del reato"
È stata confermata l’assoluzione di primo grado al processo di appello a carico del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, perché il fatto non sussiste. Il processo di primo grado era iniziato nel 2014, nel quale Zedda era imputato come presidente della fondazione Teatro Lirico della città per la nomina – annullata dal Tar – della sovrintendente, Marcella Crivellenti, avvenuta nel 2012.
“Manca totalmente la prova del dolo intenzionale” aveva dichiarato il sostituto procuratore generale Giancarlo Moi, che il 10 maggio scorso aveva chiesto l’assoluzione del sindaco “per mancanza degli elementi costitutivi del reato”. Richiesta che è stata accolta dai giudici della Corte d’Appello presieduta da Antonio Onni – a latere Mariano Arca e Alessandro Castello – chiudendo la questione.
Al sindaco era stato contestato che la nomina della Crivellenti fosse arrivata senza tener conto della manifestazione d’interesse aperta e degli altri candidati, in tutto quarantaquattro. Sulla vicenda era intervenuto anche il Tar con l’annullamento della nomina del sovrintendente, contestato duramente anche dai sindacati. Alla base dell’accusa c’erano tre punti: l’imparzialità della procedura, che secondo la procura era stata violata secondo i principi dettati dalla Costituzione; la motivazione amministrativa, Crivellenti (pugliese, 40 anni nel 2012) secondo chi indagava non aveva i titoli né l’esperienza per ricoprire quel ruolo: “Una nomina politica, non legata a criteri tecnici professionali”. Ma né i giudici di primo, né quelli dell’appello hanno accolto la tesi.