“L’emergenza migranti è finita a partire dall’agosto del 2017. L’unica emergenza è Salvini. Lui ha messo il Paese in uno stato di agitazione e di tensione drammatica per una questione che non esiste”. Sono le parole dell’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, ospite di In Onda (La7). “Io spero che Salvini tra un comizio e l’altro legga i dati del ministero degli Interni” – continua – “La diminuzione degli sbarchi non ha nulla a che vedere col governo in carica e non credo neppure per la linea Minniti. Ritengo che la ragione vera sia rappresentata dal fatto che la situazione in Libia si è relativamente stabilizzata. Se in Libia temono di essere uccisi, scapperanno, Salvini o non Salvini”. E aggiunge: “La vicenda della nave Diciotti è una cosa che indigna, è indecente. C’è un ministro della Repubblica italiana che blocca una nave militare italiana, che ha salvato 60 persone, le quali, a loro volta, si sono ribellate perché non volevano essere riportate nei campi di detenzione in Libia. Non credo neanche che Salvini abbia il potere di bloccare le navi, non mi pare che 60 persone rappresentino una minaccia all’ordine pubblico”. Poi puntualizza: “Salvini ha il consenso di un pezzo del Paese? La brutalità resta brutalità anche se ha consenso. E bisogna che qualcuno abbia il coraggio di dirlo. Sarà un difetto di famiglia, ma, quando nel 1935 c’era il massimo consenso al regime fascista, mio padre si iscrisse al Pci. L’argomento dell’esistenza di consenso per Salvini non mi commuove. Il problema si pone, perché, pur non essendoci alcuna emergenza migranti, l’opinione pubblica ha la percezione che siamo invasi. In realtà, non lo siamo” – prosegue – “e una classe dirigente ha il dovere di dire ai cittadini la verità. Quella di Salvini è una strumentalizzazione volgare, anche perché finisce per scatenare una campagna d’odio contro della povera gente che scappa dalla fame e dalla guerra. Non è degno che la politica utilizzi la disperazione di queste persone per farne argomento di propaganda”.