I 67 migranti che erano stati soccorsi dal rimorchiatore Vos Thalassa e poi trasbordati sulla nave della guardia costiera sono scesi giovedì sera dalla nave Diciotti della Guardia costiera italiana. I primi a mettere piede sul molo del porto di Trapani, scortati da uomini della Digos, sono stati i due indagati in stato di libertà per violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore. Sono il sudanese Ibrahim Bushara e il ghanese Hamid Ibrahim. Al vaglio della Procura di Trapani, guidata da Alfredo Morvillo, c’è l’informativa consegnata dallo Sco sui presunti scontri avvenuti a bordo della Vos Thalassa prima del trasferimento sulla Diciotti.
Per lo sblocco della situazione, dopo giorni di stallo, è stato determinante l’intervento del Colle: giovedì sera, poco prima dell’annuncio dello sbarco, Sergio Mattarella ha chiamato il premier Giuseppe Conte. Il Viminale guidato da Matteo Salvini ha espresso “stupore” per i solleciti arrivati dal Quirinale. L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, venerdì mattina ad Agorà su Rai Tre ha invece detto che “se il presidente è intervenuto bisogna rispettare le sue decisioni”. Mentre il presidente della Camera Roberto Fico parla di “intervento positivo“. A quel punto Salvini ha precisato che “il Presidente Mattarella non si è mai intromesso in quello che abbiamo fatto, sono sereno e tranquillo”. Ma su Twitter ha rivendicato: “Due indagati, scafisti individuati, tutti fermati e interrogati. È finita la pacchia!”.
Di Maio: “Mattarella ha sbloccato la situazione” – Se Salvini “abbia esagerato o meno non me ne frega niente, la cosa importante è che con l’intervento del presidente si sia sbloccata la situazione”, ha aggiunto Di Maio sempre ad Agorà. “Io penso che abbia competenza la magistratura, ma deve esserci un messaggio chiaro: i cittadini si aspettano che la giustizia trionfi sempre e in questi casi bisogna accertare che (se ci sono stati degli illeciti ndr) le persone siano individuate e perseguite”. La questione della nave Diciotti “non è una partita di calcio” nella quale schierarsi, ha poi chiarito il vicepremier a margine dell’Assemblea annuale Coldiretti a palazzo Rospigliosi.
Salvini: “Se il Colle vuole capire, io a disposizione” – Il ministro dell’Interno si è detto “sereno e tranquillo” e ha ribadito: “Faccio e farò tutto quello che garantisce la sicurezza degli italiani. Non mi scontro con nessuno, se Mattarella vuole capire cosa ho fatto e cosa farò sono a disposizione”. Ma, ha aggiunto, “l’unica cosa che mi farebbe arrabbiare è che tutti gli sbarcati della Diciotti finissero a piede libero, qualcuno deve pagare, ci deve esser certezza della pena. Mi auguro la procura faccia in fretta, non può finire a tarallucci e vino. A bordo di quella nave c’erano delle persone che, stando a testimonianze, avrebbero minacciato e aggredito marinai di un’altra nave. Prima di piazzare in albergo a 35 euro al giorno personaggi che hanno aggredito marinai volevo che le indagini spiegassero agli italiani cosa è accaduto”. Sulla Diciotti “andrò fino in fondo fino a quando qualcuno non verrà assicurato alla giustizia“, ha poi rilanciato.
Nave Diciotti, due indagati, scafisti individuati, tutti fermati e interrogati. È finita la pacchia! pic.twitter.com/WJ3PzDTQYK
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 12 luglio 2018
Fico: “Tutto sotto controllo e pacifico” – “La nave è attraccata e secondo me non c’è nessun problema. Mi pare tutto sotto controllo pacifico e tranquillo”, ha detto Fico commentando la vicenda a un convegno della Flai Cgil sul caporalato. “L’intervento di Mattarella è stato positivo. I suoi interventi sono sempre positivi, per come è il nostro presidente della Repubblica”, ha aggiunto il presidente della Camera, specificando però che “il governo ha lavorato insieme per superare delle problematiche e oggi mi sembra che vada tutto per il meglio”.
A bordo anche 3 donne e 6 minori – Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, ha definito la lunga attesa della Diciotti “una vicenda surreale, degna di una storia di Pirandello”. “L’importante per il momento – ha osservato – è che tutto è finito bene grazie anche all’intervento dei due presidenti”. A bordo di nave Diciotti c’erano anche tre donne, quattro bambini e due minorenni non accompagnati, un pakistano di 16 anni e un egiziano di 17. La maggior parte dei migranti proviene dal Pakistan, 23. Sono 12 quelli che arrivano dal Sudan, 10 dalla Libia, sette dalla Palestina, quattro ciascuno da Marocco e Algeria, due dall’Egitto, e uno ciascuno da Ciad, Nepal, Yemen, Ghana e Bangladesh. Una delle donne ha una ferita a un piede. La sua condizione è sotto valutazione medica e potrebbe essere ricoverata in ospedale, assieme al bambino arrivato con lei. Gli altri saranno condotti nel Cie di contrada Milo. Lo sbarco è avvenuto sul molo Ronciglio davanti a circa 50 persone che hanno applaudito al passaggio del bus con i migranti a bordo.
“Sulla Diciotti tutto tranquillo” – Tra i bambini sbarcati a Trapani anche Joseph (nome di fantasia), sette anni, palestinese, che viaggia con i genitori e altri 4 fratelli. Sahar Ibrahim, italo-egiziana, operatrice Unicef/InterSos a bordo della Diciotti, ha raccontato che il bambino non aveva mai visto il tramonto del sole sul mare e ha chiesto che cosa fosse. “I quattro giorni di navigazione a bordo della nave della guardia costiera – ha aggiunto – sono trascorsi tranquillamente. Le persone erano ovviamente emozionate e impazienti di raggiungere la terra ferma, come succede sempre in tutte le missioni, man mano che la destinazione si avvicina”.
“Dopo un’attesa che sembrava infinita, a un certo punto della notte, quando si è capito che si era sul punto di sbarcare, è esplosa una gioia incontenibile: abbracci, risate, canti, applausi. Finalmente adesso stanno toccando terra”. “Sono persone – ricorda l’operatrice – che scappano dalla guerra, dalla povertà estrema, da Paesi in cui i diritti umani sono calpestati. In questo momento posso solo unirmi alla gioia che ho visto nei loro occhi mentre scendono dalla nave ed essere felice che almeno una parte di quel passato così doloroso sia alle loro spalle”, ha concluso Sahar Ibrahim.