A tre mesi dall’arresto Pier Giorgio Maria Calori è diventato ufficialemente ex primario del Cto-Pini. Accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta della Procura sulle presunte tangenti nell’ambito della sanità milanese ha patteggiato oggi 2 anni e 10 mesi, con un’interdizione dall’esercizio della professione per 8 mesi e un risarcimento di 60mila euro allo stesso Pini, 10mila euro alla Regione Lombardia e la restituzione del profitto del reato per una somma di quasi 300mila euro.
Ad accogliere il patteggiamento, concordato con i procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Letizia Mannella, è stato il gip Carlo Ottone De Marchi che ha anche dichiarato l’estinzione del rapporto di lavoro con l’istituto ortopedico di piazza cardinal Ferrari in quanto la pena patteggiata è superiore ai 2 anni di reclusione. Per Calori, ora libero, il gip decise gli arresti domiciliari con altri 4 primari, e con il direttore sanitario del Pini, Paola Navone, mentre l’imprenditore Tommaso Brenicci, ora ai domiciliari e che dovrebbe pure lui patteggiare, finì in carcere. Per gli altri indagati la Procura dovrebbe chiedere il processo con rito immediato.
Secondo l’accusa gli indagati “svendevano” la loro funzione, in un caso anche a scapito della salute dei pazienti: tangenti in cambio di appalti per la fornitura di protesi. Poi c’èerano quote della società – di cui erano soci occulti – e i relativi utili, sponsorizzazioni per la partecipazione a programmi televisivi, contratti di consulenza, royalties per la vendita di prodotti sanitari, pagamenti delle spese per la partecipazione a congressi, ma anche promesse di prestiti o la sistemazione per i figli. Medici non solo “corrotti” ma “imprenditorializzati” li aveva definiti il gip di Milano, Teresa De Pascale, cheavevav firmato l’ordinanza di custodia cautelare parlando di un vero e proprio “sistema” e di “palese conflitto di interesse“.