C’è tutta una frenesia nell’estremo nord Italia di abbattere lupiorsi. Dopo che il 5 luglio scorso il Consiglio provinciale di Trento ha approvato il disegno di legge proposto dalla giunta – che prevede la cattura e l’eventuale abbattimento di esemplari di queste specie che siano ritenuti rischiosi per l’uomo e per il sistema alpicolturale montano – ecco che arriva con grande tempismo un analogo provvedimento della Provincia autonoma di Bolzano. Anche nel bolzanino, quindi, sarà possibile autorizzare il prelievo, la cattura o l’uccisione di lupi e orsi, una volta acquisito il parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca Ambientale (Ispra) che, come nella provincia di Trento, non sarà comunque vincolante.

Le due province autonome si ritengono evidentemente al di sopra della legge che regola la materia, posto che ai sensi dell’articolo 2 della legge quadro sulla caccia (Legge 157 del 1992), il lupo e l’orso sono specificamente tutelati e la loro tutela si estende a tutte le Regioni, anche a statuto speciale, e alle Province autonome. Del resto, le norme citate non fanno riferimento alla legge quadro, quanto piuttosto alla Direttiva habitat che prevede che si possa derogare al divieto di caccia a fronte dell’esistenza di due condizioni: assenza di alternative e danni o pericoli di vario tipo. Al di là dell’illegittimità della norma, è agevole ricordare come per i lupi esistano le misure di prevenzione contro la predazione di bestiame (recinti e cani da guardiania) e che né i lupi né gli orsi risulta che siano così pericolosi per l’uomo. Gli orsi in compenso hanno attaccato qualche alveare.

Evidentemente non è bastata la sentenza in materia di fauna protetta della Corte dei Conti d’appello del 18 giugno scorso che ha condannato l’allora presidente della Provincia di Bolzano e assessore alle foreste Alois Durnwalder e l’ex direttore dell’ufficio Caccia e pesca della medesima Provincia Heinric Erhard, per aver emanato per anni decine di decreti che consentivano ai cacciatori altoatesini l’uccisione di migliaia di animali selvatici protetti dalle norme europee e nazionali come marmotte e stambecchi. Condanna che si limitava peraltro (essendo la Corte un organo contabile) a calcolare il danno erariale e a quantificarlo in complessivi 1 milione 136 mila 250 euro, in favore dello Stato.

Il contrasto con la normativa nazionale dei due provvedimenti legislativi delle province autonome è talmente evidente, talmente stridente che il ministro dell’Ambiente Sergio Costa si vedrà costretto all’impugnativa delle norme davanti alla Corte costituzionale.

È sempre notizia di questi giorni che in Veneto, invece, il governatore Luca Zaia va in controtendenza rispetto ai suoi colleghi leghisti che hanno votato nelle province autonome, non apponendo la propria firma alla proposta di legge, pur targata Lega, relativa all’abbattimento di lupi nella Regione. Non è che Zaia sia un paladino della tutela dell’ambiente, basta vedere i disastri che stanno arrecando al territorio la Pedemontana veneta e l’estendersi della coltura del Prosecco. Semplicemente, immagino, non vorrà porsi in contrasto con un governo nazionale targato anche Lega.

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