Dopo la Germania, anche la Spagna e il Portogallo, si accodano a Francia e Malta, che hanno dato la disponibilità ad accogliere ciascuno 50 dei 450 migranti recuperati venerdì al largo di Linosa. Mentre arriva il no dei Paesi di Visegrad, che per bocca del premier ceco Andrej Babis definiscono la richiesta italiana “la strada verso l’inferno“. Dopo l’anticipazione di fonti di governo che considerano “un successo” la reazione dei paesi Ue all’appello italiano, è arrivata la conferma direttamente dal portavoce del governo tedesco di Angela Merkel all’Ansa: “La Germania e l’Italia hanno concordato, con riguardo alla più intensa collaborazione bilaterale sui migranti, di accoglierne in questo caso 50″. Anche il premier maltese Joseph Muscat in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confermato “la disponibilità nel prendere in carico persone presenti sull’imbarcazione, come da nostro accordo telefonico“. Ma ha anche definito “del tutto inaccettabile” l’affermazione “secondo cui Malta non avrebbe rispettato i suoi obblighi“. E lo stesso Conte ha twittato nel tardo pomeriggio l’apertura di Madrid e Lisbona.
Sabato il premier italiano aveva scritto una lettera ai presidenti di commissione e Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, e alle cancelliere di tutta Europa chiedendo di applicare le conclusioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno e di dare la propria disponibilità per una redistribuzione immediata dei migranti attualmente su due navi, la Protector di Frontex e la Monte Sperone della Guardia di finanza. È “la strada verso l’inferno“, ha commentato il primo ministro della Repubblica Ceca Babis, aggiungendo che il suo Paese “non prenderà nessun migrante” e chiedendo di attenersi al “principio di volontarietà” per il quale ci si era accordati. Dunque, il governo ceco mantiene rigida la sua posizione anti immigrazione, che condivide con gli altri Paesi del gruppo di Visegrad: Ungheria, Polonia e Slovacchia. “Budapest non accoglie nessuno”, ha ribadito il portavoce del partito di Viktor Orban. “Al momento non abbiamo nulla da annunciare”, è invece per ora la risposta dell’Austria.
Donne e bambini vengono fatti sbarcare – “Speriamo che la situazione si possa sbloccare al più presto possibile, a bordo delle due navi ci sono persone che soffrono e non merci. Al momento non abbiamo alcun segnale“, ha detto intanto Roberto Ammatuna, il sindaco di Pozzallo parlando degli oltre 430 migranti a bordo delle due navi che da sabato si trovano ferme al largo della città del Ragusano. “Quello che sta accadendo è incredibile – ha aggiunto il primo cittadino – sulle navi ci sono persone che hanno bisogno di assistenza e di luoghi adatti a cure e riposo”. “Ci sono 16 mamme con bambini che nei prossimi minuti scenderanno” dalle navi ferme in rada, ha detto Salvini a Rainews24 da Mosca. Che poi ha precisato: “Consentiremo a donne e bambini di sbarcare ed essere messi in sicurezza, per tutti gli altri la linea rimane quella finora seguita”.
Collaborazione Italia-Germania – “Il governo italiano e quello tedesco hanno concordato che la Germania accoglierà 50 dei 450 migranti diretti in Italia e trasbordati su due navi militari. La disponibilità della Germania rientra in un’ottica di futura cooperazione bilaterale in materia di asilo”, si apprende da una nota di Palazzo Chigi. Una cooperazione che riguarda il recepimento dei principi di condivisione e responsabilità reciproca, introdotti nelle conclusioni del consiglio Ue di fine giugno, come aveva evidenziato Conte nella lettera ai suoi colleghi di ieri. E quindi non comprende i movimenti secondari, su cui lo stesso premier aveva già chiuso alla cancelliera Merkel proprio durante il vertice europeo.
Ancora non assegnato porto sicuro – Le due navi intanto sono ancora ferme al lardo di Pozzallo perché non è stato ufficialmente assegnato il porto sicuro per lo sbarco. “A breve arriveranno anche le adesioni di altri Paesi europei“, aveva scritto Conte sabato sera annunciando che Francia e Malta avrebbero accolto in tutto 100 migranti. Dopo il sì della Germania, sono attese quindi le disponibilità di altri Stati, che il premier ha chiamato ad agire “in coerenza” con le conclusioni dell’ultimo vertice Ue e “mettendo così in atto un’azione condivisa a livello europeo“. “Come abbiamo concordato di fare”, ha sottolineato il premier nella lettera. E Conte ne ha approfittato per ricordare anche che “il Governo chiederà l’adeguamento immediato del Piano operativo dell’Operazione Sophia“. Una richiesta sottolineata anche oggi da Matteo Salvini nella sua lettera al Corriere della Sera.
La lettera di Muscat a Conte – Nel messaggio di Muscat a Conte, ottenuto dall’Ansa, il premier maltese sottolinea che il caso della Lifeline, che ha visto Malta accogliere i 230 migranti salvati dalla nave a fronte di un accordo per la loro redistribuzione tra un gruppo di Paesi membri dell’Ue, “non dovrebbe essere usato come un precedente a questo caso odierno, perché è completamente diverso”. Nella vicenda in corso, prosegue Muscat, “Malta, come in tutti i casi precedenti, sta agendo nel pieno rispetto delle regole e convenzioni internazionali”. Muscat ha ribadito che il barcone “era a 53 miglia dal dal territorio italiano quando è entrato nella Sar maltese ed era diretto a Lampedusa”. “Riconosciamo le difficoltà che l’Italia sta affrontando – si legge ancora nella lettera di Muscat – ma certamente la soluzione non è attaccare un partner europeo che affronta le stesse sfide e che manifesta continua solidarietà. Come ben sai, Malta considera l’Italia un partner fondamentale a cui intende manifestare costante solidarietà anche sull’impegnativa questione delle migrazioni nel Mediterraneo”.
Le due navi ferme al largo
Nella notte è stata effettuata una ricognizione da parte del medico marittimo di Pozzallo, Vincenzo Morello, e altri operatori sanitari e non ci sono state evacuazioni mediche. Saranno consegnati viveri e bevande sufficienti per almeno altre 24 ore, anche omogeneizzati, latte e succhi di frutta, per i bambini, e mascherine e vestiti per eventuali necessità. A organizzare la consegna sarà il Comune col coordinamento della Prefettura di Ragusa. Non è prevista al momento alcuna fornitura di farmaci, di cui le navi militari sono dotate.
Intanto è stata dimessa oggi dall’ospedale di Modica la ventenne migrante che ieri è stata evacuata dalla nave Monte Sperone perché fortemente disidratata. Con lei si trovano i suoi due figli che sono stati prelevati successivamente. Restano ancora ricoverati altri due migranti,uno per una grave forma disidratazione e l’altro per una polmonite.
La nave Open Arms dell’ong spagnola Proactiva Open Arms sta di nuovo dirigendosi verso la zona Sar libica. L’imbarcazione risulta seguita a breve distanza dallo yacht Astral, della stessa ong. “Anche se l’Italia chiude i porti – scrive su Facebook l’organizzazione non governativa – non può mettere le porte al mare. Navighiamo verso quel luogo dove non ci sono clandestini o delinquenti, solo vite umane in pericolo. E troppi morti sul fondale”.