di Monica Di Sisto*
Domani 17 luglio a Roma alla Camera appuntamento per parlare di Ceta, Jefta e altri trattati tossici.
Un anno dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo del trattato di liberalizzazione commerciale e regolatoria provvisoria tra Canada e Europa chiamato Ceta, si è sollevato un coro di reazioni all’annuncio da parte del governo Conte, e dei ministri per l’Agricoltura Centinaio e dello Sviluppo economico Di Maio che l’Italia è intenzionata a bocciarne la ratifica. Un impegno assunto in campagna elettorale da M5S, Lega, Fdi, LeU e altri candidati di Forza Italia e Pd, preoccupati dell’impatto che un trattato così pervasivo potesse avere su regole, standard, diritti e ambiente, a fronte di un guadagno di breve periodo concentrato su alcuni settori e solo sulle imprese più grandi e strutturate.
Si attribuiscono al trattato guadagni miracolosi e trasversali e per tutti i settori, a partire dall’agroalimentare. In realtà, a rifare bene i conti dei guadagni interrogando il database di Eurostat aggiornato al mese precedente, e organizzando i dati per mensilità per milioni di euro, si scopre un quadro ben diverso. L’export italiano in Canada, infatti, è in crescita regolare da diversi anni ed è aumentato tra 2016 e 2018 del 7,5%. Ciò è successo in gran parte in assenza di Ceta (i mesi in cui è in vigore sono evidenziati in giallo), visto che è entrato in forza solo a settembre e le migliori performance (indicate nella tabella in rosso) si sono registrate a marzo, giugno e luglio 2017, con flessioni rispetto ai mesi precedenti a settembre, un recupero a ottobre, e una nuova flessione a novembre e dicembre. Per quanto riguarda il 2018, rispetto ai primi 5 mesi del 2017, l’aumento dell’export è del 1,5% e segue le stagionalità e le flessioni degli anni precedenti, quindi senza che si possa neanche attribuire al Ceta alcun effetto di stabilizzazione.
Ma c’è di più. La campagna Stop Ttip Italia già un anno fa aveva presentato in audizione in Senato tutte le sue preoccupazioni rispetto all’impatto del Ceta su standard e regole a salvaguardia dei diritti del lavoro, della salute e dell’ambiente, anche se fosse stato applicato provvisoriamente come oggi. Preoccupazioni che sono state confermate non appena si è riunito per la prima volta il Comitato istituito dal Ceta per discutere di standard sanitari e fitosanitari, come abbiamo già denunciato. L’11 luglio si è tenuto a Bruxelles il terzo incontro del Comitato istituito dalla Commissione europea per confrontarsi con gli esperti di industria, sindacati e società civile sull’impatto dei trattati commerciali. E alcune nuove preoccupazioni emergono da parte di associazioni e consumatori.
E riguardano la protezione della nostra privacy e dati personali messa a rischio da Ceta e simili, stando alle analisi delle principali reti di consumatori europee e transatlantiche European consumer organisation (Beuc), European digital rights (Edri) e Transatlantic consumer dialogue (Tacd). Le organizzazioni denunciano che, nonostante l’Europa abbia adottato delle clausole trasversali a protezione dei dati dei propri cittadini esse non sono applicabili in nessuno dei trattati attualmente in forza o in trattativa e quindi i nostri partner commerciale possono fare della nostra privacy quello che vogliono.
Queste preoccupazioni si presentano (se possibile) ancora più forti nel caso del Jefta: trattato di liberalizzazione commerciale tra Europa e Giappone che vale il doppio del Ceta e, come spieghiamo nel report “Jefta, affari a tutti i costi”, intaccherebbe persino le prerogative dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto).
Le problematiche del Jefta, e gli ultimi aggiornamenti sul Ceta e sulla possibile chiusura da parte Ue delle trattative su altri trattati tossici come quelli con Mercosur, Indonesia, Singapore e Vietnam, verranno presentati alla Camera dei deputati domani 17 luglio a Roma dalle ore 14 alle 17 nella Sala del Cenacolo in vicolo Valdina nell’iniziativa “Accordo commerciale Europa-Giappone No Grazie” promosso dall’intergruppo Parlamentare No Ceta, dalla Piattaforma No Ceta promossa da Coldiretti, Cgil, Arci, Acli Terra, Fairwatch, Fare Ambiente, Greenpeace, Legambiente, Ecoitaliasolidale, Slow Food, Adusbef, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Fondazione Campagna Amica, Fondazione Isscon e Fondazione Univerde e dalla Campagna Stop Ttip Italia, composta da centinaia di organizzazioni tra cui Ari e Terra! Onlus.
Stop TTIP
Campagna Stop TTIP Italia
Zonaeuro - 16 Luglio 2018
Ceta, si crede ancora che porterà guadagni miracolosi. Ma i numeri dicono altro
di Monica Di Sisto*
Domani 17 luglio a Roma alla Camera appuntamento per parlare di Ceta, Jefta e altri trattati tossici.
Un anno dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo del trattato di liberalizzazione commerciale e regolatoria provvisoria tra Canada e Europa chiamato Ceta, si è sollevato un coro di reazioni all’annuncio da parte del governo Conte, e dei ministri per l’Agricoltura Centinaio e dello Sviluppo economico Di Maio che l’Italia è intenzionata a bocciarne la ratifica. Un impegno assunto in campagna elettorale da M5S, Lega, Fdi, LeU e altri candidati di Forza Italia e Pd, preoccupati dell’impatto che un trattato così pervasivo potesse avere su regole, standard, diritti e ambiente, a fronte di un guadagno di breve periodo concentrato su alcuni settori e solo sulle imprese più grandi e strutturate.
Si attribuiscono al trattato guadagni miracolosi e trasversali e per tutti i settori, a partire dall’agroalimentare. In realtà, a rifare bene i conti dei guadagni interrogando il database di Eurostat aggiornato al mese precedente, e organizzando i dati per mensilità per milioni di euro, si scopre un quadro ben diverso. L’export italiano in Canada, infatti, è in crescita regolare da diversi anni ed è aumentato tra 2016 e 2018 del 7,5%. Ciò è successo in gran parte in assenza di Ceta (i mesi in cui è in vigore sono evidenziati in giallo), visto che è entrato in forza solo a settembre e le migliori performance (indicate nella tabella in rosso) si sono registrate a marzo, giugno e luglio 2017, con flessioni rispetto ai mesi precedenti a settembre, un recupero a ottobre, e una nuova flessione a novembre e dicembre. Per quanto riguarda il 2018, rispetto ai primi 5 mesi del 2017, l’aumento dell’export è del 1,5% e segue le stagionalità e le flessioni degli anni precedenti, quindi senza che si possa neanche attribuire al Ceta alcun effetto di stabilizzazione.
Ma c’è di più. La campagna Stop Ttip Italia già un anno fa aveva presentato in audizione in Senato tutte le sue preoccupazioni rispetto all’impatto del Ceta su standard e regole a salvaguardia dei diritti del lavoro, della salute e dell’ambiente, anche se fosse stato applicato provvisoriamente come oggi. Preoccupazioni che sono state confermate non appena si è riunito per la prima volta il Comitato istituito dal Ceta per discutere di standard sanitari e fitosanitari, come abbiamo già denunciato. L’11 luglio si è tenuto a Bruxelles il terzo incontro del Comitato istituito dalla Commissione europea per confrontarsi con gli esperti di industria, sindacati e società civile sull’impatto dei trattati commerciali. E alcune nuove preoccupazioni emergono da parte di associazioni e consumatori.
E riguardano la protezione della nostra privacy e dati personali messa a rischio da Ceta e simili, stando alle analisi delle principali reti di consumatori europee e transatlantiche European consumer organisation (Beuc), European digital rights (Edri) e Transatlantic consumer dialogue (Tacd). Le organizzazioni denunciano che, nonostante l’Europa abbia adottato delle clausole trasversali a protezione dei dati dei propri cittadini esse non sono applicabili in nessuno dei trattati attualmente in forza o in trattativa e quindi i nostri partner commerciale possono fare della nostra privacy quello che vogliono.
Queste preoccupazioni si presentano (se possibile) ancora più forti nel caso del Jefta: trattato di liberalizzazione commerciale tra Europa e Giappone che vale il doppio del Ceta e, come spieghiamo nel report “Jefta, affari a tutti i costi”, intaccherebbe persino le prerogative dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto).
Le problematiche del Jefta, e gli ultimi aggiornamenti sul Ceta e sulla possibile chiusura da parte Ue delle trattative su altri trattati tossici come quelli con Mercosur, Indonesia, Singapore e Vietnam, verranno presentati alla Camera dei deputati domani 17 luglio a Roma dalle ore 14 alle 17 nella Sala del Cenacolo in vicolo Valdina nell’iniziativa “Accordo commerciale Europa-Giappone No Grazie” promosso dall’intergruppo Parlamentare No Ceta, dalla Piattaforma No Ceta promossa da Coldiretti, Cgil, Arci, Acli Terra, Fairwatch, Fare Ambiente, Greenpeace, Legambiente, Ecoitaliasolidale, Slow Food, Adusbef, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Fondazione Campagna Amica, Fondazione Isscon e Fondazione Univerde e dalla Campagna Stop Ttip Italia, composta da centinaia di organizzazioni tra cui Ari e Terra! Onlus.
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
Economia & Lobby
A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
Cronaca
Francesco, condizioni critiche ma stazionarie: “Nuova tac di controllo”. Ha visto il cardinale Parolin. Buenos Aires in ansia per il ‘suo’ Papa
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Le Idf e lo Shin Bet hanno sventato un piano terroristico che prevedeva l'uso di una bomba da 100 kg a Kabatiya, in Cisgiordania. Lo ha reso noto l'Idf, aggiungendo che nel corso dell'operazione, i soldati hanno perquisito decine di siti, arrestato 15 terroristi, localizzato armi e smantellato esplosivi.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Sono stata rapita dai terroristi di Hamas il 7 ottobre dal Nova Festival insieme al mio compagno, Avinatan Or. Siamo stati presi con la forza, separati e siamo entrati nell'inferno sulla terra". Lo ha detto l'ostaggio liberato Noa Argamani al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, aggiungendo che "non abbiamo più tempo! Sono qui oggi, il che è un miracolo, ma ci sono ancora 63 ostaggi che stanno vivendo questo incubo, senza sapere se vivranno o moriranno. Non c'è bisogno che vi racconti di Kfir e Ariel Bibas e della loro madre Shiri. Una madre e i suoi bambini che sono stati brutalmente assassinati in prigionia".
Roma, 25 feb (Adnkronos) - Ha da poco preso il via alla Camera la 'chiama' dei deputati per il voto alla mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo Daniela Santanchè.