Anche le iniziative del governo che non riguardano i temi intoccabili per oltre un ventennio nel nostro singolare Paese, a pena di interdizione e/o emarginazione dai gangli del potere come il conflitto di interessi, il rigoroso mantenimento dei privilegi della casta, l’impunità per i potenti rinominata “garantismo“, riescono a suscitare reazioni e commenti tanto veementi quanto inimmaginabili.

Così a finire sotto gli strali dei “difensori” degli imprenditori  dell’italica operosità minacciata dalla presunta foga ambientalista e peggio ancora animalista che aleggerebbe nel governo giallo-verde è stato il ministro Sergio Costa, già nella squadra dei ministri pentastellati presentata di Luigi Di Maio, generale di brigata dei carabinieri per la tutela forestale nel 2017 e impegnato a combattere il degrado della Terra dei fuochi.

Ma che cosa ha meritato a un uomo schivo e a un ministro finora defilato l’onore, tra molte altre attenzioni, di essere il destinatario di un’invettiva infuocata di Sallusti dal titolo altamente allarmante Se salvano i lupi e cacciano noi?

Il casus belli all’origine della vibrante indignazione del direttore del Giornale che il 10 luglio gli ha dedicato l’editoriale e nelle pagine interne un articolo Il governo tutela orsi e lupi ma va a caccia di imprenditori (in cui si afferma, tra l’altro, che “a fine 2017, gli scienziati che hanno studiato il caso dichiararono – al termine di una ricerca – che ‘la Terra dei Fuochi era una fake news’) è la temeraria intenzione del ministro Costa di impugnare le leggi delle province autonome di Trento e Bolzano che autorizzano la cattura e l’uccisione di orsi e lupi colpevoli di avvicinarsi ad aree abitate e coltivate.

Poco importa per i nemici dell’ambiente e delle creature che lo popolano, di cui noi rappresentiamo solo una declinazione, che “lupo ed orso siano specificamente tutelati e che la loro tutela si estenda a tutte le regioni anche a statuto speciale e alle province autonome” e che, dunque, come ha sottolineato l’ambientalista Fabio Balocco nel suo blog, il ministro dell’ambiente si trovi costretto all’impugnativa della norma davanti alla Corte Costituzionle.

Naturalmente Sallusti non voleva solo infierire contro i lupi e gli orsi “assassini” ma, in perfetta sintonia con Berlusconi, mettere all’indice un governo – ovviamente in balìa dei barbari “comunisti” pentastellati – che tutela “le belve” e si comporta da “bracconiere” con imprenditori e pensionati, anche loro “specie in via di estinzione”, che vengono “scuoiati” con il decreto Dignità “altrimenti detto ‘ammazza aziende’”, “il taglio alle pensioni” e “la mancata reintroduzione dei voucher“. Solo en passant vale la pena di osservare che per ora c’è stata solo l’approvazione alla Camera della delibera di abolizione dei vitalizi agli ex parlamentari, mentre i voucher potrebbero essere reintrodotti, forse esclusivamente per i contratti stagionali.

Quanto ai motivi di avversione e di allarme per il presunto “attivismo” di Costa, non si esauriscono nella sua attenzione ai profili di incostituzionalità ravvisati nelle delibere delle province autonome di Trento e Bolzano. Come ha ribadito in questi giorni, anche a L’Aria che tira, il ministro dell’Ambiente non solo vuole con il decreto sulla Terra dei fuochi trasferire, come logico, le competenze dal ministero delle Politiche agricole a quello dell’Ambiente, ma ha addirittura avanzato la proposta di sequestrare i beni frutto di reati ambientali, come avviene per quelli della mafia. E ha spiegato “non basta punire ma bisogna prendere a chi ha commesso questi reati, con la stessa logica adottata per chi ha commesso reati di mafia”. Un proposito troppo “temerario” per non destare “prevedibili” allarmi tra i tanti allergici alla legalità.

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