378 migranti dei 450 rimasti a bordo delle due navi della Guardia di Finanza e del dispositivo Frontex sono sbarcati al porto di Pozzallo. L’autorizzazione ad attraccare per le due navi con i 450 migranti è arrivata nella notte, dopo che l’Italia ha ricevuto anche la disponibilità di Spagna e Portogallo ad accogliere 50 migranti a testa, come già avevano fatto Germania e ancora prima Francia e Malta. Nel frattempo anche l’Irlanda ha detto di essere pronta a farsi carico di 20 delle persone sbarcate. “Oggi per la prima volta potremo dire che sono sbarcati in Europa“, ha dichiarato la presidenza del Consiglio. L’ha definita una “vittoria politica” il ministro dell’Interno.

Dopo che già domenica erano scesi a terra malati, donne e bambini, anche i 184 uomini a bordo della nave Protector di Frontex e successivamente i 209 del pattugliatore della Finanza, Monte Sperone, sono stati tutti sbarcati. Al porto di Pozzallo sono arrivati 128 minori non accompagnati, tre minori accompagnati, 44 donne e 272 uomini. Quattro migranti sono morti annegati prima del salvataggio.  Queste le nazionalità presenti: dalla nave della Finanza sono sbarcati 180 eritrei, 44 somali, 5 dalle Isole Comore, 2 etiopi, 13 nigeriani, 11 del Madagascar, 4 dalla Palestina, 3 dalla Siria, 3 dalla Costa D’Avorio e uno dal Sudan. Sulla nave di Frontex ci sono 185 migranti: 107 eritrei, 50 somali, 10 camerunesi, 6 libici, 4 dal Bangladesh, 4 nigeriani, 2 algerini, un egiziano e un tunisino. “Ero partito con mio padre ma non ce l’ha fatta, è morto durante la traversata del deserto per arrivare nel porto in Libia dove ci siamo imbarcati”, ha raccontato un ragazzino di 15 anni, uno dei tanti 128 senza genitori.

Ora sono al lavoro gli uomini della Prefettura e della Questura per il ricollocamento dei migranti negli altri Paesi europei che hanno dato la disponibilità. Intanto le persone vengono accompagnati all’hotspot di Pozzallo. Durante lo sbarco, la Squadra mobile di Ragusa ha fermato alcuni uomini con l’accusa di essere gli scafisti della traversata nel mare. Una decina di uomini sono stati portati in Questura e sono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le due navi militari che hanno soccorso il barcone si trovavano da quasi due giorni in rada in attesa delle comunicazioni di un porto sicuro di sbarco. 

La strategia di Conte – Le scelta di far scendere già ieri donne e bambini, secondo quanto fanno trapelare fonti di Palazzo Chigi, è stata presa su iniziativa dello stesso premier Conte.  “Questa è la solidarietà e la responsabilità che abbiamo sempre chiesto all’Europa e che ora, dopo i risultati ottenuti all’ultimo Consiglio europeo, stanno cominciando a diventare realtà”, ha esultato su Twitter. L’obiettivo del governo è quello di evitare di aprire un contenzioso con Bruxelles ad ogni nave in arrivo, cercando di elaborare un sistema che possa partire in automatico. La strada è ancora lunga, ma certo intanto la risposta dei grandi Paesi europei c’è stata. Conte è consapevole di essere riuscito a ottenere questo risultato tramite la strategia diplomatica, evitando i toni urlati dei casi precedenti, dalla nave Diciotti fino alla Aquarius.

Moavero: “Risvegliato l’Ue” – “Direi che abbiamo risvegliato l’Europa con azioni e proposte motivate e sostenibili”, dice il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in un’intervista a Libero. “C’è un costante, stretto coordinamento, presieduto dal premier Conte, tra i ministri competenti: Trenta, Salvini, Toninelli e io”, rimarca il ministro, secondo il quale “all’ultimo vertice Ue abbiamo, per la prima volta, ottenuto che si mettesse nero su bianco lo schema di una vera politica comune per l’immigrazione”. “Abbiamo chiesto ai partner Ue di passare ai fatti. Il risultato c’è: la responsabilità sui migranti in arrivo dal mare viene suddivisa tra Stati diversi prima del loro approdo e sbarco – dichiara il titolare della Farnesina – è molto positivo che alcuni abbiano aderito”. “Questo è un caso diverso da quelli della nave ong Aquarius e della Lifeline, che furono gestiti in una logica emergenziale. Ora stiamo agendo a valle di precise indicazioni del Consiglio Europeo, dunque in un quadro istituzionale strutturato, seppure volontario“, ha concluso Moavero.

Medico: “Casi di scabbia, donne denutrite” – Khosrow Mansour Sohani, il medico dell’hotspot di Pozzallo che ha visitato i migranti appena arrivati, ha riferito di “tantissimi casi di scabbia, donne denutrite, molte persone disidratate. Non è un quadro clinico idilliaco ma neanche drammatico”. “Ho lavorato tutta la notte – ha detto il medico – perché nel centro sono arrivati i migranti a singhiozzo provenienti dalle due navi. Prima in tarda serata le donne e i bambini della nave Monte Sperone, poi gli uomini della Protector e infine gli uomini della nave della Gdf”. “Non c’è stato un attimo di pausa ma abbiamo affrontato bene l’emergenza”, ha aggiunto.

Le tappe
La lettera di Conte –
 Sabato il premier italiano aveva scritto una lettera ai presidenti di commissione e Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, e alle cancelliere di tutta Europa chiedendo di applicare le conclusioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno e di dare la propria disponibilità per una redistribuzione immediata dei migranti salvati da un barcone al largo di Linosa dalle due navi, la Protector di Frontex e la Monte Sperone della Guardia di finanza. Conte ha chiamato gli altri Paesi Ue ad agire “in coerenza” con le conclusioni dell’ultimo vertice di fine giugno, “mettendo così in atto un’azione condivisa a livello europeo“. “Come abbiamo concordato di fare”, ha sottolineato più volte nella lettera, citando il testo finale del Consiglio Ue.

Le disponibilità – Dopo Francia e Malta, si sono accodate Germania, Spagna e Portogallo:, dando la disponibilità ad accogliere ciascuno 50 dei 450 migranti. Il portavoce del governo tedesco di Angela Merkel all’Ansa ha dichiarato: “La Germania e l’Italia hanno concordato, con riguardo alla più intensa collaborazione bilaterale sui migranti, di accoglierne in questo caso 50″. Una collaborazione, hanno precisato da Palazzo Chigi, che non riguarda però i movimenti secondari. Anche il premier maltese Joseph Muscat in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio ha confermato “la disponibilità nel prendere in carico persone presenti sull’imbarcazione, come da nostro accordo telefonico“. Ma ha anche definito “del tutto inaccettabile” l’affermazione “secondo cui Malta non avrebbe rispettato i suoi obblighi“. E lo stesso Conte ha poi twittato nel tardo pomeriggio l’apertura di Madrid e Lisbona.

Il no di Visegrad – È “la strada verso l’inferno“, ha commentato invece il primo ministro della Repubblica Ceca Babis, aggiungendo che il suo Paese “non prenderà nessun migrante” e chiedendo di attenersi al “principio di volontarietà” per il quale ci si era accordati. Dunque, il governo ceco mantiene rigida la sua posizione anti immigrazione, che condivide con gli altri Paesi del gruppo di Visegrad: UngheriaPolonia e Slovacchia. “Budapest non accoglie nessuno”, ha ribadito il portavoce del partito di Viktor Orban. “Al momento non abbiamo nulla da annunciare”, è stata invece per ora la risposta dell’Austria.

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