Politica

Piemonte, il presidente Chiamparino non si ricandiderà: “Perdiamo tutto da 2 anni, serve un momento di rottura”

Il governatore non correrà alle Regionali 2019: "In Piemonte perdiamo qualsiasi elezione da due anni a questa parte, non so cosa debba ancora succedere, serve discontinuità nelle candidature"

L’aveva definita come “ultimissima spiaggia” e oggi arriva la conferma definitiva: Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, non si ricandiderà alle elezioni regionali previste nel 2019. “In Piemonte perdiamo qualsiasi elezione da due anni a questa parte, non so cosa debba ancora succedere per capire che serve una rottura, una discontinuità nelle candidature” ha dichiarato venerdì scorso, in occasione del convegno organizzato da Pd a Baveno, sulle rive del Lago Maggiore. Un luogo già di per sé evocativo, dal momento che tra sei mesi nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola si voterà il referendum per il passaggio dal Piemonte alla Lombardia.

“Abbiamo di fronte una stagione di congressi, usiamoli per decidere se vogliamo un’alleanza, con quali partiti e discutiamo anche della figura di candidato presidente che vogliamo” ha sentenziato Chiamparino, cercando di indicare una nuova via per individuare il prossimo candidato governatore e ribadendo la necessità di trovare “energie nuove“. E ha così ironizzato: “Al massimo posso fare come il generale Custer che resta lì per ultimo a tenere la bandiera”. Le sconfitte elettorali sono dunque per Chiamparino il segnale principale dell’urgenza di cambiamento nel Partito Democratico. Intanto, alla sua giunta ha dato una sufficienza piena per i risultati ottenuti, “ma sono il primo a riconoscere che questo non è sufficiente. La gente non vota sui risultati, ma sui sogni e sulle emozioni“. A seguito di queste dichiarazioni, il segretario Pd Maurizio Martina, aveva accolto l’impegno “a seguire la sua indicazione di aprire anche il progetto per il Piemonte a nuove energie”.

Il primo commento ad arrivare dopo la conferma del passo indietro di Chiamparino è quello del capogruppo di Liberi e Uguali in Piemonte Marco Grimaldi, che lo ringrazia per il suo operato e condivide il bisogno di “progetti e volti nuovi per smuovere tutta la passione civile possibile, non possiamo farci battere da chi se la prende con gli ultimi lasciando i primi liberi di dettare le regole e di dare le carte”.