“Sii donna, fa quel che ti pare“: è la risposta con cui alcune marocchine hanno reagito alla campagna contro il bikini lanciata nel Nord Africa nel 2015 e ripresa anche quest’anno in Marocco.
Partita il 9 luglio, l’iniziativa per contrastare l’uso del costume “due pezzi” si è diffusa attraverso una pagina Facebook filo-islamista con l’hashtag “Sii uomo” – traduzione di “Koun-rajul” – ottenendo più di 4mila like e quasi 14mila condivisioni. A sostegno della tesi, viene citato anche un passo del Corano che recita: “Ogni donna che tolga i suoi abiti fuori dalla casa del marito, in verità è come togliesse il velo tra se stessa e Dio”.
La risposta delle donne non si è fatta attendere. Sono così comparse fotografie risalenti agli anni Sessanta e Settanta, quando sulle spiagge di Casablanca le ragazze erano libere di indossare bikini e minigonne, come in una qualsiasi città europea. E anche i commenti delle utenti sono una dura risposta al tentativo di imposizione sessista.
Tra i commenti, si legge: “Un passo indietro di oltre 100 anni”, “Solo un imbecille può aderire a una campagna del genere”. E c’è anche chi parla di “aberrazione” e chi ricorda che “la donna è un essere umano”, quindi “chi sei tu per decidere cosa debba indossare?”