Nella città toscana ha vinto il centrodestra dopo 25 anni. Benedetti, a capo dell'assemblea da pochi giorni, spiega: "Ho avuto un'impressione strana parlando con qualcuno in Comune. Quello che diciamo in maggioranza deve restare tra noi". I predecessori del centrosinistra: "Ci viene da ridere: fa solo cinema. O magari ha così paura per qualcosa da nascondere"
“Non vorrei che qualcuno ascoltasse quello che diciamo”. Stefano Benedetti, neo presidente del consiglio comunale di Massa, ex roccaforte rossa conquistata dal centrodestra a trazione leghista dopo 25 anni di giunte di centrosinistra, segue le voci di corridoio, gli spifferi e “un’impressione strana avuta parlando con qualcuno in Comune”. Così i due primi atti da presidente dell’assemblea cittadina sono stati quelli di far cambiare la serratura dell’ufficio e chiedere al sindaco Francesco Persiani una bonifica ambientale di tutti gli uffici comunali da possibili microspie. “Credo che sia necessario fare una verifica sul fatto che gli assessori della giunta precedente abbiano potuto mettere delle microspie – dice Benedetti al ilfattoquotidiano.it – Non abbiano niente da nascondere ma quello che ci diciamo nei nostri uffici deve rimanere tra assessori, sindaco e consiglieri comunali e non può entrare nella disponibilità di terze persone”. I suoi predecessori però parlano di boutade e respingono l’accusa al mittente: “Mi vien da ridere – replica l’ex presidente del consiglio comunale di Massa Domenico Ceccotti – probabilmente Benedetti ha qualcosa da nascondere”.
Benedetti – consigliere comunale da vent’anni, eletto con Forza Italia, un passato da militante nella destra estrema – è stato eletto presidente del consiglio comunale di Massa la scorsa settimana alla terza votazione e – racconta – appena lunedì si è insediato in ufficio ha fatto cambiare la serratura della porta: “Qualcuno potrebbe avere una copia della chiave e io voglio essere sicuro che nessuno entri in mia assenza”. Poi, continua, “ho mandato una mail al sindaco chiedendogli di commissionare una bonifica ambientale nei nostri uffici. Non è una decisione che ho preso improvvisamente: negli ultimi tempi in Comune girano strane voci e ho sentito personalmente battute di persone che ci dicevano di stare attenti a ciò che diciamo. Ovviamente, non ho la certezza ma un dubbio: magari la bonifica avrà esito negativo ma una volta fatta saremo sicuri di non essere ascoltati fuori dal Comune”. Ora la palla passa al sindaco Persiani che dovrà decidere se dar seguito alla richiesta di Benedetti e trovare una piccola voce in bilancio per affidare il servizio antispionaggio negli uffici comunali.
Gli amministratori della ex giunta di centrosinistra guidata da Alessando Volpi non riescono a prenderla così sul serio: “E’ una delle sue trovate bizzarre, fa solo cinema – commenta a ilfatto.it l’ex vicesindaco Uilian Berti – L’accusa nei nostri confronti è priva di fondamento. E poi gli strumenti di controllo come le microspie le mettono gli inquirenti: invece bisognerebbe chiedersi perché lui, appena insediato, decide di bonificare un’area pubblica”. Tra gli ex amministratori del Pd, infatti, c’è chi passa al contrattacco: “A essere cattivo penso che la nuova giunta abbia qualcosa da nascondere – dice il predecessore di Benedetti, Domenico Ceccotti – con noi le porte del Comune erano sempre aperte a tutti, si vede che hanno paura di qualcosa”.
Benedetti è stato eletto soprattutto per la sua esperienza maturata in venti anni di consiglio comunale: “Non cerco vendette nei confronti di chi mi ha preceduto. Sarò il timoniere di tutti e garantirò i diritti delle minoranze”. Un’elezione tra le polemiche per via del suo passato tutto a destra, parecchio destra. “Non rinnego il mio passato politico e la mia militanza a destra dall’età di 12 anni” conferma a chi gli chiede conto della sua esperienza politica. “E’ un fascista – taglia corto il Pd – non può ricoprire quell’incarico”. Gioventù passata nei gruppi extraparlamentari di estrema destra (“erano anni di militanza, ovunque ci aspettavano e ci menavano” ha confessato giorni fa al Tirreno), poi la trafila nel Movimento Sociale Italiano e infine la svolta di Fiuggi con l’atto di nascita di Alleanza Nazionale. Nel 2008 Benedetti si candida a sindaco di Massa con “La Destra” di Storace riuscendo a raccogliere un dignitoso 7,4 per cento per poi dimezzare il proprio bacino di voti cinque anni dopo, stavolta con una lista civica. In città è noto soprattutto per le sue decine di interrogazioni e denunce come consigliere di opposizione e per le sue uscite singolari: nel 2009 fu l’ideatore delle cosiddette SSS (Soccorso sociale e sicurezza), sigla per lo meno perlomeno scivolosa per indicare le ronde cittadine “fai da te” di volontari massesi con l’obiettivo di garantire l’ordine in città. Benedetti, tra le altre cose, è stato condannato in primo grado a mille euro di multa per diffamazione nei confronti dell’ex assessore Fabrizio Brizzi. Aveva detto e aveva scritto (in alcune mail a dei dipendenti comunali) che “un assessore con una pancia così in una città piena di poveri era una vergogna”. In quel caso per la querela non servirono microspie.