Trentuno arresti, sei ricercati. In carcere anche membri della famiglia Spada e un affiliato al clan ‘ndranghetista degli Strangio. È il risultato di un’operazione dei carabinieri, frutto dell’indagine coordinata dalla Dda di Roma, in corso tra la Capitale, Reggio Calabria e Cosenza contro il clan Casamonica al comando del quale c’era Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione.
Una donna del clan ha aiutato gli inquirenti – “Una consorteria mafiosa di estrema pericolosità“, riassume il giudice per le indagini preliminari Gaspare Sturzo nell’ordinanza che contiene intercettazioni telefoniche, le parole dei pentiti e i riscontri dei militari dell’Arma su clan che controlla i quartieri Appio e Tuscolano e ha la sua “centrale” nel vicolo di Porta Furba. E si muove come una “famiglia di ‘ndrangheta potente”, ha raccontato un pentito – di origine calabrese – agli inquirenti. Con i magistrati ha parlato anche l’ex compagna di un Casamonica. Due collaborazioni definite “molto importanti” dai pm, perché rappresentano “un vulnus importante sull’area di impenetrabilità” del gruppo. La donna non sarebbe stata mai bene accetta e avrebbe subito comportamenti che abitualmente il gruppo riservava agli estranei. Fuggita di casa dopo che di fatto sarebbe stata tenuta in stato di segregazione dalle altre donne della famiglia, ad accudire i figli, ha deciso di aiutare i magistrati.
Tutte le accuse. Tra le vittime c’è Marco Baldini – Secondo l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Giovanni Musarò, gli arrestati sono responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso, per un totale di 55 capi d’imputazione. Tra le vittime di usura, secondo la ricostruzione degli inquirenti, c’era anche il conduttore radiofonico Marco Baldini; mentre tra le persone arrestate appartenenti alla famiglia Spada c’è anche il pugile Domenico Spada, ex campione del mondo Silver Wbc nella categoria pesi medi.
Sequestrate discoteche, ristoranti e palestre – Sequestrata anche la sua palestra a Marino, alle porte di Roma. Sigilli a diversi locali nel centro della Capitale, tra i quali un ristorante alle spalle del Pantheon, un centro estetico ed una discoteca a Testaccio, oltre a numerosi conti correnti ed autovetture nella disponibilità degli indagati. Sequestrati anche quattro alloggi popolari dislocati a Roma e provincia, occupati irregolarmente da alcuni degli indagati e in alcuni casi estorti ai legittimi assegnatari a seguito di debiti contratti con il clan.
“Se sanno che parlo, sono morto” – Come riporta il Corriere della Sera, agli atti ci sono anche le parole di un pentito: “Sono fortemente intimorito – dice in un passaggio dell’interrogatorio – perché se queste dichiarazioni dovessero essere rese pubbliche io sarei un uomo morto. Quelli sono i Casamonica e con quella gente non si scherza“. Due le persone che si sono pentite, collaborando alle indagini. Per Massimiliano Fazzari, ex componente della banda, i Casamonica sono assimilabili alle “cosche della sua terra”, dice l’uomo di origine calabrese. “Come una famiglia di ‘ndrangheta potente, quando sono tanti e sono organizzati bene diventano potenti sia con i soldi che con i morti”. Da qui si evince, stando all’accusa, la forza intimidatrice del clan. Emersa con forza anche durante i funerali-show del capostipite Vittorio.
Le ‘minacce’ alla banda: “Suonate Il Padrino!” – In quell’occasione, passata alla storia per il volo dell’elicottero e i petali piovuti dal cielo, secondo l’inchiesta non venne neanche pagata la banda. E i musicisti furono costretti ad eseguire le musiche de Il Padrino:”Prima che cominciassimo a suonare, è venuto verso di noi un uomo dell’età di 40-50 anni, dall’aspetto che sembrava di origine zingara; egli, rivolgendosi a tutti noi lì presenti, con fare prepotente ha detto: ‘Dovete suonare Il Padrino!’ – ha detto uno dei musicisti, come riporta il Corriere – Noi non abbiamo accolto questa richiesta dicendo che avremmo preferito le marce funebri, ma egli avrebbe risposto: ‘Qui si fa come dico io, dovete suonare Il Padrino!’. L’atteggiamento dell’uomo e la presenza di tanta altra gente della sua famiglia lì intorno ci ha portato ad eseguire quanto richiesto”.
Raggi e Zingaretti: “Duro colpo al clan” – La sindaca della Capitale, Virginia Raggi, ha commentato il blitz definendolo “un duro colpo” al clan: “Dobbiamo essere tutti uniti contro la criminalità. Ancora una volta insieme per dire fuori la mafia da Roma. Noi non abbassiamo lo sguardo”. Mentre per il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, gli arresti “sono un duro colpo alla criminalità organizzata. Complimenti al Comando provinciale Carabinieri e alla direzione distrettuale antimafia della procura di Roma per il lavoro svolto contro una piaga della nostra città”.
(Ha collaborato Vincenzo Bisbiglia)
Mafie
Roma, blitz contro il clan Casamonica: 31 arresti, 6 ricercati. “Associazione mafiosa dedita all’estorsione e all’usura”
Operazione dei carabinieri al termine dell'inchiesta dell'antimafia romana. Il ruolo di comando attribuito a Giuseppe Casamonica. Secondo l'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, i membri si occupavano del traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura e concessione illecita di finanziamenti. Coinvolto anche il pugile Domenico Spada, appartenente all'omonima famiglia di Ostia ed ex campione del mondo
Trentuno arresti, sei ricercati. In carcere anche membri della famiglia Spada e un affiliato al clan ‘ndranghetista degli Strangio. È il risultato di un’operazione dei carabinieri, frutto dell’indagine coordinata dalla Dda di Roma, in corso tra la Capitale, Reggio Calabria e Cosenza contro il clan Casamonica al comando del quale c’era Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione.
Una donna del clan ha aiutato gli inquirenti – “Una consorteria mafiosa di estrema pericolosità“, riassume il giudice per le indagini preliminari Gaspare Sturzo nell’ordinanza che contiene intercettazioni telefoniche, le parole dei pentiti e i riscontri dei militari dell’Arma su clan che controlla i quartieri Appio e Tuscolano e ha la sua “centrale” nel vicolo di Porta Furba. E si muove come una “famiglia di ‘ndrangheta potente”, ha raccontato un pentito – di origine calabrese – agli inquirenti. Con i magistrati ha parlato anche l’ex compagna di un Casamonica. Due collaborazioni definite “molto importanti” dai pm, perché rappresentano “un vulnus importante sull’area di impenetrabilità” del gruppo. La donna non sarebbe stata mai bene accetta e avrebbe subito comportamenti che abitualmente il gruppo riservava agli estranei. Fuggita di casa dopo che di fatto sarebbe stata tenuta in stato di segregazione dalle altre donne della famiglia, ad accudire i figli, ha deciso di aiutare i magistrati.
Tutte le accuse. Tra le vittime c’è Marco Baldini – Secondo l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal pm Giovanni Musarò, gli arrestati sono responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso, per un totale di 55 capi d’imputazione. Tra le vittime di usura, secondo la ricostruzione degli inquirenti, c’era anche il conduttore radiofonico Marco Baldini; mentre tra le persone arrestate appartenenti alla famiglia Spada c’è anche il pugile Domenico Spada, ex campione del mondo Silver Wbc nella categoria pesi medi.
Sequestrate discoteche, ristoranti e palestre – Sequestrata anche la sua palestra a Marino, alle porte di Roma. Sigilli a diversi locali nel centro della Capitale, tra i quali un ristorante alle spalle del Pantheon, un centro estetico ed una discoteca a Testaccio, oltre a numerosi conti correnti ed autovetture nella disponibilità degli indagati. Sequestrati anche quattro alloggi popolari dislocati a Roma e provincia, occupati irregolarmente da alcuni degli indagati e in alcuni casi estorti ai legittimi assegnatari a seguito di debiti contratti con il clan.
“Se sanno che parlo, sono morto” – Come riporta il Corriere della Sera, agli atti ci sono anche le parole di un pentito: “Sono fortemente intimorito – dice in un passaggio dell’interrogatorio – perché se queste dichiarazioni dovessero essere rese pubbliche io sarei un uomo morto. Quelli sono i Casamonica e con quella gente non si scherza“. Due le persone che si sono pentite, collaborando alle indagini. Per Massimiliano Fazzari, ex componente della banda, i Casamonica sono assimilabili alle “cosche della sua terra”, dice l’uomo di origine calabrese. “Come una famiglia di ‘ndrangheta potente, quando sono tanti e sono organizzati bene diventano potenti sia con i soldi che con i morti”. Da qui si evince, stando all’accusa, la forza intimidatrice del clan. Emersa con forza anche durante i funerali-show del capostipite Vittorio.
Le ‘minacce’ alla banda: “Suonate Il Padrino!” – In quell’occasione, passata alla storia per il volo dell’elicottero e i petali piovuti dal cielo, secondo l’inchiesta non venne neanche pagata la banda. E i musicisti furono costretti ad eseguire le musiche de Il Padrino:”Prima che cominciassimo a suonare, è venuto verso di noi un uomo dell’età di 40-50 anni, dall’aspetto che sembrava di origine zingara; egli, rivolgendosi a tutti noi lì presenti, con fare prepotente ha detto: ‘Dovete suonare Il Padrino!’ – ha detto uno dei musicisti, come riporta il Corriere – Noi non abbiamo accolto questa richiesta dicendo che avremmo preferito le marce funebri, ma egli avrebbe risposto: ‘Qui si fa come dico io, dovete suonare Il Padrino!’. L’atteggiamento dell’uomo e la presenza di tanta altra gente della sua famiglia lì intorno ci ha portato ad eseguire quanto richiesto”.
Raggi e Zingaretti: “Duro colpo al clan” – La sindaca della Capitale, Virginia Raggi, ha commentato il blitz definendolo “un duro colpo” al clan: “Dobbiamo essere tutti uniti contro la criminalità. Ancora una volta insieme per dire fuori la mafia da Roma. Noi non abbassiamo lo sguardo”. Mentre per il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, gli arresti “sono un duro colpo alla criminalità organizzata. Complimenti al Comando provinciale Carabinieri e alla direzione distrettuale antimafia della procura di Roma per il lavoro svolto contro una piaga della nostra città”.
(Ha collaborato Vincenzo Bisbiglia)
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".