“Non ho mai saputo di questa sua ossessione. Non me l’ha mai detto. Leggere queste cose mi spezza il cuore”. Asia Argento ha pubblicato sul suo profilo Twitter un documento inedito con gli sfoghi e i pensieri più intimi del compagno Anthony Bourdain, lo chef 61enne suicidatosi nella sua stanza d’albergo a Strasburgo, in Francia, lo scorso 8 giugno. Le riflessioni sulla vita e sulla morte raccolte dal 2000 al 2016 dal ricercatore John E. Richters dimostrano come Bourdain soffrisse da tempo di depressione e scagionano l’attrice e regista italiana, accusata da molti sul web di esser stata la causa scatenante che ha indotto il compagno al folle gesto.
I never knew about this obsession of his. He never told me. Heart wrenching read: https://t.co/oqQsj4lxz9
— Asia Argento (@AsiaArgento) 16 luglio 2018
Nel documento si legge infatti di come lo chef pensasse al suicidio già diciott’anni fa, quando si definiva “totalmente depresso” e diceva di passare intere giornate a letto “immobilizzato dal senso di colpa, dalla paura, dalla vergogna e dal rimpianto”. Una carrellata di dichiarazioni, alcune già riportate nei suoi libri e in interviste, in cui Bourdain racconta la sua lotta contro depressione, solitudine e infelicità: “Mi piacerebbe essere felice. Mi piacerebbe essere più felice. Io dovrei essere felice…Mi piacerebbe essere in grado di guardare fuori dalla finestra e dire ‘Sì, la vita è bella’”. Nemmeno gli incontri con uno psicoterapeuta erano serviti a sconfiggere i suoi demoni. A lui lo chef confidava infatti di sentirsi “come uno strano”, “molto isolato” e raccontava quanto facilmente “qualcosa di insignificante come un pessimo hamburger mangiato in un aeroporto” potesse mandarlo “in una spirale di depressione che può durare per giorni”.
Tra le confessioni riportate nel testo c’è anche la descrizione del suo stato d’animo durante una crisi, con un chiaro riferimento all’idea del suicidio, da lui visto come unica potenziale via di fuga dalle sofferenze: “Ero completamente depresso – scriveva Bourdain – a letto tutto il giorno, con palpitazioni cardiache, terrori, attacchi di odio verso me stesso così potenti che solo il pensiero di lanciarmi dalla mia finestra del sesto piano su Riverside Drive mi ha dato conforto e mi ha permesso di cullare me stesso in un sonno rassegnato”. Non solo, lo chef racconta anche uno dei suoi incubi ricorrenti: “Sono bloccato in un grande antico hotel vittoriano con camere interminabili e corridoi dai quali cerco di uscire, ma non posso. Voglio tornare a casa, ma non mi ricordo dove si trova”. Un malessere profondo, del quale Asia Argento dice di non essere mai stata a conoscenza. In suo sostegno si sono mosse anche molte attrici e colleghe, impegnate con lei nella battaglia #MeToo, che con una lettera aperta hanno voluto rimarcare la loro vicinanza non alla “star in prima linea”, ma alla donna e amica.