Tutti i genitori, prima o poi, si pongono una domanda: esiste un’età giusta per iniziare a navigare? Secondo la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, smartphone e simili andrebbero vietati fino ai 10 anni, mentre molti pediatri americani li sconsigliano solo prima dei 24 mesi. Quando questo momento arriva, ecco come ci si può tutelare
Dieci regole per proteggere i bambini dalle insidie del web: dal parental control alla scelta dei filmati su YouTube. A stilare la lista dei consigli per proteggere i più piccoli è stata Cynny, azienda fiorentina attenta al tema della sicurezza online, tanto da aver sviluppato la tecnologia MorphCast, che monta in tempo reale le clip di un video pubblicitario adattando i contenuti a età, sesso ed emozioni dello spettatore.
I BAMBINI E IL WEB – L’età in cui i bambini iniziano a intrattenersi con smartphone o tablet si sta abbassando sempre più. I genitori ne fanno esperienza quotidianamente. Un sondaggio condotto in Italia dal Centro per la Salute del Bambino Onlus di Trieste, in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri evidenzia che un infante su cinque entra in contatto con il telefonino addirittura nel primo anno di vita. “L’80% dei bambini fra i 3 e i 5 anni – sottolinea Cynny – sa utilizzare lo smartphone o il tablet per aprire le app di gioco e quelle che riproducono i cartoni animati”. Tutti i genitori, prima o poi, si pongono una domanda: esiste un’età giusta per iniziare a navigare? Secondo la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, smartphone e simili andrebbero vietati fino ai 10 anni, mentre molti pediatri americani li sconsigliano solo prima dei 24 mesi.
LA SICUREZZA ONLINE – Secondo l’azienda fiorentina, comunque la si pensi, la sicurezza online è una priorità, a maggior ragione quando davanti allo schermo ci sono dei bambini. Questo è il motivo che ha spinto verso la messa a punto MorphCast, un nuovo formato multimediale adattativo che coinvolge il pubblico proteggendone la privacy. Lo fa grazie a una tecnologia rivoluzionaria in grado di riconoscere l’età, il sesso e le espressioni di una persona attraverso la fotocamera del computer o dello smartphone. Tutto questo senza comunicare tali informazioni al sito che si sta visitando. MorphCast si accorge se il dispositivo è utilizzato da un minore e percepisce se la sua espressione è di disgusto, panico o di gioia. Di conseguenza, può consentire o negare a monte la visione di contenuti inappropriati.
IL DECALOGO – Ma Cynny ha anche stilato un decalogo per proteggere i piccoli dalle insidie del web. La prima regola riguarda la scelta dei filmati su YouTube, l’app preferita dai piccoli. “Prima di fare per loro una ricerca di video è consigliabile disattivare la riproduzione automatica regolata dall’algoritmo – spiegano da Cynny – e scegliere di persona ogni filmato che verrà visualizzato. Diffidiamo di quei titoli che riportano un ammasso di parole chiave attraenti per i bambini”. Occhio alle chat, luogo preferito dai predatori della rete: “Se vostro figlio non può fare a meno di chattare con i suoi coetanei – consiglia l’azienda – facciamo in modo che utilizzi il nostro telefono e solo per qualche minuto”. Altra regola: leggere le informative. Ogni servizio dovrebbe spiegare bene in che modo gestisce i dati personali degli utenti: “Se le informative non sono chiare o non ci convincono, lasciamo perdere”. Attenzione ai permessi e ai link. Se al momento dell’installazione, un’app chiede il permesso di accedere alle foto e alla rubrica, un’attenzione particolare andrebbe rivolta alla provenienza e all’affidabilità del programma. Ancora di più se si tratta di app che consentono di fare acquisti in-app. Per quanto riguarda i link “quando scopriamo un sito o un’app che potrebbero interessare i nostri figli – spiega Cynny – sarebbe opportuno esplorare il contenuto e controllare che tipo di link e pubblicità propone”. Al di là dei consigli strettamente tecnici, ce ne sono alcuni che riguardano più in generale le cattive abitudini. “Se i nostri bimbi usano un computer fisso – suggerisce Cynny – il consiglio è di tenerlo in un luogo centrale della casa: in cucina, in salotto, ma non nella camera dei piccoli”. Bisogna poi far capire ai ragazzi che le azioni sul web possono avere conseguenze nella vita reale: “Spieghiamo loro di non compilare mai nessun modulo senza la nostra autorizzazione e non rispondere mai a email o richieste di contatto”.
QUALCHE TRUCCO – I genitori, però, hanno diversi strumenti a disposizione: prima di dare uno smartphone a un bambino è necessario cambiare alcune impostazioni. Sia su Android, sia su iPhone, è possibile attivare il parental control per limitare l’accesso ad alcune app e bloccare gli acquisti. Inoltre, si possono filtrare i risultati dei motori di ricerca, tracciare la navigazione e impedire la cancellazione della cronologia. Per proteggere i propri figli da applicazioni non adatte alla loro età, inoltre, sugli smartphone Android è possibile impostare un account Famiglia sul Google Play Store. In questo modo, quando nostro figlio vorrà scaricare un’applicazione dal proprio smartphone, i genitori riceveranno una notifica e dovranno fornire il consenso all’operazione. Esistono, infine, software pensati per garantire una navigazione protetta ai bambini. Di solito, tengono in considerazione due aspetti: le liste nere e l’analisi lessicale. Nella lista nera finiscono tutti i siti classificati come inadatti, mentre l’analisi lessicale controlla in tempo reale e censura le pagine che ospitano temi specifici, come razzismo e droghe. Il limite più grande di questi software, però, è che non possono analizzare contenuti in altre lingue o non testuali, come video e immagini.