Aveva rifiutato una corsa giudicata “troppo breve” ad una coppia di invalidi, per questo un taxista è stato punito con la sospensione della licenza per un mese. L’episodio era accaduto il 18 agosto scorso a Malpensa, vittime una coppia di anziani accompagnati da Liliana Martino, la propria figlia.
La famiglia necessitava di tornare a casa a Cardano al Campo, un comune distante dall’aeroporto cinque chilometri di strada e percorribile in un quarto d’ora. Un percorso giudicato “breve” dall’autista, che lo aveva quindi negato in attesa di attesa di passeggeri diretti verso Milano a cui avrebbe potuto chiedere una corsa piena dalla tariffa di 95 euro.
Era mezzanotte passata e il taxista aveva liquidato in modo frettoloso la richiesta della donna suggerendole semplicemente “di andare davanti alla farmacia dove ci sono i colleghi che fanno le corse brevi”. L’accompagnatrice aveva quindi preso nota della targa promettendosi di denunciare l’accaduto a tempo debito, poi aveva lasciato i genitori anziani da soli per andare verso la zona delle partenze in cerca di aiuto ma, dopo non aver trovato nessuno ed essere tornata indietro, era stata aiutata da un altro taxista, lo stesso che ha poi deposto in suo favore.
La vicenda è stata infatti portata all’attenzione della Commissione disciplinare regionale dei taxi che ha condannato l’uomo sospendendogli la licenza per un mese. Il servizio taxi è infatti un servizio di trasporto pubblico e il rifiuto della corsa è una delle infrazioni più gravi, punibile con la sospensione della licenza tra i 30 e i 90 giorni (come la manomissione del tassametro o addirittura l’adescamento).
All’uomo sono state riconosciute soltanto l’attenuante di non essersi accorto dell’invalidità dei due anziani e la possibilità di spezzare in due il periodo di stop al servizio (a cavallo tra aprile e maggio e all’inizio dello scorso giugno). La Martino aveva accompagnato gli anziani genitori nella loro terra di origine, la Basilicata, come da loro desiderio.