“Se interveniamo sulla legittima difesa nei termini di cui stiamo leggendo in questi giorni, rischiamo di legittimare i reati più gravi, addirittura anche l’omicidio, perché viene meno il principio di proporzionalità“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di InBlu Radio dal presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati, Francesco Minisci, che spiega: “La legge regolamenta già in maniera adeguata e sufficiente tutte le ipotesi di legittima difesa. Nel 2006 sono stati già attuati alcuni interventi di modifica, prevedendo ipotesi particolari nel caso di legittima difesa all’interno del domicilio. Quindi, non vediamo quali possano essere gli ulteriori interventi. In questi giorni abbiamo sentito dire che si vuole eliminare il principio di proporzionalità. Questo però è un principio cardine dal quale non possiamo prescindere”. E aggiunge: “Un altro principio fondamentale è la valutazione del giudice nel caso concreto. Il giudice deve poter valutare le circostanze, ogni aspetto, ogni elemento del caso concreto. Gli automatismi evidentemente creano distorsioni. Ho letto diversi disegni di legge, tra questi è previsto addirittura che un soggetto che torna a casa la sera può sparare ad una persona che vede arrampicarsi sul proprio balcone. In questo caso sarebbe prevista la legittima difesa, questa è una distorsione inammissibile“. Minisci puntualizza: “Se un soggetto sottrae un bene e non mi minaccia, è chiaro che non posso rispondergli sparando, ma chiamo i carabinieri. La ‘giustizia fai da te’ in uno Stato di diritto non può e non deve esistere. Così calpestiamo i più basilari principi costituzionali“. Il magistrato stigmatizza l’uso indiscriminato delle armi e rende un tributo finale a Paolo Borsellino, di cui oggi ricorre l’anniversario della morte: “Il patrimonio inestimabile che ci ha lasciato Paolo Borsellino non lo lasceremo disperdere. Oggi è un onore e un privilegio indossare la stessa toga di Borsellino e poter dire sono un suo collega”. E sottolinea: ” La memoria è il nostro patrimonio. Oggi siamo a Palermo anche per testimoniare la vicinanza ai nostri colleghi palermitani e per dimostrare la compattezza dello Stato, che ci deve sempre essere, contro ogni forma di illegalità e mafia. Quest’ultima” – chiosa – “nel tempo ha cambiato veste. È meno violenta ma più pervasiva e subdola, perché attraverso i capitali che ha accumulato nel tempo è riuscita a inquinare il mercato economico non solo nelle terre d’origine ma in tutto il territorio nazionale. Dobbiamo colpire i patrimoni ed essere efficaci“