Un nuovo progetto editoriale “per i giovani“, interamente digitale, per “andare oltre il giornalismo tradizionale”. Dopo l’annuncio su Facebook, Enrico Mentana ha presentato a Milano il progetto del suo giornale online, che nasce con la promessa di assumere “solo under 33 e over 33 solo se sono dei Cristiano Ronaldo”. E poi: “Mai come oggi serve prima di tutto giornalismo di qualità, e sono convinto che ci siano tantissimi giovani più che meritevoli che non aspettano altro di poter cogliere la loro occasione“. Durante la serata, però, il direttore del Tg La7 ha aperto una disputa dal palco con un giornalista dell’agenzia Dire, che ha fatto una serie di domande sul ruolo di Cairo nel progetto editoriale. Inizialmente Mentana ha evitato di affrontare il tema, poi per due volte ha dato del “coglione” al collega, dicendogli anche “non verrai mai assunto“. Nicola Mente, il giornalista in questione ha risposto di essere già assunto, appunto alla Dire, dicendo al direttore che non può permettersi insulti gratuiti. Mentana lo ha ripreso tornando al punto dell’assunzione dei giovani e non dell’assetto industriale: “Chiedete agli editori dei giornali perché non vengono assunti i giovani da anni“.
Il direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone, ha risposto a Mentana. Ecco una sintesi (qui l’integrale). “Per un attimo il giornalista (Enrico Mentana, ndr) aveva assunto le sembianze di un guru che istruiva i discepoli su come dovrà cambiare l’informazione, il mestiere del cronista. Che si sia trattato di una sorta di trance collettiva, che non si poteva interrompere, lo si è capito quando il semplice (e giovane) cronista dell’agenzia Dire ha riportato tutti alla banalità del quotidiano chiedendo: il giornale lo finanzierà il suo editore Urbano Cairo? Apriti cielo. Alla fine Mentana, infastidito, ha dato del coglione al cronista della Dire. Per una risata dei suoi adepti ha messo alla berlina un cronista colpevole di fare il suo mestiere. Una parolaccia per lui, una medaglia per l’agenzia Dire, dove lavorano 62 giovani giornalisti, età media 34 anni, contrattualizzati”.
Il giorno dopo la diffusione del video, è arrivata la risposta di Mentana, che ha pubblicato su Facebook la propria versione dei fatti. “Sta girando una fastidiosa storiella, che io avrei risposto a male parole a un giornalista che mi stava ponendo domande ‘imbarazzanti’ durante l’incontro con i giovani di Campus Party a Milano. È totalmente costruita, e falsa. I moralisti d’occasione possono riprendere fiato. Come da documentazione filmata, che vedi caso non viene postata, ho risposto con chiarezza a tutte le sue domande, decine di minuti prima dell’alterco che, non a caso, si è concluso con le scuse – non richieste – del giornalista, e che non aveva a che fare con il contenuto delle sue domande. Lo possono confermare tutti i presenti all’incontro dell’altra sera alla Fiera di Milano, oltre seicento giovani“.
NOTA: La redazione de ilfattoquotidiano.it vuole comunicare che negli otto anni di questa avventura (siamo online dal 2010) sono stati assunti per lavorare a questo sito almeno 15 giornalisti under 33, circa l’80% dell’organico. A cui vanno aggiunte assunzioni per area tecnica, blog e social. Il più giovane tra i nostri giornalisti professionisti in redazione ha 25 anni.
Media & Regime - 19 Luglio 2018
Enrico Mentana presenta il progetto per i giovani giornalisti e insulta un cronista: “Sei un coglione, non verrai mai assunto”
La Playlist Media & Regime
Un nuovo progetto editoriale “per i giovani“, interamente digitale, per “andare oltre il giornalismo tradizionale”. Dopo l’annuncio su Facebook, Enrico Mentana ha presentato a Milano il progetto del suo giornale online, che nasce con la promessa di assumere “solo under 33 e over 33 solo se sono dei Cristiano Ronaldo”. E poi: “Mai come oggi serve prima di tutto giornalismo di qualità, e sono convinto che ci siano tantissimi giovani più che meritevoli che non aspettano altro di poter cogliere la loro occasione“. Durante la serata, però, il direttore del Tg La7 ha aperto una disputa dal palco con un giornalista dell’agenzia Dire, che ha fatto una serie di domande sul ruolo di Cairo nel progetto editoriale. Inizialmente Mentana ha evitato di affrontare il tema, poi per due volte ha dato del “coglione” al collega, dicendogli anche “non verrai mai assunto“. Nicola Mente, il giornalista in questione ha risposto di essere già assunto, appunto alla Dire, dicendo al direttore che non può permettersi insulti gratuiti. Mentana lo ha ripreso tornando al punto dell’assunzione dei giovani e non dell’assetto industriale: “Chiedete agli editori dei giornali perché non vengono assunti i giovani da anni“.
Il direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone, ha risposto a Mentana. Ecco una sintesi (qui l’integrale). “Per un attimo il giornalista (Enrico Mentana, ndr) aveva assunto le sembianze di un guru che istruiva i discepoli su come dovrà cambiare l’informazione, il mestiere del cronista. Che si sia trattato di una sorta di trance collettiva, che non si poteva interrompere, lo si è capito quando il semplice (e giovane) cronista dell’agenzia Dire ha riportato tutti alla banalità del quotidiano chiedendo: il giornale lo finanzierà il suo editore Urbano Cairo? Apriti cielo. Alla fine Mentana, infastidito, ha dato del coglione al cronista della Dire. Per una risata dei suoi adepti ha messo alla berlina un cronista colpevole di fare il suo mestiere. Una parolaccia per lui, una medaglia per l’agenzia Dire, dove lavorano 62 giovani giornalisti, età media 34 anni, contrattualizzati”.
Il giorno dopo la diffusione del video, è arrivata la risposta di Mentana, che ha pubblicato su Facebook la propria versione dei fatti. “Sta girando una fastidiosa storiella, che io avrei risposto a male parole a un giornalista che mi stava ponendo domande ‘imbarazzanti’ durante l’incontro con i giovani di Campus Party a Milano. È totalmente costruita, e falsa. I moralisti d’occasione possono riprendere fiato. Come da documentazione filmata, che vedi caso non viene postata, ho risposto con chiarezza a tutte le sue domande, decine di minuti prima dell’alterco che, non a caso, si è concluso con le scuse – non richieste – del giornalista, e che non aveva a che fare con il contenuto delle sue domande. Lo possono confermare tutti i presenti all’incontro dell’altra sera alla Fiera di Milano, oltre seicento giovani“.
NOTA: La redazione de ilfattoquotidiano.it vuole comunicare che negli otto anni di questa avventura (siamo online dal 2010) sono stati assunti per lavorare a questo sito almeno 15 giornalisti under 33, circa l’80% dell’organico. A cui vanno aggiunte assunzioni per area tecnica, blog e social. Il più giovane tra i nostri giornalisti professionisti in redazione ha 25 anni.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.