Ivrea. ll pm Giuseppe Drammis aveva chiesto di considerare la morte dell'operaio come un incidente sul lavoro di cui il titolare dell'azienda doveva essere ritenuto responsabile e aveva chiesto due anni. La famiglia della vittima è stata risarcita
Stava sostituendo la lampadina di un lampione quando fu punto da un insetto, probabilmente una vespa. Poco dopo Davide Zangara, un operaio di 44 anni, cominciò a stare male fino a morire. Ucciso da un choc anafilattico. Era il giugno di 4 anni fa. Il legale rappresentante della ditta è finito sotto processo e ieri è stato condannato a un anno per omicidio colposo dal giudice Ludovico Morello del tribunale di Ivrea. Il pm Giuseppe Drammis aveva chiesto di considerare la morte dell’operaio come un incidente sul lavoro di cui il titolare dell’azienda doveva essere ritenuto responsabile e aveva chiesto due anni.
Pochi giorni prima, come la moglie ha raccontato a La Stampa, l’uomo era stato punto d aun altor insetto e aveva avuto una reazione. L’operaio, che era in servizio a Brozolo, era solo e non riuscì ad allontanarsi di molto: fu trovato qualche ora dopo da un uomo aveva chiesto un’indicazione nel tentativo di raggiungere il paese per cercare una farmacia. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe dovuto prevedere che il suo dipendente che lavorava all’aria aperta potesse incorrere nella puntura di un insetto e correre ai ripari, ad esempio con un abbigliamento adeguato oppure prevedendo che i dipendenti lavorassero in coppia. La difesa – sostenuta dagli avvocati Valentina Sandroni e Stefano Campanello – presenterà ricorso dopo aver letto le motivazioni del verdetto. La famiglia di Zangara, che ha lasciato una moglie e due figli, si è costituita parte civile assistita da da un collegio composto dagli avvocati Luigi Chiappero, Paola Giusti e Maria Turco. I familiari sono stati risarciti.