Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, resta ai domiciliari: questa la decisione del Tribunale del Riesame di Potenza che ha respinto la richiesta di remissione in libertà presentata dai suoi legali, Emilio Nicola Buccico e Donatello Cimadomo. Il governatore si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Lauria (Potenza) dallo scorso 6 luglio, con le accuse di falso e abuso d’ufficio. Pittella non si è dimesso, ma in base alla legge Severino è sospeso dal suo incarico visto il coinvolgimento nell’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Matera sulle raccomandazioni e sui concorsi truccati nella sanità lucana.
Contro questa decisione, i legali si dicono pronti a ricorrere in Cassazione: “Crediamo nell’estraneità del nostro assistito e, pertanto, conosciute le motivazioni, proporremo il ricorso”. Lo scorso 17 luglio, anche il gip di Matera, Angela Rosa Nettis, aveva negato la libertà al presidente della Regione, motivando la sua decisione di confermarlo ai domiciliari con il pericolo di reiterazione del reato perché Pittella si era ricandidato alla guida della Regione.
Per l’accusa il presidente dettava “le sue regole partitocratiche” trasmetteva “i suoi elenchi, le sue liste verdi, le sue direttive” ovvero i nomi dei raccomandati che dovevano vincere i concorsi indetti nel settore della sanità: promossi anche se “hanno fatto tutti schifo”, come registrano gli investigatori in un’intercettazione. Un dato irrilevante perché, secondo la procura di Matera, a contare era la volontà di Pittella: “Sia fatta la sua volontà”, dicono i sottoposti, l’ex commissario Asm Pietro Quinto e il direttore amministrativo Maria Benedetto, che eseguono le indicazioni del governatore.