I colpi di fucile dei cecchini palestinesi in un agguato per ordine di Hamas feriscono a morte un soldato. I colpi di cannone dell’esercito israeliano di risposta provocano 4 morti e almeno 120 feriti. Nella striscia di Gaza la nuova escalation rischia di essere sinonimo di guerra vera e propria. Tanto che le Nazioni Unite – per voce dell’emissario per il Medio Oriente Nickolay Mladenovun – hanno lanciato un appello dai toni quasi drammatici affinchè cessino le ostilità. “Tutti a Gaza devono fare un passo indietro, prima del baratro – dice Mladenovun – Non la settimana prossima, non domani, ma adesso. Quanti vogliono provocare un nuovo conflitto fra palestinesi ed israeliani non devono riuscire nel loro intento”. Una possibile allusione all’Iran, che questa settimana ha organizzato a Gaza un convegno di sostegno alla lotta armata palestinese.
Quattro anni dopo, dunque, Israele ed Hamas sono ad un passo da un nuovo scontro militare. Questi ultimi sono stati mesi di tensione crescente sul confine orientale di Gaza, oggi la situazione è precipitata quando cecchini di Hamas appostati in un gruppo di dimostranti hanno teso un’imboscata ad una pattuglia di confine israeliana. Un soldato è stato colpito in modo grave: è morto all’ospedale. La reazione israeliana è stata immediata e durissima, anche a colpi di cannone: 4 palestinesi (3 dei quali miliziani di Hamas) sono rimasti uccisi, altri 120 sono stati feriti.
Per ore Israele ha colpito con carri armati e caccia obiettivi di Hamas, che ha reagito con colpi di mortaio e razzi sul Neghev. Gli abitanti israeliani della zona sono accorsi nei rifugi mentre a Tel Aviv nel ministero della Difesa il premier Benyamin Netanyahu ha riunito un vertice d’urgenz con il ministro Avigdor Lieberman e il capo di stato maggiore Gady Eisenkot facevano il punto della situazione.
La giornata era iniziata con due sviluppi che sembravano presagire un allentamento della tensione. Dalle pagine del Washington Post tre collaboratori di Donald Trump (Jared Kushner, Jason Greenblatt e l’ambasciatore Usa in Israele David Friedman) hanno informato i due milioni di abitanti della Striscia che importanti aiuti economici internazionali destinati al rilancio della loro economia sono adesso a portata di mano. Per riceverli, hanno aggiunto, occorrerà tuttavia che Hamas rinunci alle violenze “contro Israele e l’Egitto” e che ceda al presidente dell’Anp Abu Mazen la gestione della Striscia. “Parole arroganti” è stata la risposta di Hamas. “Quei funzionari si sono fatti portavoce dell’occupazione israeliana“. Il secondo sviluppo della mattinata era stata l’improvvisa diminuzione del lancio di aquiloni e di palloni incendiari da Gaza verso Israele, come richiesto con insistenza dall’Egitto.
Sembrava l’inizio del ritorno ad una calma precaria sul confine. Ma a Gaza gli animi si sono scaldati durante i funerali di massa di un miliziano di Hamas ucciso ieri sul confine dal fuoco israeliano mentre partecipava al lancio di palloni incendiari. Ai funerali hanno assistito dirigenti politici di Hamas, fra cui Ismail Haniyeh. “La sua morte sarà vendicata”, ha avvertito il braccio armato di Hamas, che poche ore dopo ha infatti teso l’agguato sul confine che ha innescato le violenze odierne. “Hamas ha scelto l’escalation – ha replicato Israele – e ne subirà le conseguenze”.