Ci sono vari modi e motivi per giudicare e condannare la scellerata politica imposta da Matteo Salvini al governo italiano sulla questione dei respingimenti, con il chiaro intento di sfruttare a fini bassamente elettoralistici paure e paranoie di settori del corpo elettorale sempre più insicuri, impauriti, disorientati e irrazionali. Il primo è la sua assoluta disumanità. Forse non tutti se ne rendono pienamente conto ma l’aberrante slogan “prima gli italiani” su cui vorrebbe costruire le proprie fortune elettorali la Lega, in chiara sintonia con forze d’ispirazione nazifascista in modo conclamato, oltre che con la parte peggiore dei 5 stelle, produce il risultato di negare umanità e diritti a chi non ha la cittadinanza italiana, ivi compresi centinaia di migliaia di giovani nati e cresciuti in Italia da genitori migranti. Il risultato è quindi la divisione della popolazione in esseri umani (gli “italiani”) e no (tutti gli altri).

Gli effetti di questa visione, che possiamo definire razzista da tutti i punti di vista, sono ovviamente disastrosi anche per gli “italiani” sia per quanto riguarda lo Stato sociale che i diritti in genere. Non a caso la Lega è da tempo all’avanguardia nella promozione ed esecuzione di politiche di smantellamento e privatizzazione dei servizi pubblici destinati anche e soprattutto agli “italiani”. Non a caso la Lega, contraria in genere alle pur timidissime proposte di contrasto alla precarietà proposte da Luigi Di Maio, ha sostenuto con veemenza la necessità di reintrodurre i voucher in settori come l’agricoltura e il turismo dove lavorano molti migranti ma anche molti “italiani“.

Laddove si può cogliere la raffinata astuzia di certi sovranisti nostrani che da un lato sostengono che la presenza dei migranti indebolisce la forza contrattuale e i diritti dei lavoratori e dall’altro operano fattivamente in sede legislativa e altrove per demolire definitivamente tali diritti. Solo un popolo istupidito da decenni di berlusconismo e di Pd può non rendersi conto di tanta meschina doppiezza, ma purtroppo è proprio quello che si sta verificando, come dimostrano fra l’altro proprio i successi elettorali e sondaggistici di Salvini & C.

Ma non è solo questione di disumanità, che pure per quanto accennato risulta la dimensione determinante anche sul piano politico e sociale. C’è anche l’aspetto della violazione di obblighi fondamentali di soccorso di esseri umani in pericolo di vita, violazione che avviene mediante la chiusura dei porti e la negazione dei salvataggi. Il nostro ordinamento proibisce l’omissione di soccorso con specifiche sanzioni previste sia dal Codice penale (articolo 593) che dal Codice della navigazione (articoli 113 e 1158).

Tale divieto deve considerarsi espressione di un principio generale ribadito da varie convenzioni internazionali e normative europee. La linea di condotta di Salvini e in buona misura del governo Conte, salve salutari disobbedienze di varie navi civili e militari, è informata al principio opposto: fomentare e promuovere in ogni modo l’omissione di soccorso come mezzo assolutamente illecito di pressione politica e di ottenimento a tutti i costi dell’impossibile obiettivo degli “zero sbarchi”. Linea che ha già determinato problematiche umanitarie molto rilevanti e illiceità gravissime sulle quali appare più che matura l’apertura di un’inchiesta da parte della Corte penale internazionale, che dovrà verificare l’eventuale sussistenza di crimini contro l’umanità. Ciò anche alla luce delle evidenti complicità con gli assassini, torturatori e stupratori libici, a volte travestiti da Guardia costiera.

C’è poi un altro aspetto, di grande importanza, che attiene alla natura strutturale e strategica del fenomeno migratorio, che è il prodotto di secoli di politiche coloniali e neocoloniali nei confronti del continente africano. Politiche fatte di sfruttamento selvaggio, distruzione ambientale, depauperamento delle risorse, genocidio, scientifico sabotaggio di ogni possibile alternativa. Politiche criminali delle quali anche l’Italia si è resa protagonista, anche se forse, per motivi storici, in misura inferiore alle altre potenze coloniali europee.

Sono certamente esagerate e terroristiche certe stime correnti sul numero di africani pronti a riversarsi sul territorio europeo. E tuttavia occorre tener conto, per governare adeguatamente il fenomeno, anche di queste sue radici storiche. Certo, pretendere che lo facciano Conte, Di Maio e Salvini, che hanno (specie l’ultimo qui citato) in Donald Trump il proprio ideologo di riferimento e che ragionano secondo l’ottica dei presunti benefici propagandistici a breve termine da ottenere a ogni costo, è come chiedere a una gallina di risolvere un’equazione di terzo grado. Anche e soprattutto qui risiede la tragedia che stanno vivendo gli italiani senza virgolette. E che non riguarda certo esclusivamente o prevalentemente le migrazioni.

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