Quella di giovedì scorso, alla Locanda Rigatoni, vicino piazza San Giovanni a Roma, doveva essere una serata tranquilla per un 21enne e per il suo fidanzato, ma così non è stato. Dopo aver ordinato e mangiato, i ragazzi hanno chiesto il conto e assieme allo scontrino è arrivato anche un insulto omofobo. “No pecorino …sì frocio” si legge chiaramente sul pezzo di carta. Il cameriere ha spiegato ridendo – dopo il reclamo della coppia – che si era trattato di un errore del sistema. È intervenuta anche la proprietaria del locale che, senza mai scusarsi per il comportamento del cameriere, ha prima sostenuto la versione del suo dipendente e poi ha offerto la cena alla coppia, dopo mezz’ora di discussione. Come se non bastasse il cameriere si è anche lamentato con i ragazzi “per avere fatto una brutta figura con gli altri clienti”.
La vicenda, ricostruita così, è stata denunciata dalla coppia alla Gay Help Line di Roma che ha offerto loro anche supporto legale. “Purtroppo ogni anno riceviamo oltre 20mila contatti al nostro servizio, per episodi di omofobia, e molti di questi episodi sono visti come divertenti dagli aggressori anche in casi di violenza” ha dichiarato Fabrizio Marrazzo portavoce del Gay Center. Marrazzo ricorda che i locali hanno licenza pubblica e non sono ammissibili comportamenti discriminatori. La richiesta alla sindaca Raggi è di “revocare la licenza al ristorante e valutare anche le sanzioni da adottare”.
Arriva dal Comune di Roma la condanna al “gravissimo episodio, forma di discriminazione e scherno lesivo di dignità e libertà personali”, con una nota firmata da Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale e Flavia Marzano, assessore alla Roma Semplice. E ricordano che “Roma è, e rimarrà, Capitale dell’inclusione e dell’accoglienza, tanto da aver istituito proprio per i professionisti che lavorano con il pubblico – ristoratori, albergatori, tassisti – corsi formativi incentrati sul galateo dell’accoglienza“. E dopo aver espresso la propria solidarietà alla coppia, assicurano che verranno fatte “opportune verifiche“.
Dal locale fanno sapere che il cameriere protagonista della vicenda “è stato licenziato in tronco, non rappresentando in alcun modo la filosofia e lo stile della Locanda Rigatoni. Ovviamente il responsabile di questa spiacevole vicenda ne risponderà in prima persona” si legge nella nota resa pubblica “La proprietà, lo staff del locale e la direttrice da sempre considerano la Locanda Rigatoni la casa di tutti“. Nel comunicato, poi, si rivolgono direttamente alla comunità lgbt a cui va la richiesta “di costruire insieme un percorso per riaffermare i valori di tolleranza, rispetto e apertura, che sono da sempre gli elementi fondanti del nostro modo di fare ristorazione”.
Quello della capitale non è un caso isolato. Un episodio simile era capitato a Taranto nel 2014: quattro ragazzi, in una pizzeria di Maruggio, avevano ricevuto un “trattamento particolare” dal cameriere, che nella comanda elettronica inviata al pizzaiolo aveva scritto “mi raccomando so ricchioni”. In questo caso il proprietario del locale si era scusato e aveva licenziato il dipendente.
La foto dello scontrino è ripresa dal sito Gay Center che denuncia l’episodio di omofobia.