Leggeri cambiamenti per il model year 2018 della crossover giapponese, che oltre qualche piccolo ritocco qua e là può offrire un esclusivo impianto hi-fi firmato Bose per un'esperienza sensoriale unica. Prezzi a partire da 19.960 euro
Musica, maestro! Uno dei pezzi forti del restyling della Juke, la pioniera delle B-Suv, non alberga infatti né nella meccanica né nell’estetica ma nell’esclusivo impianto sonoro messo a punto dalla Bose per la simpatica vetturetta nipponica costruita nel Regno Unito, a Sunderland. E benché l’operosa città portuale del nord-est inglese non rivaleggi musicalmente con la Liverpool dei Beatles o con la Punk London di Clash & Sex Pistols, guidare – o starsene fermi in parcheggio… – con il volume a palla, sulla Juke 2018, è un’esperienza avvolgente.
Due dei sei altoparlanti sono bene infrattati nei poggiatesta anteriori, mentre i due piazzati nelle portiere, sempre anteriori, offrono una risposta in bassa frequenza così tosta da fare dell’eventuale subwoofer un potenziale disoccupato. E infatti non c’è. Peccato che il pimpante sistema audio della Bose lo si possa godere soltanto sulla versione più chic della gamma, denominata non a caso Bose Personal Edition, che costa 23 mila euro abbondanti e monta il 1.5 turbodiesel da 110 cavalli.
Il gasolio, d’altronde, su questo azzeccato modello della Nissan in Italia l’ha sempre fatta da padrone, catturando oltre il 70 per cento degli acquirenti. E anche sulla macchina appena arrivata in concessionaria il trend continuerà, con buona pace del sindaco di Parigi, che le vetture diesel le manderebbe nello stesso posto in cui i tifosi rossoneri spedirebbero volentieri l’oscuro faccendiere cinese Yonghong Li, fresco (per fortuna!) ex presidente del sodalizio milanese. Per chi si “accontenta” di un hi-fi meno performante e non ama il gasolio, le alternative sono due: il 1.2 a benzina da 115 cavalli e 1.6 a Gpl, che con l’allestimento Visia è anche l’opzione più economica (19.660 euro).
La prima Juke, quando apparve nel lontano 2010, destò parecchia sorpresa per il suo look estremanente… bitorzoluto, che la rese immediatamente unica e divisiva (o fa sorridere e piace, o fa arricciare il naso e non piace). Fu anche la prima suv del segmento B, categoria che ora di questi finti fuoristrada intorno ai quattro metri di lunghezza ne annovera oltre trenta.
Era avanti, quindi, ha avuto successo – in questi giorni dallo stabilimento in UK è uscita la milionesima unità – e infatti otto anni dopo si ripresenta con un secondo restyling. Riducesse le sue sagomature vistose, non sarebbe più la stessa, e i giapponesi sono mica matti. Invece prosegue tranquilla sulla sua strada quando, all’ottavo anno di vita commerciale, gran parte delle auto è già passato alla seconda generazione, con il produttore che si affanna a far notare le differenze.
A proposito, quasi mi stavo dimenticando delle novità in fatto di look della Nissan Juke 2018. Mi affido al comunicato stampa: “Tra le caratteristiche più esclusive dell’ultimo modello spiccano la nuova griglia V-motion con cromatura scura, l’interno dei fari anteriori con finitura scura e gli indicatori di direzione scuri sui retrovisori esterni”. Tutto qua? Beh, no: ci sono anche, racconta ancora la Nissan, “due nuove personalizzazioni degli interni: Energy Orange e Power Blue, che esaltano il design del tunnel centrale, delle bocchette di ventilazione, e delle finiture delle portiere e dei sedili”. Squadra che vince non si cambia pare il motto perfetto, per questo maquillage più minimalista di un tubino nero di Prada.
La simpatica e gibbosa Juke ha anche due nuovi colori, il Vivid Blue e il Chestnut Bronze, e si può personalizzare con le finiture in arancione di paraurti, battitacco e calotte degli specchietti. La tinta più venduta è il nero, comunque, perché la Juke si fa notare per le sue forme sbarazzine, come ben sa chi l’ha vista circolare anche una sola volta. Birichina ma non scherza con la sicurezza: ti avvisa quando cambi corsia involtantariamente, ti fa tenere sotto controllo gli angoli ciechi, ti fa vedere tutt’intorno quando parcheggi. Una ragazzina con la testa sulle spalle, che in Italia viene peraltro comprata da persone decisamente mature. L’età media dell’aquirente, che per il 66% è un ometto, si aggira infatti intorno ai 48 anni.