Il vicepremier contro le critiche all'ex ad di Fca, ricoverato in condizioni irreversibili a Zurigo: "Bisogna avere rispetto di chi sta male". Un riferimento - probabilmente - alle parole del governatore toscano Enrico Rossi e alla prima pagina de Il Manifesto. E sulla politica economica: "Dobbiamo essere preoccupati per il futuro di Fca in Italia, ma allo stesso tempo si può stare tranquilli: investiremo sull'automotive, anche elettrico"
Se la prende con “certa sinistra” che, quando Sergio Marchionne “era potente”, “gli ha permesso di fare ciò che voleva”. Mentre ora che l’ex amministratore delegato di Fca è ricoverato in condizioni irreversibili a Zurigo “lo attacca”. Li chiama “miserabili”, perché “bisogna rispettare chi sta male”. Il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, sottolinea che “magari con Marchionne non siamo andati d’accordo in questi quasi nulla”, ma trova inaccettabili le critiche, anche aspre, arrivate da più parti al manager italo-americano sostituito d’urgenza dai vertici del gruppo a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute dopo un intervento chirurgico al quale era stato sottoposto a fine giugno.
Un riferimento – probabilmente – alle parole del governatore Enrico Rossi o forse alla prima pagina de Il Manifesto. Sia le parole del presidente della Regione Toscana che il titolo del quotidiano hanno scatenato polemiche sui social. Per l’esponente di Leu, “i giornali esaltano le sue capacità di leader e innovatore” ma, pur nel “rispetto della persona”, non si deve “dimenticare la residenza in Svizzera per pagare meno tasse, il Progetto Italia subito negato, il baricentro aziendale che si sposta in Usa, la sede legale di Fca in Olanda e quella fiscale a Londra“.
E il presidente della Toscana ricorda anche “un certo autoritarismo in fabbrica per piegare lavoratori e sindacati” nonché “gli occupati che sono passati dai 120.000 del 2000 ai 29.000 di oggi”. Mentre il titolo di apertura de Il Manifesto (“E così Fiat”, corredato da un Marchionne a testa bassa, solitario) è stato aspramente criticato sui social, dove molti utenti hanno ricordato la battaglia del quotidiano comunista per il “rispetto” e “l’umanità” nei confronti dei migranti.
Di Maio – che domenica aveva manifestato “vicinanza alla famiglia” – ha parlato anche del futuro di Fca: “Dobbiamo essere preoccupati e al tempo stesso voglio sincerare tutti che l’Italia è un paese che investirà nell’automotive e soprattutto nell’automotive elettrico”. Al termine di un incontro con gli ambasciatori del G20, il vicepremier ha spiegato che quello sull’auto elettrica “è un dibattito sdoganato” anche da Fca. “Ci saranno grandi opportunità – osserva – sia per il trasporto pubblico che per quello privato”.