Il Tribunale Federale Nazionale, presieduto dall’avvocato Mario Antonio Scino, ha penalizzato il Parma di 5 punti da scontare nella stagione 2018/19. Il club ducale ha quindi evitato la retrocessione in B, che sarebbe scattata se la sanzione fosse stata applicata allo scorso campionato. Il calciatore Emanuele Calaiò invece è stato squalificato per 2 anni e dovrà pagare un’ammenda di 20mila euro per la vicenda dei messaggi sospetti precedenti la gara Spezia-Parma.
Il tribunale della Figc, si legge nella sentenza, “ritiene provato che il Calaiò, nell’inviare all’ex compagno De Col i messaggi (…) abbia posto in essere il tentativo di illecito“. È “di tutta evidenza, invero – scrivono i giudici – che anche la sollecitazione e/o l’invito ad omettere interventi di gioco sulla propria persona, ove accolta, possa ritenersi idonea, quanto meno in termini di tentativo, ad alterare l’andamento e/o lo svolgimento della gara”.
L’attaccante di origini siciliane inviò messaggi Whatsapp ai suoi ex compagni di squadra (Calaiò ha giocato nello Spezia l’anno precedente) De Col e Terzi per chiedere di non impegnarsi troppo: per il diretto interessato quei messaggi erano uno sfottò tra ex compagni di squadra, per il tribunale federale invece il tentativo di condizionare l’impegno dei calciatori liguri, falsando la partita. Il match, poi, lo vincerà il Parma, che con quei tre punti fuori casa e complice il pareggio interno del Frosinone contro il Foggia si aggiudicò la promozione diretta in Serie A.
I ducali hanno rischiato la retrocessione: se fosse stata accettata la richiesta dei 2 punti di penalizzazione da scontare nel campionato ormai concluso, richiesta dalla procura, la squadra di D’Aversa sarebbe passata dal secondo al quarto posto: quindi niente salto nella massima serie e obbligo di disputare i play off, a questo punto impossibili visto che sono già stati svolti.