L’importante, sottolinea la commissaria Ue alla concorrenza, è che "non ci siano aiuti di Stato, non l’identità del proprietario".Su Alitalia, ha aggiunto, "come sapete c'è un caso di aiuto di Stato ancora in corso, su cui stiamo lavorando con le autorità italiane"
Per Danilo Toninelli deve rimanere al “51 per cento in mani italiane”, non nazionalizzata ma “di interessi italiani”. Per la commissaria Ue alla concorrenza può anche essere “in parte di proprietà pubblica” purché lo Stato “agisca come attore del mercato”. Margrethe Vestager interviene nella questione Alitalia spiegando che l’Unione Europea non ha “una soluzione preferita, come sapete siamo neutrali sulla proprietà”. E non chiude le porte a un possibile intervento pubblico.
L’importante, sottolinea, è che “non ci siano aiuti di Stato, non l’identità del proprietario”. Su Alitalia, ha aggiunto, “come sapete c’è un caso di aiuto di Stato ancora in corso, su cui stiamo lavorando con le autorità italiane”. Un’apertura semmai superiore a quelle che sono le posizioni del governo. Ancora lunedì, Toninelli ha ribadito di non parlare di nazionalizzazione: “Dobbiamo trovare un investitore che abbia come interesse quello di far volare gli aerei, non altre cose ossia mettere i soldi per speculare. Penso ci siano buone possibilità di ottenere ottimi risultati”.
L’idea su cui il governo gialloverde sta lavorando è quella di un’”operazione di sistema”, cioè un intervento complessivo di politica dei trasporti che potrebbe far leva sulle Ferrovie dello Stato e forse anche sulla Cassa depositi e prestiti. E una settimana fa, era stato Luigi Di Maio a spiegare che “sono in corso da parte di questo governo le interlocuzioni necessarie per assicurare un futuro a questa azienda, per tutelare al meglio le esigenze dei lavoratori e del gruppo e mi spenderò in prima persona con tutti i player internazionali per trovare un futuro all’azienda Alitalia”.
Già in campagna elettorale, Lega e M5s si erano espresse contro la vendita dell’ex compagnia di bandiera e per il mantenimento della sua italianità. Dalla base M5s si è spesso pronunciata la parola “nazionalizzazione”. Poi nel contratto di Governo si opta per un “rilancio” di Alitalia, “nell’ambito di un piano strategico che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo”. Nazionale sì dunque, ma a capitale straniero, forse? Fra le compagnie in corsa per l’acquisizione del vettore di bandiera, finito in amministrazione straordinaria non ci sono “vettori italiani”. Sul tavolo dei commissari straordinari giacciono al momento tre dichiarazioni d’interesse che fanno capo rispettivamente alla tedesca Lufthansa, all’inglese EasyJet accompagnata dal fondo americano Cerberus, e all’ungherese Wizz air.