«Passaporto prego» Il giovane Hans (nome di fantasia) – proveniente da Brunico ,via volo da Verona e diretto a Londra Stansted – rispose al poliziotto inglese: «Vuole quello austriaco o quello italiano?»
È quello che potrebbe succedere realmente, tra qualche mese o anno, dato che pare proprio che il governo austriaco intenda procedere con una proposta di legge che dia la possibilità ai cittadini italiani di madre lingua tedesca e ladina dell’Alto Adige (Sudtirol in tedesco) di poter richiedere proprio il passaporto d’oltralpe!
La cosa non rappresenta certo una novità, qui in Trentino Alto Adige dove vivo, poiché il dibattito è stato sempre aperto sul tema. Tuttavia, negli ultimi decenni, vuoi per la forte immigrazione che ha portato altre etnie, vuoi anche per l’autonomia governativa concessa alla Regione dal governo italiano e che garantisce molti diritti di salvaguardia di etnie e tradizioni, il problema di essere italiani o austriaci non pare più così pregnante per la gente comune, soprattutto tra le più giovani generazioni, che tra l’altro sentono davvero distante l’appartenere a questa o quella popolazione.
Ma c’è un’analisi diversa che va fatta, su questo tema. Il forte nazionalismo austriaco ha portato al potere la destra di Sebastian Kunz, che certo non vede di buon occhio l’Europa come possibile insieme di stati futuri più coesi. Pertanto il governo austriaco, a mio parere, sta gettando benzina sul fuoco che alimenta le anime di destra oltranziste e che spingono verso un controllo dei confini tradizionali e, aggiungerei, obsoleti e superati dai mercati e dalla globalizzazione.
Qui in regione, a fine ottobre ci saranno le elezioni e, in particolare in Alto Adige, dove vige l’egemonia Svp, il partito di raccolta sudtirolese, probabilmente l’Austria ha la necessità di trovare alleati per giustificare la propria politica di chiusura totale agli accessi dei migranti, gettando nello stesso calderone qualsiasi tipologia di migrazione si voglia considerare. Proponendo un disegno di legge che legittimerebbe i sudtirolesi ad avere pure la cittadinanza austriaca, il governo austriaco darebbe forza alle componenti di destra, presenti anche nella stessa SVP, per poi riscuotere un appoggio da far pesare al governo italiano, per bloccare il confine al Brennero.
L’errore grave di Kunz e dell’Austria è che non considera affatto, come peraltro sta avvenendo con l’attuale governo italiano, i molteplici fattori che ruotano attorno ai fenomeni migratori. Non è solo una questione di sensibilità e umanità, anche se già questi motivi dovrebbero pesare a sufficienza per accantonare politiche conservatrici e razziste. Infatti, senza fenomeni migratori i paesi nordici in particolare, tra i quali proprio L’Austria, non riuscirebbero a far fronte all’ineluttabile e continua caduta delle nascite. Anche in Austria, come nel resto d’Europa, i popoli nativi stanno invecchiando e non fanno figli in misura compensativa rispetto all’invecchiamento stesso; questo problema ne apre subito un altro: chi pagherà le pensioni alle generazioni vecchie del futuro, se non i nuovi cittadini immigrati e integrati nella società?
Ecco che, aprire ad altre regioni limitrofe, aventi la stessa cultura d’origine, potrebbe focalizzare di nuovo il dibattito sopito negli anni recenti: Alto Adige o Sudtirol? Austria o Italia? Intanto tutti e due, ma poi, cosa potrebbe succedere in un futuro di invecchiamento delle popolazioni? Allargando la cittadinanza ai fratellastri italiani, ma di cultura tedesca-ladina, si potrebbe generare anche il problema successivo dei contributi per le pensioni da sostenere: dove versare i contributi? In Austria o in Italia? Domande non banali.
Il problema quindi è pure molto politico, dato che la stessa Svp non credo abbia gradito molto questa ingerenza austriaca che, appunto, accende gli animi destristi altoatesini proprio mentre si sta avviando una campagna elettorale difficile per la regione stessa. Certo, la difficoltà è più dalla parte trentina, dove pare non ci siano coalizioni molto chiare in vista, dato che tutti stanno litigando su chi farà il candidato presidente; ma questa è un’altra storia, sulla quale torneremo presto.