Talento, fascino, eleganza, intelligenza e una bellezza senza tempo. Vanessa Redgrave, sei volte candidata all’Oscar una statuetta vinta nel 1977 e una Coppa Volpi nel 1994, è il secondo Leone d’oro alla carriera, oltre a quello a David Cronenberg, attribuito quest’anno dalla Mostra di Venezia, in programma dal 29 agosto all’8 settembre. Il cda della Biennale, presieduto da Paolo Baratta, ha fatto propria la proposta del direttore della Mostra, Alberto Barbera, che l’ha scelta perché “unanimemente considerata tra le migliori interpreti femminili del cinema moderno, la Redgrave è un’attrice sensibile e capace di infinite sfumature, interprete ideale di personaggi complessi e non di rado controversi. Dotata di naturale eleganza, innata forza di seduzione e di uno straordinario talento, è potuta passare con disinvoltura dal cinema d’autore europeo alle fastose produzioni hollywoodiane, dalle tavole del palcoscenico alle produzioni televisive, offrendo ogni volta risultati di assoluta eccellenza. Le sue apparizioni, distribuite in sessant’anni di attività, emanano autorevolezza e piena padronanza dei ruoli, generosità senza limiti ed estrema raffinatezza, qualità non disgiunte da una buona dose di audacia e combattività che costituiscono uno dei tratti più evidenti della sua personalità umana e artistica”.
L’attrice britannica si è detta “sbalordita e straordinariamente felice” del riconoscimento, dopo che la scorsa estate ha girato proprio in Laguna The Aspern Papers di Julian Landais e nel 1971 nelle paludi del Veneto La vacanza di Tinto Brass. “Il mio personaggio – scherza lei – parlava solo in dialetto veneziano. Scommetto di essere l’unica attrice non italiana ad aver recitato un intero ruolo in dialetto veneziano”. Classe 1937, Redgrave studia recitazione alla London’s Central School of Music and Dance. La sua famiglia ha una lunga e gloriosa tradizione di cinema e teatro. Il nonno paterno, Roy Redgrave, è uno dei più famosi attori del muto australiano. Il padre, Michael, e la madre, Rachel Kempson, sono membri dell’Old Vic Theater e il padre è apprezzato anche al cinema. Vanessa calca il palcoscenico fin da giovanissima ed esordisce sul grande schermo accanto al padre nel 1958 nella commedia Dietro la maschera. Poi si dedica solo al teatro, entrando nella Stratford-upon-Avon Theater Company. Conosce così il regista Tony Richardson, che nei primi anni ’60 diventa suo marito e la guida in rappresentazioni shakespeariane. Nel 1966 la Redgrave torna al grande schermo con Morgan matto da legare, di Karel Reisz, che le vale il premio come miglior attrice a Cannes e la prima nomination all’Oscar, e sempre nel 1966 è in Blow-up di Michelangelo Antonioni. Due anni più tardi interpreta l’anticonformista ballerina Isadora Duncan in Isadora, di nuovo diretta da Reisz, e riceve la seconda nomination all’Oscar. La terza arriva nel 1971 con la parte dell’infelice sovrana Maria Stuarda, regina di Scozia, e la statuetta nel 1977 con la coraggiosa e volitiva Giulia di Fred Zinnemann. James Ivory la vuole nel 1984 ne I bostoniani e nel 1992 in Casa Howard, correndo per l’Oscar entrambe le volte. La Coppa Volpi a Venezia è del 1994 per Little Odessa di James Gray. In laguna torna poi nel 2007 con Espiazione di Joe Wright, film d’apertura della Mostra.