L’Italia resta “vulnerabile” e le sue “incertezze politiche” hanno “indebolito” l’euro. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale nell’External sector report, che indaga sugli squilibri macroeconomici delle economie internazionali. In alcuni paesi tra i quali l’Italia, si legge, l’accesso al credito “inferiore a quanto auspicabile e investimenti deboli hanno spinto verso l’alto i saldi delle partite correnti, mascherando problemi di competitività“.
Il nostro Paese, prosegue il documento, “resta vulnerabile alla volatilità del mercato“. Questa debolezza “è legata alle grandi esigenze di rifinanziamento del debito sovrano e bancario e alle condizioni di credito potenzialmente restrittive, dovute allo stock ancora elevato di Npl (“non performing loans“, cioè prestiti deteriorati”, ndr) nel settore bancario”. Per questo il nostro Paese deve proseguire lungo la strada del risanamento dei conti e della riduzione delle sofferenze bancarie per migliorare la propria competitività.
Un passo in avanti in questo senso “aiuterebbe a rafforzare la crescita”, afferma il Fmi, invitando alla “forte attuazione delle riforme strutturali, inclusa la contrattazione nazionale per allineare i salari con la produttività. Rafforzare i bilanci delle banche sarà cruciale per migliorare la competività, aumentare il potenziale di crescita e ridurre le debolezze. Progressi nel consolidamento di bilancio saranno utili per ridurre le debolezze esterne e mantenere la fiducia degli investitori”.
“La posizione esterna dell’Italia nel 2017 è ampiamente in linea con i fondamentali e politiche desiderabili – precisa il Fmi – tuttavia migliorare la competitività aiuterebbe a rafforzare la crescita, in coerenza con la riduzione dell’alta disoccupazione e del debito pubblico salvaguardando i bilanci esterni”. In generale nella zona euro, prosegue l’Fmi, “sono necessarie politiche che rafforzino l’integrazione bancaria, fiscale, del mercato del lavoro e regolamentare per rafforzare gli investimenti nell’area dell’euro e ridurre gli squilibri esterni”.