La mossa del ministro dello Sviluppo economico nel giorno in cui il gruppo ha presentato l'offerta migliorativa. Il vicepremier: "Domani incontrerò i vertici dell'acquirente per proseguire il confronto sull'aggiornamento della loro offerta"
Da una parte il dialogo con ArcelorMittal per valutare la nuova proposta, dall’altra l’avvio dell’iter per l’eventuale cancellazione dell’aggiudicazione. Luigi Di Maio prosegue su due binari per venire a capo della questione Ilva. Al termine di una giornata caratterizzata dal rilancio del gruppo indo-lussemburghese, il ministro dello Sviluppo economico ha comunicato che a seguito delle verifiche interne sul dossier Ilva e del parere fornito dall’ANAC, ci sono i presupposti per avviare un procedimento amministrativo finalizzato all’eventuale annullamento in autotutela del decreto del 5 giugno 2017 di aggiudicazione della gara. “È un procedimento disciplinato per legge che durerà 30 giorni – ha detto il vicepremier – Un atto dovuto per accertare i fatti a seguito delle importanti criticità emerse. Ad ogni modo – ha concluso il ministro – domani incontrerò i vertici di ArcelorMittal per proseguire il confronto sull’aggiornamento della loro proposta“.
Quest’ultima è migliorativa per il turnaround di Ilva ed è arrivata nel giorno in cui il rivale Jindal Steel West ha acquisito definitivamente l’acciaieria di Piombino, consolidando così la sua presenza in Italia se pure su un sito meno importante di Taranto. Per ArcelorMittal la strada per chiudere l’accordo di acquisizione non è ancora certa. “Esamineremo la proposta e presto saranno convocati i sindacati” ha detto Di Maio, commentando la nuova offerta in cui ArcelorMittal ha fatto sapere di aver accettato “tutte le richieste sostanziali di ulteriori impegni” fatte dai Commissari Straordinari. Il testo definitivo è arrivato dopo giorni di colloqui serrati con i commissari Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba a loro volta in stretto contatto con il Gabinetto del Ministro. “ArcelorMittal confida che questi impegni aggiuntivi evidenzino al Governo e agli altri stakeholder nazionali e locali interessati il suo pieno impegno per una gestione responsabile dell’Ilva” si legge nella nota diffusa dopo la presentazione del piano.
Nessun dettaglio è stato diffuso ufficialmente, né sulla parte ambientale né su quella occupazionale. ArcelorMittal si è detta però “fiduciosa che, con il supporto del Governo, sarà ora possibile finalizzare nei prossimi giorni l’accordo con i sindacati in modo da poter completare rapidamente l’operazione”. Le parole “zero esuberi”, o altre equivalenti, non si trovano nel comunicato, e non sono nemmeno nella proposta che, secondo quanto trapela, si concentra essenzialmente su miglioramenti del piano ambientale. Sul fronte occupazionale ArcelorMittal si è limitata a impegnarsi a “supportare” una “soluzione idonea” per tutti gli attuali dipendenti di Ilva entro la scadenza del piano industriale (cioè il 2024). Questa “soluzione idonea” dovrà essere individuata nel corso della trattativa con i sindacati.
Nel frattempo i sindacati si preparano al confronto, che non sarà tarallucci e vino: “Prendiamo atto che Arcelor Mittal ha accettato tutte le richieste di ulteriori impegni. Diventa indispensabile a questo punto, prima del giudizio del Governo, conoscere le proposte formulate da Mittal” ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Quello che il sindacato teme è di trovarsi “ancora una volta come con il vecchio Governo” di fronte ad accordi bilaterali Commissari-Azienda. “Vogliamo soprattutto avere una soluzione occupazionale per tutti i 14mila lavoratori” ha ribadito Palombella, che poi ha aggiunto: “Nessun esubero abbiamo detto al ministro Calenda, nessun esubero confermiamo al ministro Di Maio”. Di Maio, da parte sua, ha fatto sapere che comunque l’indagine sulla gara di cessione dell’Ilva da lui avviata dopo le “criticità” rilevate dall’Autorità Anticorruzione andrà avanti “insieme” alla procedura di cessione dell’Ilva. “Smetta di scherzare col fuoco” ha risposto l’ex viceministro e ora senatrice Teresa Bellanova. Ma la mossa serale del vicepremier conferma la linea dura del governo.