Il fatto è avvenuto nella stazione Centrale. Massimiliano Codoro, 51 anni, è in possesso di un regolare porto d'armi. Ora rischia conseguenze solo se la persona minacciata presenterà querela. Il pm ha disposto l'acquisizione delle immagini delle telecamere di sorveglianza
Ha litigato con un immigrato e ha estratto una pistola per minacciarlo. Il fatto, riportato dal Corriere della Sera, è avvenuto nella stazione Centrale di Milano. Protagonista dell’episodio, come scrive il quotidiano di via Solferino, Massimiliano Codoro, 51 anni, candidato del centrodestra alle ultime elezioni politiche e poi non eletto. Secondo la ricostruzione Codoro, militante della Lega, ha fronteggiato l’immigrato accusandolo di aver precedentemente molestato la compagna e la figlia, appena scese dal treno.
Nel tardo pomeriggio di ieri, è arrivata in Questura la segnalazione di un uomo con una pistola in mano in stazione e, quando gli agenti della Polfer lo hanno individuato Codoro ha spiegato di aver trovato compagna e figlia sotto choc perché erano state infastidite da un uomo. A quel punto, è partito alla ricerca del molestatore con il quale ha avuto una violenta discussione fino a estrarre una pistola per minacciarlo. L’arma è poi risultata regolarmente detenuta da Codoro che quindi rischierà conseguenze legali solo se l’immigrato presenterà querela.
Il pm di turno Francesco Cajani ha chiesto agli agenti di acquisire e visionare le telecamere di sorveglianza per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. Sull’episodio dovranno fare chiarezza gli agenti della Polfer ed eventuali denunce a piede libero, o a carico dell’immigrato o di Codoro, dovranno essere trasmesse dalla Polfer in Procura e a quel punto partirà un’indagine. Con l’acquisizione dei filmati delle telecamere, poi, si cercherà di capire anche se la donna e la figlia abbiano subito molestie.
AGGIORNAMENTO
Per completezza dell’informazione, segnaliamo che in data 2 novembre 2021 la Corte di Appello di Milano, in riforma della sentenza di primo grado, ha dichiarato Massimo Codoro non punibile, ai sensi dell’art. 131 bis c.p., per particolare tenuità del fatto.