L’articolato della legge anticorruzione del governo Conte è pronto, ma sarà depositata all’inizio di settembre. A dirlo è il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, intervistato da Repubblica. Il guardasigilli spiega tra l’altro che ha fatto partire anche “uno stress-test per sottoporlo ad alcuni addetti ai lavori e verificare eventuali criticità perché si tratta di una riforma epocale che farà dell’Italia il paese leader in Europa in materia di anticorruzione, via fondamentale per garantire gli investimenti esteri”. Per la riforma del codice degli appalti – che non è rientrato nel decreto Milleproroghe – il “binario è differente”: “Alcuni ministri stanno lavorando al cosiddetto tavolo della semplificazione”.
Sulla prescrizione, spiega Bonafede, è in corso una valutazione: “Il punto di partenza è il blocco dopo la sentenza di primo grado. La norma sarà collegata a un investimento sulle risorse del processo per garantirne la ragionevole durata“. Quanto alla legittima difesa, il ministro spiega che “ci sono testi depositati alla Camera e al Senato e su questi la maggioranza si sta confrontando. Non c’è nessun Far West. Lo ha detto Conte, lo abbiamo ribadito sia io che Salvini, ma i giornali continuano a scriverlo”.
Poi il nodo Csm, dove non è stata eletta una sola donna nonostante la presenza al 50 per cento nella categoria. Perché su 3 posti il M5s non ha messo una donna? “Chiaramente mi dispiace – risponde Bonafede – ma non abbiamo mai creduto nelle quote rosa. Però i sindaci di Roma e Torino sono donne, come tantissime nostre elette”. E sul fatto che al Consiglio superiore della magistratura sono stati eletti avvocati di inquisiti eccellenti, Bonafede replica: “Sono il ministro della Giustizia e non mi intrometto nelle scelte del Parlamento”.