Negli atti dell'inchiesta gli acquisti (a spese della Regione) degli allora consiglieri Molinari e Tiramani (Lega) e Montaruli (Fratelli d'Italia): dal cd di Guccini alle serate in discoteca, dalla borsetta da 200 euro alle trasferte a Venezia fino alle migliaia di euro in colazioni e cene tra il Canavese e il Monferrato. Nonostante fossero in viaggio in Spagna, Turchia, Giamaica
Magna magna, ma proprio in senso letterale: se uno scorre gli scontrini che si facevano rimborsare i consiglieri regionali del Piemonte diventati poi deputati, mangiavano ai quattro palmenti. Eppure restavano così in linea da essere incorporei: ordinavano la brioche nel Canavese, ma in realtà erano in Giamaica, chiedevano un cappuccino in un paesino in provincia di Vercelli, ma in realtà erano in Turchia, dormivano in Spagna, ma anche nel Monferrato. Niente trucco, niente inganno. Cioè, sì, qualche trucco in realtà sí, secondo la Procura generale. Lo svelamento dell’arcano stava nei cosiddetti “scontrini a catena” come li hanno chiamati i magistrati dell’accusa che hanno contestato una sfilza di episodi di possibile peculato. Scontrini rastrellati a strascico sui banconi dei bar e dei ristoranti e serviti poi nelle cartelle dei rimborsi dei gruppi consiliari della Regione Piemonte. Non c’erano solo i pantaloncini verdi dell’allora governatore Roberto Cota. C’era il cd di Guccini che Riccardo Molinari (da poco diventato capogruppo della Lega a Montecitorio) comprò con i soldi della Regione in un autogrill di Desenzano. C’erano le serate al bowling e i drink alle 3 di notte in discoteca di Paolo Tiramani (ora deputato del Carroccio, ma anche sindaco di Borgosesia). C’erano anche i libri di Augusta Montaruli (avvocata e ora deputata di Fratelli d’Italia), tra cui Sexsploration, il cui acquisto non è un reato, ma chissà se ha a che fare con la linea sovranista del partito dei patrioti.
Così facevano tutti, forse, visto che i condannati in appello per l’uso “eccentrico” di quei fondi sono stati 25 e c’è una seconda inchiesta che ha preso in pieno il centrosinistra. Così facevano, dice nel frattempo una sentenza di secondo grado, tre consiglieri diventati deputati della Repubblica. Resta da aspettare le motivazioni per sapere per cosa sono stati condannati (Molinari a 11 mesi, Tiramani a 17, Montaruli a 19) e poi resta ancora la Cassazione fino a quando chiunque è innocente. Non tutto è questione giudiziaria, d’altra parte: piuttosto è questione politica, quella di tre deputati poco più che trentenni che promettono di essere la nuova classe dirigente e nel frattempo portano avanti le vecchie tradizioni. Nonostante questo, promossi dai rispettivi partiti, fino a Montecitorio.
In Castilla e nel Monferrato allo stesso tempo
In un anno e mezzo, dal giugno 2010 al gennaio 2012, Riccardo Molinari si è fatto rimborsare 9mila euro, di cui 4400 tra ristoranti, al bar “e similari” come recita il verbalese dei magistrati, 1400 in notti in albergo e 2500 “senza alcun documento giustificativo” secondo la Procura generale. Molinari, in rappresentanza della Lega Nord e del consiglio regionale del Piemonte, in pieno agosto mangia prima in un ristorante di Otranto (73 euro) e dopo una quindicina di giorni a Sanremo. E poi che vuoi, a seconda delle sere, una grappa, una birra, una bevuta in un pub di Alessandria. Prima il Nord-Ovest. E finalmente risponde alla domanda su chi potrà mai essere che si ferma all’Autogrill e si compra un cd. Ecco: uno è l’onorevole Molinari che proprio alla stazione di servizio di Desenzano non poté fare a meno di comprare – con i soldi della Lega nel consiglio regionale piemontese – quel rarissimo disco di Francesco Guccini che gli piaceva così tanto.
Hanno raccontato le cronache del dibattimento che Molinari è anche capace di essere contemporaneamente al di qua e al di là dei Pirenei, attitudine che ha un certo valore, non essendo appartenuta neppure a San Giacomo quando molti secoli prima ha indicato la via verso la Galizia. Dal 15 al 17 maggio 2011, dicono gli atti, l’allora vicepresidente del consiglio regionale dormì – in solenne rappresentanza leghista piemontese – per due notti di seguito ad Ávila, in Castilla y Leon. Eppure, mentre sganciava quei 120 euro che poi i fondi della Lega gli hanno ripagato fino allo spicciolo, era anche a Castelletto Monferrato, in provincia di Alessandria, a meno che non sia caduto in errore il registro mensile delle presenze della Regione Piemonte, consultato durante le indagini dalla Guardia di Finanza.
Molinari non ha mai risposto alle domande del pm né a quelle dei giudici, però ha depositato una memoria, nella quale tra l’altro ha spiegato che quando passò quel weekend estivo a Bardonecchia (cena, albergo, pranzo) era solo per ritirare un faldone da una collaboratrice. Un’operazione di ore. Il procuratore generale ha anche squadernato le cartine del Piemonte del sussidiario delle medie per convincersi: Ma, ha rilevato nel ricorso contro l’assoluzione, “Bardonecchia è a 45 minuti di auto da Torino e, per prendere un faldone, non pare congruo prevedere un soggiomo di due giorni a spese della Regione”.
Tiramani, l’appassionato di bowling
In poco più di due anni Tiramani, l’ex consigliere che ora è deputato ma è anche sindaco, ha ottenuto dal gruppo consiliare della Lega in Regione Piemonte un po’ meno di 35mila euro in rimborsi, calcola la Procura generale. Per tre quarti (25mila euro) sono pranzi, cene, colazioni, merende, ma 2mila vanno via in – aperte le virgolette – “abbigliamento, profumerie, generi alimentari, prodotti di elettronica, manutenzione autovettura privata, fiori, contravvenzione al CdS, giocattoli, ricariche telefoniche persone estranee al gruppo tra cui la moglie”.
Però no, ha precisato in una memoria scritta consegnata in tribunale, io in quei giorni di settembre del 2011 a Venezia non sono mai stato. E infatti lui non c’era: c’era la moglie. Una formidabile mangiatrice, documentano gli scontrini finiti tra i rimborsi della Regione Piemonte. Il 17 settembre paga due scontrini a distanza di mezz’ora a pranzo, al ristorante Ae Oche Santa Lucia. Poi al Caffè Pedrocchi, 24 euro. Poi ripaga quasi 40 euro, sempre al Pedrocchi. Non sazia, chiude con un gelato (2 euro, forse solo due gusti per mantenersi leggera). In famiglia, comunque, si mangia e si beve tutti in abbondanza. Tiramani stesso per esempio passa le serate alle casse dei bar: il 23 ottobre 2010 paga tre scontrini in mezz’ora al Cortile Caffè di Novara, anche se il record personale di cui può fregiarsi il sindaco-deputato avviene davanti al pubblico del bar Le Muse dove paga tre scontrini in 18 minuti. “Non è forse altamente plausibile pensare – si è chiesta prima della sentenza d’appello la Procura generale – che la consapevolezza dell’assenza di possibili controlli, legittimasse la produzione di qualsiasi scontrino, proprio o di terzi, relativo a spese rientranti in determinate categorie in quanto quello era l’unico modo per poter aver accesso alla propria quota di fondo?”.
Solo i giudici hanno potuto dare una risposta, mentre gli elettori possono comunque contare sull’iperattività politica dell’onorevole primo cittadino che per mesi è stata a tappeto: il vessillo della Lega con lui è sventolato al Ryan’s Club Luxury Disco, “locale cool ed elegante” promette il sito ufficiale (due pagamenti in 10 minuti alle 3 di notte, totale 48 euro), al bowling di Serravalle Sesia, ma anche in profumeria (88 euro), al mercato, allo Juventus Store, al ristorante dell’Ikea di Corsico e, immancabile, l’Autogrill, crocevia di tutte le ricevute.
No, fermi tutti: Tiramani ha giurato di non essere stato nemmeno all’Ikea di Corsico. E nemmeno al bowling, anzi forse il bowling gli fa anche un po’ schifo, perché quella sera di febbraio del 2012 lui era a casa sua, a Borgosesia. E il barista dello “Gnomo” di Scopa, in provincia di Vercelli, non l’ha mai visto godersi tutte quelle colazioni e mica è colpa sua, povero diavolo: Tiramani sarà stato pure in un bar, ma forse in Turchia, dove in realtà si trovava in viaggio. Una bilocazione, come prima solo di Natuzza Evolo, che lo porta a Cagliari ma anche al bar del Benzinat, sempre a Scopa, in Friuli e poi in Slovenia, ma anche (ancora) a Scopa. Miracolo.
Leggere fa sempre bene
In poco più di due anni (giugno 2010-settembre 2012) l’ex consigliera ora onorevole Augusta Montaruli si è fatta rimborsare un po’ più di 41mila euro, di cui 20mila euro in ristoranti, bar, take-away, mille in negozi di abbigliamento, gioielleri, articoli per la casa, un apparecchio microtouch, il meccanico, dei fiori, 2mila euro in alberghi. Non tutto è contestato, non tutto è contestabile. La Guardia di Finanza, per esempio, non si mette a verificare la voce “libri”. Ma tra gli atti spunta uno scontrino di Feltrinelli per due libri. Uno è Mia suocera beve – “un altro pirotecnico romanzo costruito intorno alle divagazioni di un personaggio irresistibile” lo descrive la casa editrice Einaudi -, l’altro è Sexsploration – “Il matrimonio è la tomba dell’amore. E la coppia fissa spegne i bollenti ardori. Chi l’ha detto? Anche dopo anni di convivenza, e magari persino di fedeltà, il sesso può riservare sorprese” è la promessa della quarta di copertina. “Due libri – scrive la procura generale nel ricorso contro la sentenza di primo grado – che difficilmente possono essere funzionali alla formazione ed all’aggiornamento di un gruppo consiliare”.
Le spese di rappresentanza sono sempre una bella scocciatura, specie sotto Natale. Un acquisto nella boutique di Torino di Olympic il 18 dicembre (del 2011), due da Swarowski qualche giorno prima e qualche giorno dopo. E poi una borsa di Borbonese un mese prima delle feste. Ma no, signori giudici – si è difesa l’avvocata Montaruli – quella borsetta da 200 euro era per un banco di beneficenza. La Procura – arida di cuore – l’ha definita una tesi “inverosimile e stucchevole“. Ma se un collega avvocato ti invita all’inaugurazione dello studio legale, cosa fai, ti presenti a mani vuote? “E cosa gli portiamo adesso?”, “Un mazzo di fiori?”. Ecco, una pianta, per esempio in quell’angolo dello studio del collega, ci starebbe proprio bene. Si poteva chiamare la Pianta del Pdl, d’altra parte i soldi vengono da lì, ma poi forse è successo che il Pdl è durato meno della pianta.
Anche la Montaruli è come Houdini: è in un posto, ma et-voilà in realtà è in un altro. Il giorno di Santo Stefano del 2010, per dirne una, è in Giamaica, ma fa anche colazione in un bar di Ceretta, frazione di San Maurizio Canavese, che ha molto di invidiabile, ma può contare su un clima un po’ meno caraibico. Per dirne un’altra, nel giorno della festa della Donna del 2011 gusta un’ottima pizza a Bra, in provincia di Cuneo, nonostante sia partita per Roma da 4 ore. La specialità che la procura generale attribuisce all’onorevole Montaruli è il cosiddetto “Scontrini a catena”. Non un gioco da tavola: per la Procura Montaruli è infallibile quando c’è da aiutare il personale di sala, a fine consumazione. “Risulta evidente – scrivono a un certo punto nel ricorso – che Montaruli ha riversato, chiedendone il rimborso, tutti gli scontrini relativi alle spese che ogni giorno chiunque affronta, nonché quelli che trovava sui banconi”.