La proposta è migliorativa sotto il profilo delle tutele ambientali, ma dal punto di vista occupazionale “ancora non è soddisfacente”. Per questo, “va ulteriormente approfondita”. Non ha prodotto alcuna novità sostanziale l’incontro tra il ministro Luigi Di Maio e ArcelorMittal, asse portante di AmInvestco, la cordata che ha vinto la gara per l’aggiudicazione dell’Ilva. L’incontro “è servito a prendere atto di questi miglioramenti”, ha proseguito il ministro aggiungendo che ArcelorMittal non vuole che l’addendum sia reso pubblico per paura di problemi di concorrenza.

Secondo quanto apprende Ilfattoquotidiano.it da fonti vicine al dossier, la proposta prevede l’anticipo di alcuni investimenti ma l’azienda avrebbe escluso di poter impiegare tecnologie differenti nella produzione di acciaio come ad esempio il “preridotto”, che invece era stato messo sul tavolo dalla cordata perdente. Di Maio ha anche aggiunto che l’azienda “ha chiesto l’opportunità di poter raccontare l’addendum migliorativo a tutte le parti interessate e quindi sia al tavolo interistituzionale – che convocheremo subito – sia ai sindacati“.

Ma fonti dei rappresentanti dei lavoratori spiegano al Fatto.it che, se come ribadito ancora una volta oggi dal ministro andrà avanti la procedura di accertamento sulla regolarità della gara, non sarà possibile andare al di là di un incontro per conoscere la proposta migliorativa. “Non possiamo trattare con un’azienda che tra venti giorni potrebbe non avere alcun titolo a dialogare con noi”, dicono fonti sindacali.

Dopo i rilievi di Anac riguardo alle “criticità” emerse nel corso della gara, Di Maio è però intenzionato a vederci chiaro e ha avvisato i rappresentanti di ArcelorMittal “che sta andando avanti la procedura di accertamento sulla regolarità”. La proposta migliorativa e i controlli, ha detto, “sono percorsi che vanno avanti in parallelo perché dobbiamo essere preparati a tutte e due le evenienze: è la legge che ci dirà se si deve ritirare la procedura in autotutela oppure no, stiamo seguendo un percorso naturale di accertamento”.

Un percorso che il ministro definisce “complesso” e che, afferma, “abbiamo ereditato dal vecchio governo che ci ha lasciato solo problemi e dopo 6 anni di decreti e leggi su Ilva siamo in condizioni peggiori, con stabilimenti più precari e la procedura di gara piena di criticità come ha detto Anac”. Arcelor, dal canto suo, dice di aver “partecipato in buona fede” e si dice “fiduciosa” sulla possibilità di “poter presto completare la transazione iniziando ad implementare i piani industriale, sociale ed ambientale”.

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