Cronaca

La bimba rom ferita a Roma rischia la paralisi: “Non si escludono danni permanenti alla colonna vertebrale”

Non è in pericolo di vita Cirasela, la piccola di 14 mesi raggiunta da un colpo di pistola ad aria compressa. Ma c'è il pericolo che non cammini più, secondo i medici dell'ospedale Bambin Gesù.

Cirasela, la bimba rom di 14 mesi ferita alla schiena a Roma, rischia la paralisi. Dopo aver scongiurato il pericolo di vita, i medici dell’ospedale Bambin Gesù non possono ancora stabilire se la bambina riuscirà a camminare, anche se le sue condizioni sono il lento miglioramento. La piccola è stata raggiunta da un colpo di pistola ad aria compressa nel pomeriggio di martedì 17 luglio, mentre era con la madre in viale Togliatti, nella periferia est della Capitale. Proprio ieri, 24 luglio, è stato fermato l’uomo colpevole di aver esploso il colpo che ha raggiunto la minore. Sempre ieri la piccola è stata trasferita in un reparto di degenza ordinaria, ed è in lento miglioramento. Gli assistenti sanitari la monitorano costantemente e continuano a sperare anche se – l’amara ammissione –  “al momento non è possibile escludere che non ci siano stati danni permanenti alla colonna vertebrale”.

“Volevo solo provare la pistola”, non si dà pace il responsabile di quanto accaduto poco più di una settimana fa. “Non ho mirato contro quelle persone”, ha confessato ieri l’italiano di 59 anni, ex dipendente di Palazzo Madama, indagato per avere sparato il colpo dalla sua pistola ad aria compressa. Il piombino ha colpito la schiena della bimba all’altezza della scapola, mentre la piccola  si trovava in braccio alla madre su viale Palmiro Togliatti.

A casa dell’uomo, oltre alla pistola ad aria compressa, è stata trovata anche una carabina, sempre ad aria compressa. Le armi sono state sequestrate in attesa che gli inquirenti dispongano di una perizia e venga effettuata una consulenza balistica. Secondo la versione del 59enne, interrogato ieri per alcune ore, il colpo è partito accidentalmente. Lui stava solo provando l’arma mentre si trovava sul terrazzino di casa sua. “Ho mirato verso l’alto –  è stato il suo racconto -. Ho esploso un solo colpo e non ad altezza uomo, non volevo fare del male a nessuno”. Ed è proprio la ricostruzione esatta della dinamica che permetterà ai magistrati di stabilire quanto accaduto. E di stabilire le colpe. Il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il sostituto Roberta Capponi contestano il reato di lesioni gravissime e l’evenutale movente razziale. Ma gli inquirenti restano cauti, in attesa di fare chiarezza grazie agli accertamenti tecnici.

Intanto, anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ieri è stata all’ospedale Bambino Gesù per fare visita ai familiari della bimba, i quali da una settimana sono supportati da un assistente sociale.