Durante la gestione di Pier Carlo Padoan è stato responsabile della direzione Sistema bancario e finanziario. Vittime Salvabanche: "Una beffa, è stato l'esecutore delle politiche del governo precedente"
Per le associazioni dei risparmiatori la nomina di Alessandro Rivera alla direzione generale del Tesoro è un boccone difficile da mandare giù. Perché se è vero che sono in pochi a conoscere personalmente Rivera, è altrettanto vero che tutti hanno ben chiaro il ruolo che ha ricoperto al Ministero delle finanze durante la gestione di Pier Carlo Padoan: in quel periodo, Rivera, aquilano, classe 1970, è stato responsabile della direzione Sistema bancario e finanziario, quella che ha contribuito a scrivere le leggi per la risoluzione di Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti e delle banche venete. Norme che hanno bruciato i risparmi di tanti piccoli investitori. La nomina di Rivera crea anche un certo disappunto all’interno del Comitato per l’educazione finanziaria in cui siede l’Adusbef accanto a rappresentanti del governo fra cui il Tesoro.
“Alessandro Rivera, già capo della Sga (la bad bank del banco di Napoli usata poi per il “salvataggio” delle venete, ndr) diventa ora direttore generale del Tesoro – commenta Antonio Tanza, presidente dell’Adusbef – Le famiglie in difficoltà apprendono la ferale notizia e ringraziano il governo del cambiamento. Inizia la macelleria dei Non performing loans (Npl, crediti inesigibili, ndr). Adusbef si batterà nei tribunali per i cittadini beffati dalle promesse elettorali non mantenute”. Il riferimento del numero uno dell’associazione è alla procedura inaugurata dal governo Renzi per il recupero veloce di crediti che hanno a garanzia immobili. “Se una famiglia non riesce a pagare le rate del mutuo – precisa – la banca gli toglie la casa e la vende a prezzi stracciati senza tener conto delle difficoltà del creditore. Il tutto solo in nome del risanamento dei bilanci bancari, non certo dell’equità, della giustizia o delle famiglie italiane”. Ecco perché, come spiega Tanza, “all’Adusbef questa nomina, vicina più alle banche che ai risparmiatori, non piace affatto. Dal governo del cambiamento ci saremmo attesi qualcosa di diverso a tutela delle famiglie e non degli istituti di credito. L’incarico a Rivera è in sintesi tristemente in continuità con quanto fatto dal precedente governo” conclude Tanza.
Dello stesso tenore il giudizio dell’associazione Vittime del Salvabanche. “Apprendiamo la notizia della nomina con forte malumore e imbarazzo – dichiara la presidente Letizia Giorgianni – Se infatti da una parte il nuovo governo sembra intenzionato a porre rimedio all’azzeramento ferale di tanti cittadini e ci riceve con tutti gli onori per parlare di rimborsi, dall’altro nomina alla più alta carica del Tesoro il dirigente artefice del decreto di risoluzione delle 4 banche e di quello delle venete. Tutto questo per noi rappresenta sicuramente una beffa”.
Le associazioni ricordano, come ha riferito Libero lo scorso 8 luglio, che Rivera era già in short-list per la direzione generale del Tesoro durante il governo di Matteo Renzi. E non hanno dimenticato che il funzionario è stato al centro di un pasticcio costato caro alle tasche dei risparmiatori. Fu lui, assieme a colleghi e dirigenti di Bankitalia, a fornire informazioni riservate a Bruxelles per la valutazioni dei crediti deteriorati di Etruria & Co venduti alla Fonspa per 302 milioni, il 14,7% del loro valore contabile rispetto al 20-25% delle valutazioni europee sugli Npl. Informazioni trasmesse informalmente via telefono che, attraverso le prescrizioni poi arrivate da Bruxelles, hanno indirettamente contribuito ad azzerare i risparmi degli obbligazionisti subordinati di Etruria, Banca Marche, Cari Ferrara e Cari Chieti. Per questa ragione, “pur non mettendo in discussione competenza e preparazione di chi conosce la macchina organizzativa ci chiediamo l’opportunità di mettere al Tesoro il braccio esecutore delle politiche del governo precedente, che ha gestito nel peggior modo possibile le questioni bancarie”, conclude Giorgianni.
Più fiducioso è invece il Movimento Consumatori: “Al netto delle posizioni che come associazione non abbiamo sempre condiviso rispetto alla crisi di diversi istituti bancari avvenute nel 2016 e 2017, ci auguriamo che, di concerto con il ministro Tria, sappia impostare sane politiche espansive in grado di aumentare il numero degli occupati in Italia, contribuendo a sostenere la domanda interna – spiega Alessandro Mostaccio, segretario dell’associazione – in assenza di un tale approccio il malessere e la povertà che si sta diffondendo nel nostro paese porterà a reazioni sempre più emozionali e disincantate nei confronti dell’Europa e del nostro ceto politico”. Prima ancora degli effetti di questa nomina resta questa infatti la più grande preoccupazione delle associazioni dei consumatori, che sperano in segnali forti di discontinuità dal governo gialloverde.